Star Wars: The Empire Strikes Back (1980)

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Malgrado il primissimo Star Wars del 1977 sia giustamente passato alla storia, avendo introdotto tutti i principi della più famosa saga cosmica del cinema (dalla mitologia dei cavalieri Jedi, fino alla visione fiabesca dell’Impero e della Resistenza Repubblicana), questo sequel, voluto ed ideato dallo stesso George Lucas, ma scritto dalle penne molto più esperte del cineasta Lawrence Kasdan e dalla meravigliosa scrittrice di sci-fi Leigh Brackett, riuscì nel 1980 a scavalcare e superare quella brutale ed infantile dicotomia tra bene e male, tra bianco e di nero, su cui era stato inizialmente progettato il plot e regalare così al mondo alcune delle sequenze più emozionanti del cinema di fantascienza, permettendo inoltre al regista Irvin Kershner di progettare la battaglia sul suolo del pianeta ghiacciato Hoth come se si trattasse di un vero film di guerra ed introducendo l’inquietudine di rapporti familiari in cui l’ombra dell’incesto variegava una pozione intrisa di melodramma: al termine dell’avvincentissima proiezione, gli spettatori vengono lasciati in uno stato di crudele desolazione, metaforicamente abbarbicati anch’essi ad un antenna penzolante nel vuoto, come il dolorante Luke Skywalker, con la mano mozzata dal padre, in attesa di essere recuperato al termine di un epocale duello per la sopravvivenza.


Star Wars: The Empire Strikes Back“, USA, 1980
Regia: Irvin Kershner
Soggetto e Sceneggiatura: Leigh Brackett, Lawrence Kasdan e George Lucas


 

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