Sleepy Hollow: Two Heads are better that None

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Due Teste sono meglio che nessuna: questa la frase piena di ironia e significanza che campeggia nell’immagine di copertina di uno degli account twitter ufficiali della nostra fiction, una sorta di biglietto da visita della vera essenza di questo show.

Sin dal primo episodio, infatti, malgrado l’incipit apparentemente lugubre e sinistro, lo spettatore più attento si accorge immediatamente che la caratteristica saliente di “Sleepy Hollow” è proprio una cosciente e costante capacità di non prendersi mai troppo sul serio, soprattutto quando parla della mitologia che lo attraversa.

Sleepy-Hollow-boundedPrendendo solo l’aria che si respirava nel classico americano di Washington Irving (lo scrittore che nel 1820 pubblicò il racconto originale “The Legend of Sleepy Hollow”) e mescolandola con l’elio, da questa fiction scaturisce una sorta di voce da coro greco, appositamente distorta (come uno di quegli orribili scoiattoli cricetosi di “Alvin and the Chipmunks”), con cui parla di Storia della guerra d’Indipendenza Americana e  di Apocalisse.

Magic and horrorIl nostro show, decisamente agli estremi confini del procedural (perché comunque quella è la sua struttura narrativa portante) è stato creato da un poker di sceneggiatori eteregeneo, tra i quali spicca in primis la poliedrica coppia Alex Kurtzman e Roberto Orci, due tra i più fantasmagorici e fantasiosi autori in campo sci-fi e fantasy: solo per la Tv hanno scritto (ed anche in alcuni casi anche creato) serie come “Xena: Warrior Princess“, “Fringe” o la nuova “Hawaii 5-0”, mentre al cinema hanno sfornato script come “The Island”, il primo “Transformers”, il reboot di “Star Trek e persino  la stesura definitiva (la quinta, per l’esattezza) della sceneggiatura di “Watchmen”.

Crane old soldierAd affiancarli, ma solo in fase creativa, troviamo poi il goffo Len Wiseman, anche regista dell’episodio pilota della serie, un cineasta cresciuto come assistente del regista specializzato in presidenti “badass” Roland Emmerich, che ha portato in questa fiction tutto il mood da vampirismo metropolitano della sua creatura senza dubbio più azzeccata, ossia il franchise di “Underworld”; infine, il quarto uomo è Phillip Iscove, scrittore senza particolari esperienze precedenti, ma a cui si deve in realtà l’idea stessa della fiction e che ritroviamo anche come sceneggiatore di una manciata di episodi della prima stagione.

Crane and Mills sistersDentro una cornice orizzontale, costituita da temi millenaristici spettacolari, mescolati insieme alle teorizzazioni più fumettistiche sulla massoneria ed a tutto il bric-à-brac dell’esoterismo alla Indiana Jones o alla Lara Croft, vengono narrate ogni settimana le avventure della divertente (e divertita) coppia di detective dell’ignoto e del sovrannaturale, costituita da una sorte di versione 2.0 sotto acido della coppia Mulder & Scully dell’immortale “X-Files”.

Nicole BeharieLei è Grace Abigail Mills, una donna detective di colore, interpretata da una brava Nicole Beharie, che abbiamo visto dare prova di grandi capacità drammatiche nella pellicola “Shame” di Steve McQueen, ma che qui si piega invece ad una recitazione più caricaturale, con timbri dai colori saturi, come un adolescenziale filtro di Instagram e che spesso fa riecheggiare espressioni facciali da cartoon: agente della polizia locale, dall’infanzia turbolenta e segnata dalla visita dei demoni che hanno devastato la sua famiglia, capace di seppellire tutto questo per anni, fino ad assistere al risveglio dei ricordi e della coscienza con l’arrivo del suo nuovo compagno di merende.

Ichabod-CraneLui è Ichabod Crane, interpretato dall’attore britannico Tom Mison, che, con quella affascinante deferenza inglese esistente in realtà solo nella fantasia degli americani, mette in scena il suo personaggio, dipingendolo come fosse la caricatura di un professore di Oxford: è un ufficiale britannico deluso dalla sua patria tanto da finire per collaborare addirittura con George Washington durante la Rivoluzione Americana, ucciso per questo sul campo di battaglia, ma risorto dopo un’ibernazione magica di 250 anni (grazie all’intervento di sua moglie, una bellissima strega dai capelli rosso fuoco) per ritrovare la sua cittadina di Sleepy Hollow al centro dei diabolici piani di un demone, intento a portare il purgatorio sulla terra (niente meno!) e scoprendo anche che il cavaliere assiano (mercenario di origine tedesca, impiegato nell’esercito britannico nelle varie guerre del XVIII secolo), suo killer originale, dopo essere stato decapitato dallo stesso Crane in punto di morte, è diventato persino uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse, ritornato anch’egli dall’oltretomba e dal passato per vendicarsi.

Necklace-styleNonostante la sua premessa assurda e la sovrabbondanza dei più triti luoghi comuni del sovrannaturale, la nostra fiction ha sempre un’esatta coscienza di sé, percorrendo la strada dell’autoironia o meglio della consapevole condivisione con lo spettatore che quanto si sta mostrando è pura finzione e che quindi, in quanto tale, è necessario divertirsi, anche talora spaventandosi.

Mills and CraneMills, all’inizio della storia è gradevolmente scettica (quindi antitetica al deuteragonista) ma presto complice e sodale del tuffo che, con il suo compagno, dovrà fare nel gorgo dell’impossibile, per compiere il destino a cui entrambi sono assegnati: Crane, invece, assolutamente conscio sin dal principio di tutte le implicazioni esoteriche della situazione, si mostra quasi come un mentore per la stessa compagna di squadra, guidandola nelle varie epifanie che la porteranno a comprendere la terribile ed inquietante verità che si cela davanti agli occhi di tutti.

Katrina the reason whyLa fiction di Kurtzman e Orci non è “Grimm”, con cui condivide solo la presenza di un nuovo mostro alla settimana e nemmeno “Supernatural”, in cui la serietà paradossale e la volontà di razionalizzare l’impossibile l’ha resa con gli anni la versione parodistica di un trattato demoniaco medioevale, lasciandosi alle spalle la verve umoristica delle prime stagioni, a scapito di un investimento degli autori sulla sola fisicità degli interpreti, no, “Sleepy Hollow” è qualcosa di unico, proprio nel suo essere un mix di tanti mix, una sorprendente combinazione efficace di “Moonlighting” (due detective e come in “Bones” tanta tensione sessuale irrisolta), il franchise cinematografico di “National Treasure” (la Storia d’Indipendenza Americana ed i suoi eroi sono praticamente onnipresenti, tra mito sbeffeggiato e leggenda) ed anche “Twin Peaks” (più come archetipo di cittadina maledetta, come Loggia Nera, che non come soap virata cult).

Benjamin-FranklinSleepy Hollow” è uno show FOX, ma stranamente non è così patriottico come si potrebbe pensare: il dinamico duo Kurtzman ed Orci ridicolizza praticamente ad ogni occasione i miti della Storia Americana e davvero spassose ed al contempo affascinanti sono, a questo proposito, le testimonianze di Crane sulle debolezze di alcuni suoi coetanei celebri della Storia dell’indipendenza Americana (uno su tutti, l’inventore  patriota Benjamin Franklin), con racconti gustosi, simili per il tono confidenziale a quelli, mutatis mutandis, che quasi ad ogni episodio dispensa il favoloso consierge del crimine Raymond Reddington in “The Blacklist”.

Crane and wife at their timeUn fantastico equilibrio di visioni raccapriccianti, horror vintage e toni della commedia, questi, soprattutto per gli equivoci causati dal far sentire il character di Crane come un pesce fuor d’acqua nella nostra società moderna e che, in qualche modo, ricorda lo stile con cui venne descritto il personaggio del Duca di Albany che Hugh Jackman interpretava nella pellicola di James Mangold “Kate & Leopold”.

Headless knight and rescue teamDopo un iniziale e crescente successo di pubblico e critica, durato tutta la prima stagione, alla fine della seconda, un preoccupante calo di audience aveva paventato la chiusura della serie: per scongiurare tale infausto evento, è stato fatto un bel repulisti a livello produttivo, arrivando persino a nominare un nuovo showrunner e per questo difficile ruolo fu chiamato dalla Fox Clifton Campbell, creatore della fiction “The Glades”, che nelle note personali del suo profilo Twitter, recita “fighting the war against bad television since 1986”.

The-Crane-family-wife-and-sonSperiamo non siano solo belle parole… Per ora godiamoci il crossover che egli stesso ha organizzato già all’inizio del suo lavoro e di cui abbiamo parlato un paio di post or sono.

Buona visione.


In questo post abbiamo parlato di

Logo-WikiPediaSleepy Hollow (TV series)”, USA, 2013 – presente
creata da Alex Kurtzman, Roberto Orci, Phillip Iscove e Len Wiseman
prodotta per l’emittente televisiva FOX


Banner FOX Sleepy Hollow


I tre account Twitter ufficiali di riferimento:

Account Twitter Clifton Campbell Account Twitter Sleepy Hollow Writers Account Twitter Sleepy Hollow


33 pensieri su “Sleepy Hollow: Two Heads are better that None

  1. Accidenti adesso però mi fai venir voglia di vederla…e io devo vederne tante di cose ancora! Pian piano troverò il tempo per tutto. Comunque sia ottimo articolo, si vede che ricerchi ogni informazione importante e ciò non fa altro che rendere il tuo lavoro fantastico!

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    • Sei sempre molto cortese con me Butcher, ma la cosa che mi fa più gioire è lo scambio assolutamente dinsinteressato di pensieri ed emozioni che ci facciamo noi due in giro per WP: senza fini di lucro, scriviamo di ciò che ci piace e lo facciamo solo per condividerlo con altri… è bello, molto bello!
      Se poi alla fine io vedrò uno dei film o dei manga che recensisci o se tu ti metterai a vedere una delle serie Tv o delle pellicole di cui parlo, in fondo, non ha poi davvero importanza: si guarda ciò che si riesce, ciò che si ha tempo o desiderio o opportunità, ama p lo scambio di idee la cosa importante…
      Buona domenica…

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  2. Recensire una serie tv è, spesso, più difficile che recensire un film. Sarà perché le variabili da prendere in considerazione sono tante o perché bisogna tenere conto della sua evoluzione, puntata dopo puntata e stagione dopo stagione. Questa recensione è perfetta ed hai usato, come fai sempre, ma forse più del solito, tantissimi riferimenti ad altri show, hai trovato un esempio ed un modo per descrivere ogni aspetto saliente della serie, motivando a dovere il tuo interesse per Sleepy Hollow e suscitando interesse nei lettori (credo di poter parlare per tutti). Grande Kasa!

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  3. Ehm… Mi inchino davanti al maestro Kasabake, ma dal basso della mia conoscenza sono moralmente obbligato a dire che non mi risulta che i carissimi Kurtzman e Orci abbiano scritto Watchmen. 😀

    Ma a parte questo, mItico Kasa! Apprezzo molto questo tuo voler rendere giustizia ai procedural che ami e che secondo te meritano di più, come apprezzo l’approccio “critico” che usi nei loro confronti.

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    • Gentilissimo Zack, sai che sei una delle persone che stimo maggiormente su WP, proprio per la tua capacità di analizzare e non fermarsi mai alla prima impressione ed è proprio questo che ti fa spesso scoprire verità insospettabili dietro film apparentemente semplici e non autorali e ti fa surfare con maestria dal Dottor Calligari a Dominic Toretto.

      Per altro, tu conosci anche la mia pignoleria ed il voler sempre informarmi con cura sugli oggetti dei miei post prima di scriverne uno e “Watchmen”, oltre ad essere da me considerato uno dei 10 fumetti più belli mai realizzati in questo piano di realtà, fu per me, nel primo decennio del duemila, oggetto di studio attento ed hype crescente fino all’uscita nelle sale: puoi bene immaginare con quanta cura mi avvicini ancora oggi ad affermazioni che lo riguardano.

      In questo post sulla fiction di “Sleepy Hollow” non volevo essere oltremodo pedante (lo sono già a dismisura), ma avrei dovuto comunque specificare che quella di Kurtzman ed Orci fu una delle 5 sceneggiature del film ed in particolare la quinta e definitiva versione (quella che ZoomInfo definì a suo tempo “an uncredited last-minute polish of the screenplay”) e chiedo venia per non aver doverosamente fatto la specifica ma quello che m’interessava era solo mostrare l’ecletticità dei due autori.

      Per chi non fosse a conoscenza di quale enorme lavoro ci fu dietro la trasposizione in film del capolavoro fumettistico in oggetto, basti solo dire che alla fine si usarono 5 sceneggiature, ognuna delle quali rimpiazzava la precedente in ordine temporale:

      1989 – Versione di Sam Hamm
      2003 – Versione di David Hayter
      2006 – Versione di Alex Tse
      2007 – Versione a quattro mani di David Hayter & Alex Tse
      2008 – Editing finale e re-writing di Alex Kurtzman e Roberto Orci

      Già nel 2007 (vedi articolo di Bad Taste o quello del WatchmenComicMovie) si discuteva nel web del fatto che le sceneggiature tanto contestate del film tratto dal capolavoro di Alan Moore e David Gibbons, fossero affidate, per un repulisti finale, a persone più competenti e da subito fu fatto il nome della magica coppia Kurtzman ed Orci.

      Dopo l’uscita del film, del lavoro di re-writing dei due scenggiatori non si trova traccia nei superficiali IMDB e WikiPedia (quando si parla di uncredited, non possono fare miracoli…), ma ovunque i siti specializzati citano sempre questo lavoro (vedi anche la scheda di ciascuno dei due scrittori su Memory Alpha WiKia).

      L’affidarsi a Kurtzman ed Orci non fu per molti una sorpresa, perché, come racconta anche Deborah  Schoeneman del New York Times, l’amicizia tra Zack Snider e la coppia dei due autori è di vecchia data e non era la prima volta che il nostro geniale regista si affidava a loro non solo per semplici consigli.

      Il fatto che oramai nel web gli appassionati riconoscano al magico duo la paternità dello script finale di “Watchmen” è testimoniata persino da simpatici riconoscimenti, come la medaglia d’oro che Rankopedia consegna simbolicamente alla coppia di autori proprio per il lavoro fatto con il film di Snyder.

      Massimamente ironico sull’argomento, l’articolo del maniacale e completissimo Geeks of Doom, che in fondo rimanda anche allo scaricamento delle versioni complete delle prime quattro scritture.

      In ogni caso, correggerò il testo del post, perché ospiti la giusta segnalazione, di cui comunque ti ringrazio.

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      • Ma non ringraziare la mia ignoranza! Grazie a te per la splendida e perfetta delucidazione sull’accaduto. Comunque adesso che me l’hai detto qualche ricordo circa i continui rimaneggiamenti della sceneggiatura di Watchmen mi sta pian piano tornando. Anzi ricordo proprio quell’articolo di BadTaste in cui si esaltava l’entrata in scena di quello che allora era il Dinamico Duo! E se penso che parliamo di 8 anni fa mi vengono i brividi…

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  4. Non conosco la serie ma ho apprezzato il film di burton ( unico film di burton che ho apprezzato, indi “caso-evento”….ok dai anche batman non era male) . Depp con gli occhialoni a fondo di bottiglia e’ indimenticabile….detto questo credo dovro’ rimediare, anche perche’ il post genera una certa acquolina, vedo numerosi, gli elementi che mi piacciono in una serie tv, indi ti faro’ sapere. Sei sempre il numero uno kasa 😉

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    • Grazie a te Lupo: so che non sei amante delle serie Tv e come dicevo anche a Butcher, in un commento sopra, l’importante tra di noi è condividere le idee… se poi uno guarda anche le serie di cui si parla, ok, ma alla fine non importa…
      A proposito, mi viene in mente che tempo fa, sul tuo blog, non ricordo come commento a quale tuo post, lessi un consiglio che ti dava la nostra comune amica Sherazade, spingendoti a vedere la fiction inglese di “Penny Dreadful”… l’hai poi vista?

      Restando sempre OT… che mi dici delle tante serie zombiesche? Ne segui qualcuna?

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  5. Kasa, per quello che hai detto di Supernatural dovrei smettere di seguirti 😀
    Per riallacciarmi a un tuo altro post, la serie sarebbe potuta benissimo finire prima (per l’esattezza alla fine della quinta stagione) ma, appunto, per motivi di marketing si tira per le lunghe.
    Nonostante ciò continuo a seguirla perché mi piace, mi diverte, oltre al fatto che è un piacere guardare i due fratelli in azione, ma non è solo per la loro prestanza che la guardo, sono i personaggi che ti danno piacere, non gli attori.
    Quello che dici sui temi di Supernatural non mi pare del tutto vero, infatti non ci sono scene che diano spazio alla fisicità degli attori, come dici tu, rispetto ad altro, non ci sono scene di nudo o che enfatizzino il loro aspetto come ci si potrebbe aspettare. È una serie che apprezzo anche per questo. E non mi trovo d’accordo nemmeno sul fatto che lasciare la spensieratezza delle prime stagioni sia una scelta errata: è volutamente più seriosa rispetto ad altre, e lo era già dalle prime stagioni. Certamente rimane pur sempre una fiction da non prendere troppo sul serio, ma penso sappia dosare molto bene l’ironia e il dramma, senza esagerare in un verso o nell’altro. Motivo per cui la seguo da sempre, anche spazientendomi davanti a stagioni non molto brillanti.

    Ma per tornare a Sleepy Hollow, continuo a ribadire che chi fa la differenza in questo show è Tom Mison.
    La Beharie non la reputo una così brava attrice (almeno non in questa serie, unica occasione in cui l’ho vista in azione), mi sembra più un pupazzo ridicolo “che spesso fa riecheggiare espressioni facciali da cartoon”.
    Oltre ad essere un personaggio femminile alquanto irreale.
    Ma, ahimè, i personaggi femminili sono sempre difficili da creare, e pochi sono quelli che amo davvero, tra letteratura e cinema: si passa da un estremo all’altro senza tuttavia passare per il mezzo.
    Comunque, al di là dell’odio profondo che ho per il personaggio di Abbie Mills, adoro questa serie!
    E pensare che inizialmente gli avevo dato due lire!

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    • Ti adoro Silmarien e non solo perché nel commento ad un mio post mi citi (quando hai usato la mia frase nel virgolettato per descrivere la faccia della Mills, ero felicissimo.. perché eravamo sulla stessa lunghezza d’onda!), già di per sé una grandissima gentilezza (segno che si legge l’altro con grande attenzione), ma soprattutto perché i tuoi commenti non sono avari di parole: sono lunghi, pieni di considerazioni e bellissimi da dibattere!
      Per i miei gusti, ti incontro troppo poco!
      Veniamo al dunque…

      Tu adori questa serie e l’adoro anch’io e non perché uno dei due la reputi un capolavoro, ma perché verosimilmente ci piace come gli autori giochino con i personaggi, in particolare Ichabod Crane…
      Ti piace “Supernatural”?
      Anche a me piace e ti dirò che non ho perso mai nemmeno una puntata e la sto ancora seguendo (sono fermo alla 5° dell’undicesima stagione) e potremmo stare a chiacchierare per ore su tantissimi episodi che conosco a memoria… questo perché adoro i fratelli Winchester, così come tutta la mitologia che c’è alla spalle e continuerò a seguire la serie per un pezzo, anche se concordo con te che poteva finire bene 5 o 6 stagioni fa ed ora sta diventando un po’ la parodia di se stessa…

      In particolare, quando mi riferivo all’investimento sulla fisicità degli attori, non mi riferivo alla loro bellezza (mai nuda perché tutto il serial ha un target molto “teen” negli USA), quanto proprio al character: secondo me, dopo che gli autori hanno dato fondo, stagione dopo stagione, a tutto il raccontabile, hanno finito per tenere artificialmente in vita una serie per così tanto tempo solo perché alla gente piace vedere muoversi i nostri fratelloni e non per le trame o gli accadimenti… un po’ come accade per un comic seriale (Spider-man o Dylan Dog o Tex), dove il piacere della lettura sta tutto nel vedere cosa accade attorno al nostro beniamino… che è poi il segreto alla base dei sequel e dei vari franchise…

      La mia forma mentis, Silmarien, mi costringe a scindere sempre il giudizio critico dal mio piacere personale, che a volte è solo soddisfazione di un fan-service, come quando mi scompiscio guardando, nei dietro le quinte, un attrice o un attore che amo, sbagliare battuta e magari buttarla sul ridere o come quando vedo Sam e Dean, sul set, ballare il rock’n’roll o fingere di cantare una canzone…

      Capisci cosa intendo? E’ quella sensazione di prolungamento del piacere, quel continuare a saziare le papille gustative dopo un dolce carico di sapore o un arrosto succulento: la nostra fame è finita, l’appetito saziato, ma la voglia di continuare a provare lo stesso piacere c’è ancora ed allora si fa il bis e poi il tris e così via fino a diventare delle palle di lardo (se non si è capito, amo la buona cucina!!)…

      Insomma, quello che ho detto su “Supernatural” (che seguo fedelmente), così come quello che ho detto su “Grimm” (che seguo altrettanto fedelmente) è ciò che pensa in sincerità il mio animo critico, facendo le dovute differenze (senza per questo dare voti) e raccogliendo anche le informazioni che mi arrivano dagli states, sui rating di gradimento del pubblico e le decisioni delle emittenti di rinnovare o meno una fiction…

      Alla fine parliamo di assurdo in entrambe le serie, ma con che classe e che ironia!
      Ogni volta penso sempre a quella puntata di “Sleepy Hollow” in cui gli eroi hanno fatto di tutto per impedire la nascita di Moloch come umano, ritardando o annullando la gravidanza di tu sai chi (niente spoiler) e quando gli autori si mettono da soli in una angolo perché non sanno più che fare, se ne vengono fuori con il testo antico che dice che Moloch può essere scacciato da un’aurora boreale, addirittura, ma non sapendo come portare al Polo in pochi minuti la futura puerpera, s’inventano questo gioiello che se messo davanti alla finestra ti crea un’aurora boreale in casa!
      E’ fantastico, è la fantasia al potere, è Andy, il bambino di Toy Story 1 e 2, che trova armi sempre più potenti per distruggere il nemico nei suoi giochi di ruolo in solitario ed il nemico troverà sempre contro misure ancora più efficaci e fantasiose per debellare l’attacco…

      Ora invece una parentesi umana: in bocca al lupo per tutto e lo dico senza sapere nulla di ciò che stai passando, ma le notti insonni non sono mai un viatico di felicità.
      Ho attraversato valli di lacrime ed ancora ora sono ad un giro di boa pesantissima della mia vita e so che a volte ci si sente soli e di certo un cazzone di blogger come me non può modificare ciò che ti attanaglia come un macigno sullo stomaco… ma a volte lo può la fantasia ed il pensiero che corre libero e magari ci si può incontrare in sogno in una di quelle strade che il nostro Walter Mitty percorreva con lo skateboard prima che il vulcano esplodesse tutto attorno a lui.
      Buona serata Silma e “Quel marth” (significa “Buona Fortuna” in elfico e non lo dico per te ma per i “N’Tel’Quessir” che ci leggono).

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  6. Il post è al solito interessante, ben scritto, brillante e preciso. Se mai fossero state date alle stampe le Monografie in cui si dilettava Sherlock Holmes, penso proprio che avrebbero avuto uno stile molto simile al tuo.

    Tuttavia, dal momento che
    a) non conosco questa serie nè praticamente nessuna di quelle cui fa rimando
    b) sono esperto di streghe, vampiri, mostriciattoli vari
    c) ho una rudimentale conoscenza della storia americana, ferma ai 4-5 topoi che ricorrono sovente in film e telefilm

    allora mi dedicherò a un’attività nella quale, non senza un pizzico di vergogna, eccello: il pindarismo intellettuale, che tradotto in termini volgari suonerebbe più o meno così: divagazione.

    Lo spunto mi è stato dato dalla chiusura del tuo post con la citazione di Clifton Campbell, showrunner di una serie tv che ho seguito – THE GLADES – ma non apprezzato (la guardavo solo perchè piaceva a mia moglie).

    Quattro stagioni, una cinquantina di episodi e un senso di vuoto che tracima da ogni puntata.
    – Il protagonista vorrebbe fare il figo, ma non lo è. Forse è particolarmente bello, ma non ho criteri per sbilanciarmi in questa direzione.
    – La belloccia di turno (kiele sanchez) recita come una cagna. Fosse una figa intermegagalattica ci passerei sopra, ma in realtà è caruccia, niente di trascendentale.
    – I comprimari sono banali, le storie strappano molti meno sorrisi di quanto vorrebbero.
    – Anche lo scenario non è il massimo: gli acquitrini melmosi della florida cui fa riferimento lo stesso titolo della serie.

    Ora perchè questa serie sia sopravvissuta 4 anni è per me un mistero. Probabilmente il buon Campbell ha pensato bene che per fare la lotto alla CATTIVA TELEVISIONE doveva farne lui una ANCORA PIU’ CATTIVA…
    Altrimenti non si spiega…

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  7. Ah, ah, ah, ah! Quando ho letto la frase citata, nel profilo Twitter di Campbell, ho pensato anch’io la stessa cosa, anche perché una foto di “The Glades” starebbe bene in un Dizionario Enciclopedico Illustrato alla voce “inutilità”…. una fiction stupida con attori insulsi e trame di cui potevamo fare a meno… eppure un discreto successo ed una notevole sobrietà…
    Il concetto di base è questo: Campbell non sa scrivere belle storie (vedi “The Glades“), ma sa tenere dritto il timone ed alla fine ciò che gli si richiede come showrunner ora è questo, facendo ordine tra i tanti autori, tutti malati di protagonismo che affollano la writer’s room del serial con Crane e Mills.
    Speriamo…

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      • Non ti ho appositamente risposto alla mail, perché purtroppo una delle cose che più temevo (aprlo di questioni eosnlai che da settimane mi attanagliano) si è verificata e molte cose sono saltate, tra queste anche la visione de IL FILM, che tu sai essere per me una sorta di “buen refugio”, un piccolo tesseratto individuale, un luogo dove mi sarei rintanato lontano dal tempo e dallo spazio.
        Per ora considerami in una sorta di stasi, come dentro una tasca dimensionale, dove il tempo non passa e le cose non mi tangono.
        Come avrò visto IL FILM, il tempo ricomincerà a scorrere e tu sarai il primissimo a saperlo…

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        • Sia io che Lapinsù siamo oltre modo appassionati dello Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle e quindi attendiamo, osserviamo, vagliamo tutte le variazioni sul tema, sia quelle deliziose come lo “Sherlock” della BBC, sia quelle più banali ma mai stupide come “Elementary” statunitense ed ovviamente tutti i film e le fiction tratte dai racconti originali o create ex-novo…
          In questo periodo è uscito il film di Bill Condon ““, storia apocrifa tratta dal bel romanzo di Mitch Cullin “A Slight Trick of the Mind“, con un immarcescibile Sir Ian McKellen nei panni ovviamene di Sherlock Holmes… ecco, questo è IL FILM… 🙂

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          • Ah, QUEL film, ho capito 😀
            Mi hanno consigliato di vederlo giusto ieri, mi hanno detto sia un film molto profondo, sulla vecchiaia e che stavolta non danno l’oscar a Sir Ian McKellen allora non lo prenderà mai.
            È da un po’ che non vado al cinema, l’ultimo film è stato “Inside out”, pensa un po’ te!
            Spero di avere il tempo di andarlo a vedere.
            “Elementary” mi ispira poco, avrò visto sì e no due fotogrammi per capire che non mi piacerà, preferisco il suo antagonista britannico: una gran serie!

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