Kasa Shots – The Dark Knight Rises: Christopher Nolan e la poesia di Selina Kyle

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«There’s a storm coming, Mr. Wayne.
You and your friends better batten down the hatches, because when it hits
you’re all  gonna wonder how you ever thought
you could live so large and leave so little to the rest of us»

Selina Kyle

Mi piacerebbe poter affermare che non sono solito alle iperboli, ma in realtà, quando parlo di cinema, uso molto spesso i superlativi assoluti e questo perché la visione di un film suscita sempre in me una tempesta di emozioni, costantemente in lotta con le più pacate riflessioni che provengono dagli studi critici e da un’osservazione più cosciente e lucida, figlia diretta del mio amore per ogni cosa ben realizzata.

Heath-Ledger-as-The-Joker

Per questo, quando m’imbatto in un’opera che riesce a stupirmi per il suo intreccio, ad intrigarmi per i sapienti e curati dialoghi, ad emozionarmi per il trasporto delle sue scene, ad avvinghiarmi a sé per l’intensità interpretativa degli attori ed infine ad abbagliarmi per l’ottima realizzazione scenica, allora non riesco davvero a  trattenere la mia gioia ed il mio apprezzamento e nelle mie frasi di commento fioccano, come margherite in un campo di primavera, tanti “meraviglioso”, “sublime”, “epocale”… Questo mi capita di fronte a quelli che definisco capolavori.

Brasil

Tuttavia c’è anche qualcos’altro, qualcosa che va aldilà della sontuosità di alcune interpretazioni leggendarie (penso all’Anthony Hopkins di The Remains of the Day o al Robert De Niro di Taxi Driver o al Edward Norton della 25th Hour), della maniacale ricostruzione d’interni (come i lavori dello scenografo Dante Ferretti, in Hugo o in The age of innocence), della visionarietà di molte scene da sogno lucido (su tutte probabilmente il viaggio da Giove all’infinito in 2001: A Space Odyssey, ma anche la città delle macchine di Matrix Revolutions o i sogni del protagonista di Brasil di Terry Gilliam), della potenza delle scene madri (il sorvolo di Roma della statua di Gesù ne La Dolce Vita, la morte del replicante Roy Batty in Blade Runner, il segmento narrativo del ricordo di Joel Barish da bambino nascosto sotto il tavolo della cucina in Eternal Sunshine of the Spotless Mind), qualcosa che va ancora più in là, in un territorio ai confine della coscienza, dove i cinque sensi si fondono e come un terzo occhio vedono quel filo sottile che lega le anime al loro corpo terreno, quella dimensione altra che non potrei definire in modo diverso se non che poesia.

Hugo Cabret

Nel 1968, il poeta statunitense Bill Knott, sotto il suo pseudonimo abituale di Saint Geraud (nome, tra l’altro, del protagonista di Le Tartuffe Libertin, un romanzo pornografico anonimo francese del XVIII secolo), scrisse a proposito della poesia:

Poetry,
you are an electric,
a magic, field – like the space
between a sleepwalker’s outheld arms


Poesia,
tu sei un elettrico,
magico, campo – come lo spazio
tra le braccia protese di un sonnambulo

Questa è quella dimensione “altra” di cui parlavo e che solo la poesia fa intuire.

Sempre lo stesso anno, Knott/Gearud mette in pratica quanto sentenziato e scrive la poesia “Sleep (Sonno)”, in soli due semplicissimi versi:

We brush the other, invisible moon.
Its caves come out and carry us inside.

Noi sfioriamo l’altra, invisibile luna.
Le sue caverne escono e ci portano dentro.

Di tutte le forme d’arte, il cinema è forse la più costruita, la più tecnica ed anche la più collettiva: praticamente impossibile per un autore mantenere un controllo totale sulla sua opera, perché un film richiede il supporto di talmente tanti collaboratori ed addetti alle strumentazioni più varie che anche laddove, per scelta autorale, il regista sia stato anche artefice della sceneggiatura e persino del montaggio, ugualmente il prodotto finale sarà sempre e solo uno dei tanti compromessi tra le intenzioni artistiche iniziali e la realizzazione possibile.

The Dark Knight 01

Figurarsi quando un autore è chiamato a lavorare su un blockbuster miliardario, tratto da un franchise fumettistico storico, con un seguito di appassionati lettori, fieri depositari della verità caratteriale del personaggio protagonista ed acerrimi critici di qualsiasi devianza dal flusso narrativo principale, con anche alle costole i finanziatori del film, gli addetti commerciali, i lobbisti, gli image-maker dei divi, dovendo in continuazione imbrigliare la propria creatività dentro strutture narrative complesse e farraginose, osservando l’evoluzione di una scena con i layout al computer, calibrando con la troupe il decoupage, discutendo con i collaboratori sullo storyboard disegnato e persino valutando con i tecnici delle luci ed il direttore della fotografia dove posizionare la macchina da presa.

The Dark Knight bank rubbery scene

Un lavoro di equipe continuo ed una cacofonia di stimoli assordante, che solo una grande mente riesce a tenere sotto controllo, riducendo il rumore di fondo, canalizzando ogni suono e mixandolo con cura, armonizzando ogni elemento come farebbe un grande direttore d’orchestra e se poi tale mente è anche in possesso di quella capacità quasi miracolistica di far passare, in tutto questo caos, una sua visione personale, allora può arrivare persino a lambire quell’istante, fuori dal tempo e dallo spazio, in cui il racconto diventa poesia.

Birds Hitchcock

Osservando da lontano (come nella visione di uno degli uccelli dell’omonimo film di Hitchcock, che sembrano ammirare la distruzione da loro causata presso la pompa di benzina della cittadina marittima di Bodega Bay) la filmografia del regista britannico Christopher Nolan, essa sembra la time-line di uno di quei giochi di ruolo in cui si costruisce il proprio villaggio passo dopo passo, aumentando le difese e le forze a disposizione, ma accrescendo anche i costi e gli obblighi.

Following-the-movie

Il primo livello è senza dubbio costituito dal suo primissimo lungometraggio del 1998, Following, ancora di produzione al 100% inglese, fotografato con il suo bianco e nero che faceva tanto noir d’annata), ma già dopo due anni, nel 2000, si arricchisce di un cast internazionale con Memento, tratto da un racconto del fratello Jonathan, opera dal cuore sperimentale e selvaggio, ma già con una voglia di cinema fortissima.

Insomnia

Nel 2002 la crescita professionale di Cristopher sembra con Insomnia adagiarsi mollemente, durante la rassicurante produzione Warner del remake dell’omonimo thriller norvegese del 1997, opera prima del regista Erik Skjoldbjærg, da una metaforica sceneggiatura composta a quattro mani insieme all’amico Nikolaj Frobenius (il sole di mezzanotte come testimone implacabile del senso di colpa del detective che sa di aver ucciso un collega e per questo non riesce davvero a dormire, conducendo un’indagine praticamente in trance).

Insomnia originale

Non è un cedimento, sia chiaro, ma una pausa di lavoro, in cui il nostro Nolan abdica quasi completamente in favore di una produzione modesta, sorretta da un script molto semplice, scritto, dalla mestierante Hillary Seitz, solo per far duettare le due star hollywodiane Al Pacino e Robin Williams.

Batman

Questa pausa ha tuttavia permesso a Nolan di mostrare alla Warner tutta la sua affidabilità di regista e così nel 2003 convince il colosso dell’entertainment ad affidargli il reboot di un franchise prezioso ed assieme pericoloso, già affrontato di petto dal geniale Tim Burton con due pellicole di grandissimo valore e successo, dirette in prima persona e dei sequel solo in parte prodotti e decisamente più tristi ed assai dimenticabili: Batman.

Batman, Bane e Nolan

Inizia un lungo periodo di quasi 10 anni di gestazione del personaggio, che darà alla luce i tre meravigliosi capitoli della cosiddetta trilogia nolaniana dedicata al Cavaliere Oscuro di Gotham (Batman begins del 2005, The Dark Knight del 2008 e The Dark Knight Rises del 2012), un intervallo di tempo così ampio nella carriera del nostro regista, che tra un capitolo e l’altro di questa trilogia egli riuscirà a dirigere i due film che in molti considerano i suoi due capolavori assoluti: The Prestige del 2006 e Inception del 2010.

Inception

Era nato un nuovo imperatore del cinema, un cineasta che si mostrava come il più degno erede di quella tradizione anglosassone che sposava velleità artistiche genuine ad una grandissima tecnica e che aveva avuto, fino ad allora, il suo massimo esponente in Steven Spielberg (con il quale Nolan ha più di un punto di contatto, sintatticamente parlando, quando compone le sue opere).

The-Prestige-David-Bowie-as-Tesla

Christopher, coadiuvato dal fruttifero rapporto con Jonathan (sue le sceneggiature della maggioranza dei film del fratello) e con il sodale autore, molto pop e molto controverso, David Goyer, aveva realizzato una sorta di gigantesco tesseratto (pensate alla Wayne mansion ed ai segreti della sua ala Ovest, ai vari livelli di sogno in cui si muovono gli “extractors”, al Limbo, al teletrasporto di Tesla, alla sala di addestramento di Ra’s al Ghul e della Lega delle Ombre), dove il nostro artista muove i suoi personaggi e gli spettatori stessi attraverso le quinte di uno spettacolo continuo, con cambi di palcoscenico, di costumi, di idee, muovendo imponenti cineprese imax con la fascinazione dell’immenso che ha un elefante indiano imbizzarrito quando sbuca, dal fogliame fitto di una giungla, di fronte agli uomini atterriti.

The Dark Knight Rises

Chiediamo di nuovo aiuto alla poesia ed è il turno questa volta di Juan Rodolfo Wilcock, sopraffino scrittore di alcuni dei versi d’amore più toccanti mai scritti.
Mi riferisco in particolare alla sua famosissima lirica Si sappia insomma che verso metà secolo…

Si sappia, insomma che verso metà secolo
la terra ebbe un sussulto e si decise
a fare il meglio che poteva fare
per una volta, forse per l’ultima volta.
Chiamò a raccolta le maree oceaniche,
i venti più famosi delle montagne,
i metalli preziosi, i fiori rari,
il Nilo, il Gange, il Plata e il Mississippi,
i ghiacciai e i deserti e i pachidermi,
e non sapendo che farsene di un tutto
tanto imponente e tanto imbarazzante,
chiese al primo dormiente che passava
per il lago del sogno universale
come vedeva lui la perfezione.
Lo chiese a me, e così fece te.

Ancora una poesia scritta, che ho riportato in questo post solo per cercare di comunicare come la creazione di una poesia, in qualsiasi media si verifichi, è sempre un testo autonomo, qualcosa che ha un senso così com’è, senza regole, perché il suo ritmo è quello della propria anima, condiviso con il mondo della fantasia.

Bale e Caine

Nel terzo ed ultimo capitolo della trilogia del Dark Knight, Cristopher Nolan crea la sequenza mirabile a cui questo Kasa Shots vuole rendere omaggio: allo scopo di presentare la sua versione del personaggio di Catwoman, si affida ad un duetto quasi teatrale, in cui il cavaliere oscuro veste gli abiti borghesi di un Bruce Wayne malandato e zoppicante, quasi anzitempo invecchiato e che interrompe il suo status di eremita per cogliere in castagna una Selina Kyle, finta cameriera e persino finta ladra.

Come la Terra, attante sovraumano della poesia di Wilcock, anche Nolan, per raggiungere la perfezione ha giocato “in levare”, lavorando in sottrazione dal gigantismo e riducendo la scena all’essenziale.

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Anne Hathaway è semplicemente sublime: l’arte drammatica che in una sola scena riesce ad esprimere ha dell’incredibile, grazie alla mimica facciale con cui comunica ed alterna il finto stupore, lo spavento, la frustrazione e poi, una volta scoperta, l’arroganza di chi si sente superiore alla morale di chi la sta bacchettando e la sfrontatezza con cui sfida il padrone di casa.

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Con buona pace della grandissima Michelle Pfeiffer (indimenticabile, con il suo vestito nero da mistress sado-maso, disegnatole a suo tempo da Jean-Paul Gaultier come costume di scena per il secondo Batman di Burton) ed anche di quella bella figliola di Halle Berry, la Hathaway è a tutt’oggi la mia Catwoman preferita.

Michelle Pfeiffer

Di seguito, estratte dalla sceneggiatura originale, le esatte parole con cui lo stesso Jonathan Nolan, autore dello script, introduce la scena sul copione:

INT. SITTING ROOM, EAST WING, WAYNE MANOR
The Maid looks at framed photographs of Rachel, Thomas and Martha Wayne.
Some are half-burned.
She notices an archery target, arrows stuck in it.
She reaches out.
WHAM! An arrow sticks into the target – the Maid spins around, flustered.
Wayne, at the other end of the long room, lowers a composite bow.
Picks up his cane.

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Un’ultima notazione, prima di lasciarvi alla visione della scena, sul commento musicale: la sinergia, tra il maestro britannico Nolan ed il musicista tedesco Zimmer, ha raggiunto, in questa trilogia cinematografica, vette di perfezione che fanno davvero trasecolare, poiché ogni scena è commentata come avrebbe fatto, agli albori del cinema, nelle primissime proiezioni dei film muti, un pianista devoto e partecipe ed in questa particolare sequenza ne abbiamo un esempio mirabile quando, ad 1 minuto e 3 secondi del video, il sottofondo crepuscolare cede il passo alle prime note del pianoforte, nel preciso istante in cui il viso di Selina s’incupisce di colpo, gettando la maschera e pronunciando il fatidico “Oooops!”.
Poesia, senza dubbio alcuno.
Buona visione.


In questo post abbiamo parlato dei seguenti poeti scrittori:

William Kilborn Knott (con il suo nom de plume di Saint Geraud)
(17 febbraio 1940 – 12 Marzo 2014), statunitense,
di cui rimandiamo il bel ricordo del “The New Yorker

Juan Rodolfo Wilcock
(17 aprile 1919 – 16 marzo 1978), argentino naturalizzato italiano,
per il quale rimandiamo anche al sito ufficiale


Abbiamo anche discusso della filmografia di un poeta cineasta:

Christopher Nolan
(nato il 30 Luglio 1970), inglese,
per il dettaglio delle cui opere rimandiamo anche ad IMDB


Infine abbiamo ammirato una delle sue muse:

Anne Hathaway
(nata il 12 Novembe 1982), statunitense,
per i ruoli della quale rimandiamo di nuovo anche ad IMDB


41 pensieri su “Kasa Shots – The Dark Knight Rises: Christopher Nolan e la poesia di Selina Kyle

  1. Con tutto il rispetto…ma l’ultimo Batman di Nolan e completamente fatto male. Anna come Catwoman è peggio di Barry. Bane come un grissino fa ridere. Joseph potenziale Robin parliamone. L’unica cosa che si salva del film e Marion Cottiliard

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    • Cavolo, AleRandy, sei stato davvero molto severo con il terzo capitolo della trilogia di Nolan!
      Però sei anche molto cortese e quindi le tue osservazioni sono molto ben accette!
      Sai, non sono nuovo a critiche ai miei post ed anzi delle volte sembra quasi che me li vado a cercare: pensa a quando ho parlato bene, anzi benissimo, di Jupiter, l’ultimo film dei Wachowski, che praticamente non è piaciuto a nessuno!!
      In questo caso, invece, beh, non sono proprio solo ad elogiare il lavoro di Nolan… però i gusti son gusti: normalmente il pubblico dei lettori di comics esalta il primo film , parla bene del secondo (perché c’è il miglior Joker di sempre) e denigra il terzo (pur salvandone gli aspetti tecnici di messa in scena), io invece sono un po’ una mosca bianca, perché li ho apprezzati tutti e tre ma per motivi diversi l’uno dall’altro, ma questo forse lo avari capito leggendo le mie parole.
      In ogni caso ti ringrazio per esserti fermato a leggere il mio post, che è anche molto lungo ed ampolloso, perciò sei anche un coraggioso e sappi che le critiche, portate in modo rispettoso come fai tu, sono sempre molto gradite da me.

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      • I wachowski sono dei fottuti genie, e non tanto per Matrix (penso di essere l’unico sulla terra che lo trova un buon film e niente di più) ma per film come Cloud Atlas che secondo me è spettacolare ma anche la serie TV Sense8 e straordinaria.
        Jupiter purtroppo ha dei difetti gravissimi, non è la trama, non è la sceneggiatura…ma gli attori che non sanno recitare!

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        • Su questo siamo più che d’accordo, AleRandy… you’re right, man! I Wachowski sono dei fottutissimi geni, davvero! Cloud Atlas lo amo immensamente e non lo dico ora piaceria (ci ho scritto un post sopra a suo tempo!), ma perché lo penso davvero!
          “Sense8” è un’altra di quelle cose che mi hanno attirato molte critiche, perché alcuni l’hanno disprezzata per il suo ritmo mentre io l’ho adorata e la considero uno dei cavalli di battaglia della Netflix!
          Andando anche con te Out of Topic… ho notato sul tuo blog un interessante pezzo su “Turbo Kid“, ma ahimè è molto sintetico… adoro leggere, ancor più che scrivere… sai dirmi di più?

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  2. Come ben sai amo la filmografia del regista Christopher Nolan. Ho amato la trilogia del Cavaliere Oscuro e condivido ogni parola ed ogni elogio riservato alla Hathaway (attrice che adoro, sai anche questo) e alla scena che hai scelto per questo Kasa Shot, che avevi già “annunciato” tempo fa e che aspettavo da molto. Ma non ti sei limitato a celebrare la perfezione di una scena di Nolan, la bravura di un’attrice, la perfezione della colonna sonora di Zimmer. Tu hai paragonato l’arte del cinema, la Settima Arte, alla poesia, hai espresso la tua idea di “bello ideale’ ed hai ripercorso la carriera del regista inglese, evidenziando il suo percorso di crescita, dimostrando tutta la tua passione ed il tuo amore incondizionato per il cinema di qualità. Giù il cappello, tutti in piedi ad applaudire. Un articolo praticamente perfetto.

    P.S. per completare la serie di recensioni dei film diretti da Nolan fino ad ora, sul mio blog manca ancora quella di “Following”. Prossimamente arriverà, anche se non vorrei limitarmi a discutere del film, ma, partendo dall’analisi della sua prima pellicola, ho intenzione di estendere il discorso alle altre opere da lui dirette, un po’ come hai fatto tu in questo articolo, ma cercando di individuare altri aspetti comuni, parlando dell’approccio di Nolan verso il pubblico, del modo con cui lo trascina nel suo mondo, giocando ad “ingannarlo” e a sorprenderlo.

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  3. Mi piace si, anche se non sono un superfan dei supereroi, sul batman di nolan non si puo che dire bene…tanto che mi sono speso una fortuna per la special superultramegacollectioneditionbluray. Bello, e come osservi tu, bellissima catwoman-anne terribilmente sexy e sicuramente la migliore di tutte… La pfifer col vestitino di gaultier non mi ha mai fatto impazzire… E come sempre i complimenti ti devono invadere anima e corpo per la sublime recensione, che poi recensione non e’, ma sublime rimane. Bravissimo kasa.

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  4. Grande Dave! Mi fa davvero piacere il tuo apprezzamento, perché questa volta, come ti preannunciavo, ero consapevole di essermi reso abbastanza impopolare, ma, come ho anche detto via mail all’amico Lapinsù, l’accosatmento con la poesia scritta non è pretestuoso ma davvero sentito e tu, che sei un animo sensibile, te ne sei accorto!
    Questa è sincerità kasabake al 100%!!

    Sulla Anne, che dire? La amiamo tutti…

    So che sei un cultore dell’opera di Nolan e sarà un piacere leggere il completamento della tua digressione sul regista britannico, quando arriverà il tuo di post!

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  5. oddio tu non hai idea di quanto tempo io ci abbia impiegato a somatizzare la notizia di Anne Hathaway nei panni di Catwoman a suo tempo, che poi lei mi piace anche, ma non la vedevo proprio nel ruolo… per fortuna che poi mi abbia fatta ricredere! Comunque sia apprezzo tantissimo il post interamente su Nolan 😀 A me il terzo batman è piaciuto tantissimo, è una perfetta chiusura di un cerchio.

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    • Grazie Blackgrrrl di essere passata anche tu da queste parti e grazie di essere arrivata fino in fondo al mio lungo “pippone” su questa scena! Leggo con piacere che anche tu hai trovato ottima la Anne in una parte apparentemente fuori dalle sue corde… certo, che, come sempre, tutto è nel copione, perché i fratelli Nolan non le hanno cucito la parte della “fatalona”, ma quella di una donna complessa e combattuta…

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      • ma prego! no il mio problema è che sono una dannata integralista con Batman, perché sono cresciuta con quelli di Burton e devo ammettere che all’epoca ci ho messo un po’ di tempo ad accettare Nolan. Ora invece lo venero come regista, cioè è il mio eroe, ma è un’atteggiamento sulla difensiva, credo… so essere davvero intransigente per certe cose e a volte rischio di risultare davvero stronza 😀 Avevo ingiustamente trattato male la povera Anne prima di questo film ma poi le ho chiesto scusa perché è stata brava, ma la Selina del mio cuore rimane Michelle 😀

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  6. Lo stringato (e no privo di refusi) commento mattutino – per il quale mi scuso – trova due ragioni invero insufficienti ma comunque ineluttabili.
    1. sul mio televisore erano iniziati a scorrere i primi fotogrammi di Youth, l’ultimo di Sorrentino (film che ho gradito e che mi fatto capire qualcosa in più di questo ingegnoso regista. Forse ne scriverò, forse).
    2. la necessità di rileggere almeno un paio di volte il tuo post per poterne dar conto in maniera onesta e profonda nella stessa misura in cui tu sei stato divulgativo ed appassionato.

    Se credi di aver fatto un parallelo ardito tra Nolan e la poesia, ti dico che sei nel torto (ma questo già lo sai) perchè il cinema di Nolan è potente ed evocativo come pochissimi altri cinema, mentre la poesia cos’altro è se non potenza ed evocazione? Addirittura credo che nemmeno si tratti di parallelo, ma proprio di simbiosi.
    La scena in questione – deliziosa – sembra addirittura assomigliare ad un balletto con alti, bassi, piroette, surplace e perfino il casquet finale (il salto indietro con cui Selina-Anne si dilegua oltre la finestra).
    Ma la cosa più bella di questa scena è la sua SEMPLICITA’, come per altro tutto il cinema di Nolan.
    Quando tu, in un lontanissimo post, parlavi di mise-en-scene credo che ti riferissi proprio a questo, alla capacità non solo di tradurre in un unico corpo ciò che è invece è certosino e complesso lavoro di assemblamento, ma addirittura riuscire a fornire l’impressione, anzi no di più, la consapevolezza che quell’unicum davanti ai nostri occhi si è autogenerato dal nulla sospinto da una forza invisibile e primordiale, una sorta di big-bang cinematografico che si espande e si espande e si espande fino a lambire i confini del cuore e dell’intelletto.
    La grandiosità del cinema di Nolan (e pure di Spielberg, concordo con il tuo paragone) sta proprio tutta qui, che vedi una scena – anche la più apparentemente complessa – e pensi: “che ci vuole, la potrei fare pure io”. Ma purtroppo non è così… Nolan (come Spielberg) non è opulento come Kubrick che lo vedi, chini il capo, reciti il Deo Gratias per avercelo mandato sulla Terra e poi ti fustighi perchè no saprai mai comprenderlo fino in fondo. No, Nolan è il genio che ha saputo restare semplice e questo, di fondo, credo sia la ragione dei tanti haters che lo circondano: fa credere a tutti di poter diventare come lui, alcuni se ne convincono ma quando ci sbattono il muso se la pigliano proprio con lui. In fondo è tutta frustrazione.
    Buon per noi che sappiamo metter da parte la spocchia per gustare appieno queste perle.

    PS: ho scientemente evitato di spiegare i torbidi pensieri che mi ispiri la Anne in latex nero ed occhialini. Per una volta ho voluto essere meno verace e più riflessivo 🙂

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    • Sappi subito che la stringatezza della mia risposta al tuo splendido e corposo commento non è nel modo più categorico indice di scarso apprezzamento o bassa considerazione da parte mia, ma solo l’ennesimo segnale del mio tempo miserrimo…
      Non so nemmeno come io sia riuscito a scrivere il post e sai quanto sono pignolo e logorroico…
      Sul discorso Nolan, sull’apparente semplicità delle sue sequenze (belle come un bel codice pulito e non farraginose come un sistema operativo che per correggere errori mette delle pezze sopra la magagna, appesantendo il tutto) e persino sul parallelismo tra poesia scritta e poesia filmata, direi che siamo sincronizzati.
      Grazie di cuore del sostegno e dell’aver apprezzato, aldilà dell’amicizia, questo parto!

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  7. Karissimo Kasa devo dirtelo, vorrei saper scrivere come te 😀
    A me piace un sacco scrivere [scrivere seriamente, non solo ironiche cazzatine con commentini tra parentesi quadre] e mi diverto a scribacchiare in modo leggero sul mo blog, ma il modo in cui scrivi tu è tutto un’altro livello, trascende il significato di “post” e “blog”, le tue parole non sfigurerebbero di fronte ad un articolo di un illustre giornalista di un prestigioso quotidiano [e non scrivo esempi perché non saprei dire oggi quale sia un prestigioso quotidiano]. Lo dico sinceramente Kasa, leggerti è un enorme piacere 🙂

    Ma torniamo OT, va là!
    Non c’è bisogno che ti dica cosa penso della trilogia Batmaniana di Chris Nolan perché abbiamo avuto svariate occasioni di parlarne, ma in generale si riassume [quasi] perfettamente con quanto hai scritto tu qualche commento sopra: esalto il primo film , parlo bene del secondo [ma NON perché c’è il miglior Joker di sempre] e denigro il terzo.
    Il problema del terzo film sono le intenzioni e la deludente messa in scena a fronte di forse esagerate aspettative nate non solo da parte dei fan [anche] ma soprattutto dagli stessi realizzatori.
    Non è mai facile criticare un film tanto celebrato soprattutto quando c’è dietro un regista ugualmente idolatrato, ma so che qui nel tuo blog non devo temere insulti o inutili guerre da parte di esaltati fanboyz quindi lo dico chiaro e tondo: per me TDKR non solo è il più debole della trilogia ma è anche il peggior film della filmografia di Christopher Nolan! Io non riesco neanche lontanamente a paragonarlo ai suoi predecessori o a film come MEMENTO, THE PRESTIGE o INCEPTION. Davvero non lo concepisco!!!
    Scusa lo sfogo ma è da tanto che lo tengo dentro 😀

    Sentimenti repressi a parte, tra i personaggi introdotti in questo film la migliore e quella che ho apprezzato di più è sicuramente Selina Kyle! Nonostante tra le varie incarnazioni abbia sempre avuto una fumettistica attrazione verso la Catwoman coi capelli corti e di dubbia etnia introdotta da Brubaker e Cooke nel 2001, sul grande schermo quella della bellissima e bravissima Anne Hathaway è ad ora la miglior incarnazione [con buona pace della Pffeifer che sebbene sia ormai un’icona cinematografica, la sua era una Catwoman molto Burtonizzata e molto libera dalla fedeltà cartacea, segno che comunque si possono fare bellissime cose anche senza rispettare strettamente il fumetto].
    La scena presa in esame da te è una delle migliori dell’intera trilogia, stavo per alzarmi ad applaudire quando la vidi al cinema!

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    • A me piace molto il tuo stile di scrittura, Something Nickname, sempre sul filo del codice doppio ed ironico e te l’ho detto più volte, quando commento i tuoi post: da appassionato di fumetti ad appassionato di fumetti, entrambi sappiamo che l’ironia non è cosa semplice, sempre in bilico tra lo “sbrago” cafone da un lato e la spocchia snob dall’altro, per cui, quando la si trova ben equilibrata, come in genere è la tua, la lettura diventa liscia e scorrevole e si potrebbe continuare per ore, anche quando la materia del trattare è ostica o semplicemente didascalica.

      Ti dirò di più, leggendo le tue parti scherzose si arguisce subito che dietro si nasconde un disegno più complesso, come sempre dietro un vero comico si cela un attore drammatico.

      Nel mio caso, scrivere in modo serioso è più semplice, ma è altrettanto vero che, come te, anch’io adoro scrivere e leggere (in egual maniera) e persino ascoltare ed intrattenermi con la gente: spesso mia moglie mi dice “cavoli, Paolo, ma ti fermi a parlare proprio con tutti…” mentre magari sto chiacchierando con un’ottuagenaria semi-paralizzata nella sala d’attesa del dottore.

      Quindi? Quindi i tuoi complimenti mi hanno frastornato ed inorgoglito moltissimo, soprattutto perché, come ho già scritto ad altri colleghi ed amici blogger, ho scritto questo post convinto di essere stato seriamente impopolare (cavoli, parlare di poesia su WP sembra voler farsi notare a tutti i costi…).

      Per cui ti ringrazio un milione di volte, anche da parte del ghostwriter che per me scrive segretamente i testi e che tengo rinchiuso in cantina da anni, con una dieta ferrea a base di “Cerealix”, Latte di Soia e Cracker “Doriano” della Pavesi… roba che se arriva un profiler della FBI lo confondo con dei pezzi di foie gras buttati a caso, così cercano Hannibal e lasciano stare me…

      Sulla trilogia nolaniana il mio pensiero è abbastanza burrascoso, perché sono sempre scisso tra l’animo fumettistico e quello di appassionato di cinema: la chiave di lettura di tutto il terzo atto è secondo me lo stesso finale, con cui Nolan mostra il totale disprezzo per un franchise che ha voluto chiudere (non lo sto denigrando, si badi bene), allo stesso modo con cui Kubrick se ne sbatté altamente del testo di King quando fece il suo “Shining”… ma è proprio questa terribile bestemmia che m’intriga, amico carboidrato canide…

      Nel primo capitolo, infatti, Goyer e Nolan crearono il mito e saldarono la maschera sul viso del giovane Wayne e resero il tutto molto riconoscibile (il bene, il male, il villain di turno, la donna che ama Bruce e che non può amare Batman), persino la nostalgia del passato innocente: quando Rachel, dopo averlo baciato delicatamente sulle labbra, prende il viso di Bruce tra le sue mani e gli dice “This is your mask, Your real face is the one that criminal now fear. The man I loved… the man who vanished…he never came back at all…”, tutto il film si dispiega come un grande poster prima ripiegato e mostra il disegno accurato stampato all’interno (tra l’altro, subito dopo, c’è la scena in cui Bruce raccoglie tra le macerie lo stetoscopio del padre e parte il flashback di lui bambino, con sotto la struggente partitura al pianoforte di “Corynorhinus”, scritta da James Newton Howard in collaborazione con Zimmer e che riuscirebbe a far commuovere anche un sasso…).

      Nel secondo capitolo, avviene l’incoronazione di Batman a Cavaliere Oscuro e vengono abbandonate le atmosfere pop di Goyer ed i due fratelli Nolan in solitario firmano la sceneggiatura che avrebbe dovuto chiudere la serie, con un plot intricato, metropolitano, terrbilmente noir ed anche decadente, su cui letteralmente tracima la recitazione molto fisica di Ledger con il suo Joker (la scena che amo maggiormente di questo film resta l’opening con la rapina, in stile Mann, ma a dire il vero non trovo momenti sbagliati, anche se tutto scorre senza dei picchi stratosferici).

      Infine il terzo capitolo, quello che fu dannatamente fatto solo perché nessuno voleva che qualcun altro (che non fossero i Nolan) lo facesse e che fu un parto difficile, travagliato, con la morte di Ledger sulla schiena, ma nel caos, in mezzo a tutta quella distruzione e disillusione, sono emerse delle perle di cinema che ancora adesso mi fanno impallidire, come i missili di Von Braun che hanno portato l’uomo sulla luna dopo essere stati arma di sterminio dei nazisti su Londra: la sequenza di apertura, con l’agente della CIA (divenuto subito un meme) e Bane diabolico stratega del camouflage, il cieco che insegna a Wayne come uscire dal pozzo ritrovando la paura di morire (“no rope!”), Selina Kyle in tutto il suo essere Hathaway e non un costume, l’ombra tra le ombre Miranda Tate / Talia al Ghul e su tutti l’immenso Michael Caine che è l’immenso Alfred Pennyworth, anch’egli vittima dell’inganno, perché l’aver celato una lettera è nulla in confronto agli attori di questa tragedia familiare (bimbi orfani, figlie tradite nel loro amore, infanzie spezzate, un’intera città narcotizzata, un’intera classe politica e giudiziaria che sprofonda nel nulla, come lo stadio di football).

      Si, ho amato il terzo film proprio per la sua ruvidità, per la sua incompletezza, per le sue stonature, per il suo essere esso stesso una maschera di una maschera di una maschera (presente il famoso verso “Rose is a rose is a rose is a rose”della poesia “”Sacred Emily” di Gertrude Stein in cui “Rose” è sia il fiore sia un nome proprio?) e riconosco tutte le sue debolezze ma anche le sue bellezze.

      Scusa il pippone, Dog, ma Batman mi trascina sempre in un gorgo…

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  8. Come promesso eccomi qua 😉
    Prima di tutto voglio farti i complimenti per gli splendidi articoli/pezzi che scrivi, sono sempre molto interessanti, scorrevoli e piacevoli da leggere, magari sapessi scrivere come te!
    Riguardo al tema dell’articolo… bhe… purtroppo penso di essere l’unica voce fuori dal coro o quasi.
    Come forse saprai, Nolan non è proprio il mio regista “preferito” ahimè, lo considero comunque un ottimo regista! Ho amato pellicole come Memento e Inception, ma purtroppo la trilogia di Batman, Insomnia e Interstellar (quest’ultimo soprattutto) non mi hanno proprio fatto impazzire.
    Quello che penso, fondamentalmente, è che Nolan sia davvero un regista capace e dalle grandi idee, ma alcune sue pellicole sono state di recente sopravvalutate sulla scia del successo e dell’accrescimento di fama dovuto al Cavaliere Oscuro, prima, e Inception, poi (senza contare Interstellar).
    Per quanto riguarda il Pipistrello ti dico che non ho amato il terzo capitolo che considero tra i suoi film meno riusciti (una delle più grandi pecche, a mio parere, è proprio Anne Hathaway). Il Cavaliere Oscuro rimane il capitolo più bello, ma gran parte del merito va alla splendida interpretazione di Heath Ledger.
    Complimenti ancora Kasa!

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    • Whaoo, Andrea anche tu mi riempi di complimenti e belle parole e dopo io arrossisco!
      Avevi detto che avresti dato il tuo supporto e lo hai fatto, many thanxxx!
      Se noterai dai commenti, invece, sei in ottima compagnai per il tuo giudizio negativo sul terzo capitolo della trilogia nolaniana, giacchè già dal primissimo commento (del cortese ed agguerrito blogger AleRandy) sono molte le voce di dissenso dai miei elogi e sono tutte voci di persone che stimo, parimenti alle altre che invece concordano sulla bellezza in ogni caso del film.
      Il fatto è che un blockbuster come questo non può non attirare critiche ed anzi, direi che se le cerca!
      Il più grosso complimento, però, tu lo hai fatto ame, perché giudicare questo mio post bello da leggere, anche se non concordi con quanto ho scritto è davvero di una gentilezza e classe squisita!

      Una domanda che non c’entra nulla, invece, Andrea… ma la foto del tuo avatar dove è stata scattata? Sembra un museo dei trasporti… vedo un aereo ad elica appeso al soffitto e più giù una vecchia locomotiva…
      Perdona la mia ignoranza e soddisfa la mia curiosità!
      Lo sai che amo indagare su tutto ciò che mi circonda, specie se riguarda blogger amici come te…

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  9. Meraviglia delle meraviglie. Sia il tuo pezzo, che la scena, che tutto il film.
    Ho rivisto TDKR proprio l’altra sera (fortuna? casualità? destino? banana???) e sono felicissimo. Grande, GRANDE Kasa!
    La scena che hai scelto è fenomenale e mi sento di dire in tutta sicurezza, anche grazie alla recente visione, che Anne Hathaway sia quella che offre l’interpretazione migliore tra tutti i membri del cast. Di conseguenza anche il suo personaggio è tra i più riusciti e affascinanti del film. E l’impressione è che il merito sia più suo che di sceneggiatura (per quanto assolutamente valida). Attrice e personaggio sono fondamentali nel costruire quel senso di tragedia inevitabile e insuperabile (basta pensare alla scena del ballo in maschera che citavi anche tu), quella drammaticità e complessità che rendono il film unico nel suo genere (Batman Begins e The Dark Knight sono unici per altri motivi; da qui l’unicità dell’intera trilogia), profondo e intenso, sontuoso e monumentale. E Selina Kyle è praticamente un film dentro al film, un microcosmo all’interno di un mondo più vasto, è una donna letale, sfrontata, capace di tutto, ma allo stesso tempo tenera come un gattino (ooops), e nei momenti giusti, dai suoi occhi traspare una tristezza che è disarmante. La Hathaway è un’attrice mostruosa e dire che la sua sia la Catwoman migliore di sempre è dire poco.
    Detto questo, il film difetti ne ha e sono pronto a parlarne con chiunque, ma rimane un filmone-one. Un opera altissima dal contenuto straordinario e di eccezionale fattura, specie se considerato il genere a cui appartiene e il suo essere il capitolo conclusivo di una trilogia.

    Kasa, ho cercato di trattenermi (con i concetti, non con i superlativi o le parentesi tonde), come sai potremmo stare qui a parlare all’infinito del Batman di Nolan, ma non voglio dilungarmi troppo e poi voglio conservarmi cose da dire per eventuali post futuri miei (perché cavolo prima o poi mi toccherà). Come anche il discorso che Nolan sia a tutti gli effetti il nuovo Spielberg, non tanto per i film che fa, ma per quello che rappresenta e per come ha influenzato radicalmente tutto il cinema e quindi il mondo. Ecco mi fermo se no spoilero troppo (bluff, in realtà sono stanchissimo, se vuoi ne parliamo domani, di questo o di quello che vuoi, a me fa solo piacere 😉 ).

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    • Zack e Batman sono due voci presenti sulla stessa pagina, anzi, dentro lo stesso dizionario enciclopedico che ho nella mente, quella sorta di palazzo della memoria e delle emozioni dove miliardi di fili escono da ogni stanza e si collegano ad altre stanze, ma il tuo nickname ed il Dark Knight stanno proprio nella stessa stanza, l’uno vicino all’altro, quindi il collegamento che faccio, ogni volta che penso ad uno è l’altro e viceversa.
      Detto questo, perché si comprenda il seguito, ti dico che magari avessi del tempo per restare a parlare con te della trilogia ed anche dei film che verranno, perché la mitologia non si è esaurita con Nolan, ma purtroppo è un periodo terribile per il mio tempo libero (ed anche per quello “non libero”!).
      Ho letto con voracità i tuoi ragionamenti e le tue osservazioni ed ho assaporato con delizia i teaser di un discorso più ampio che forse (certo) verrà in un tuo post (se riguarda Batman, direi “IL” POST…).
      Un tuo commento positivo al mio post su Selina e di sponda sul TDKR ed infine su Nolan, vale come imprimatur e “Zack Approved” e di conseguenza un elogio grandissimo, come quello che mi hai fatto, vale come un’incoronazione!
      Ora scappo (di nuovo) nel mio limbo (nel mio tesseratto), ma ti leggo, ti ascolto e ti ricordo (fuckin’ blogger! Pubblica anche tu…).
      Con stima e rispetto, bye!

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  10. Mamma mia Kasa, mamma mia! Ogni volta che ti leggo mi sento piccola piccola e insignificante, come argomenti tu nessuno mai, e non è vero che i tuoi sono “pipponi”, cavolo ce ne fossero di persone con la tua bravura e soprattutto con il tuo modo di ragionare e bilanciare discorsi inglobando temi vicini, cavolo Kasa…
    Questo articolo è talmente bello e con un analisi a 360° che vorrei poterlo pubblicare sulla mia pagina Facebook in modo che anche altri possano goderne!

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  11. L’avevi detto che stavi andando a recuperare un post e lo hai fatto davvero, grande DoppiaW!
    Lietissimo ti sia piaciuto, perché io invece ero un po’ timoroso quando l’ho mandato online… non è molto di moda parlare di poesia, anzi, come ho scritto in altri commenti sopra, è sempre un po’ da fighetti ed è davvero questione di un attimo essere etichettati come dei saccenti boriosi… ma io adoro la poesia, sul serio, specie quella contemporanea statunitense… è così vicina a noi… sembra qualcuno che ti parla dietro le spalle, come le casse dell’home theatre… ti giri ed invece non c’è nessuno, poi ti rigiri davanti e te la ritrovo dentro quella voce, dentro di te… una cosa fighissima…).
    Sono contento di trovare qualcuno con cui ci si può aprire senza timori di essere fraintesi (uno dei grandi mali di questa società: essere fraintesi) ed anche con una grande sensibilità (grande cervello + grande cuore = grande donna!).
    Buonissima giornata WW!!

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  12. Su segnalazione di una cara amica sono arrivato nel tuo blog e mi sono trovato subito a mio agio, soprattutto perché le tematiche trattate sono sempre in sintonia con le passioni che pratichiamo per cercare di vivere meglio. Come Nolan per esempio: un regista che amo ma che ho anche criticato (per Interstellar), e che, con film come Memento e The Prestige ha senz’altro raggiunto vette inarrivabili per altri. La sua “riscruttura” della saga di Batman l’ho gustata soprattutto per il secondo capitolo, perché la visione deformata del Joker è stata una di quelle intuizioni difficili da dimenticare.
    Ora lo sto aspettando al varco perche un regista con la possibilità finanziaria che avrà, non potrà deludere le attese com’è successo nella sua ultima prova. Un grande talento può anche sbagliare e proprio per questo risultare simpatico. Il suo Batman gli ha dato la notorietà, ed ore si deve superare ritornando a pellicole intelligenti e a sceneggiature degne del cognome che porta insieme al fratello.
    Il futuro è tutti suo………..

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  13. Sarà l’età, sarà la deformazione personale, ma quando sento parlare di Barman mi viene sempre in mente l’immagine di Lloyd, il fantasmatico barista che serve Jack Torrance nello “Shining” di Kubrick…

    Inevitabile che l’associazione mi avvenisse anche quando ho letto il tuo nickname, una fascinazione che mi ha portato immediatamente al tuo blog e da lì alla tua mission, dove spieghi il perché del nome del tuo sito: una storia splendida, per altro, a suo modo simile (mutatis mutandis) empaticamente, se capisci cosa intendo, alla mission che io ho a mia volta scelto per il mio stesso blog.

    Un bar ai confini dell’Universo, un hotel di destini incrociati, un panno umido che raccoglie le gocce sul bancone ed assieme i racconti degli avventori, l’ennesimo paio di occhi pieni di storie pronte ad essere raccolte dal giusto ascoltatore (come il collezionista di storie, obeso ed albino, che gira per le favelas catalogando le confessioni degli uomini e le donne che con lui decidono di confidarsi, senza intervenire in alcun modo, nelle storie a fumetti del mastro Alberto Breccia).

    Anch’io mi sono trovato subito a io agio tra le pareti del tuo locale (metafora questa che, vuole coincidenza, uso spesso quando vado a fare visita nei blog dei miei colleghi, forse anche perché ho gestito per anni una birreria a Bologna, con mia moglie, prima di aprire una fumetteria-videoteca) e lo frequenterò di certo, anche se non prometto di commentare spesso quanto vorrei, causa il periodo particolare e febbrile, ferie permettendo…

    Avremo certo modo di discutere, sempre in odo pacato e garbato, su tante cose e vedrai, se continuerai anche a ti a venirmi a trovare, come anche i commenti degli altri naviganti siano tutti di tono simile, con un mood che ricorda i personaggi del film di Stiller “Walter Mitty”.

    Per me il 2015 è stato l’anno della scoperta del lato femminile di WP, grazie alla frequentazione di blog molto più belli del mio, quali quelli gestiti da alcune amiche che adoro per la loro prosa e le loro osservazioni critiche: spero, quindi, che a consigliarti di passare a visitarmi sia stata una di queste, ma se così non fosse, ringrazio in ogni caso, in lontananza, l’anima nobile che ti ha dato la dritta.

    P.S. Non so se hai preso l’immagine del tuo avatar dalla cover del CD, ma se così fosse abbiamo in comune l’apprezzamento per i Thin White Rope… è cosa risaputa, ma ogni volta mi emoziono ad ascoltare l’intro di “Moonhead“…
    Ci si vede, barman!

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  14. ragazzo tu mi intrighi con questa bellissima risposta: chiaramente l’avatar è proprio la cover di Moonhead dei grandissimi Thin White Rope, perché quando ad arte si sovrappone altra arte, l’emozione si moltiplica all’ennesima potenza. Se poi mi aggiungi che hai gestito una birreria e che ora hai aperto una fumetteria con videoteca sfondi la porta della mia anima. Ci mancavano solo i “vinili” per farmi sbrodolare del tutto.
    In fondo il mio è un Bar virtuale dove la musica interagisce con la poesia interconnessa ad altre arti moderne come appunto il cinema o la multimedialità che ha aperto orizzonti nuovi all’espressività del nuovo millennio. Se poi aggiungi Lloyd allora il gioco è fatto, tanto per unire la sua estroversione alle categorie dei miei cocktail.
    Tutto mitico… lui chiaramente, e tu altrettanto !!! 🙂

    P.S. ti lascio questo link tanto per curiosare un po’… piacere di averti conosciuto

    https://antoniobianchetti.wordpress.com/category/06-dark-angel-fantascienza-oscura/

    🙂

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    • Avevo già cominciato gironzolare per il tuo locale, per ora senza ordinare, ma ammirando gli interni, la disposizione dei tavoli ed i tanti oggetti affissi alle pareti, memorie di viaggi fisici e mentali… Davvero un bel posto dove venire e magari parlare dei massimi sistemi, tra un buon bicchiere ed un altro.
      Ovviamente, non appena il mio tempo diverrà meno tiranno, cominceranno a fioccare qui e là i miei commenti, perché mi piace dire la mia, sempre quando il padrone di casa è poi un tale ospite.
      Ad maiora!

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  15. Articolo magistrale, con spunti di riflessione mai banali o abbozzati su un film troppo criticato che, addirittura,(!) viene additato come il peggiore di Nolan, forse perché le aspettative ed i termini di paragone sono stati dai più unicamente tarati sul precedente capolavoro del Cavaliere Oscuro. Hai scelto di parlare poi di una scena davvero emblematica che, dopo una manciata di minuti di film, ci offre subito uno spaccato di Catwoman secondo Nolan. Ho avuto la fortuna, dopo aver improvvisato una gita fino a Riccione per vederlo, di assistere al capitolo conclusivo della trilogia in IMAX e, dopo ormai un lustro, ancora ho in mente un senso di immersività mai più raggiunto (con Bane che sembrava quasi essere seduto accanto a me in sala). Dato che anche tu hai molta stima – come me – del lavoro di regista britannico, sono molto curioso di un tuo parere su Dunkirk (se l’hai già visto).

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    • Sono in treno, con batteria del telefono praticamente al minimo, ma sentivo lo stesso la necessità di risponderti perché non solo sei stato incredibilmente generoso con me, ma perché oltretutto abbiamo in comune una affinità ovvero quella di lasciarci travolgere contemporaneamente dalle emozioni e dagli stimoli intellettuali senza pregiudizi.
      Dunkirk è semplicemente immenso, la prosecuzione del discorso nolaniano sul relativismo del tempo, iniziato con Inception è proseguito con Interstellar.
      Dopo l’entusiasmo sia della critica che del pubblico verso l’ultimo film, adesso cominceranno ad arrivare i soliti cretini che troveranno modo di lamentarsi di un film che piace a tutti e che è anche un’opera d’arte come accadeva solo ai film della Hollywood classica che riuscivano a mettere d’accordo la platea e la critica.
      Un abbraccio a te, amico.

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  16. Pingback: La Mise-en-Scène o il Genere dei Generi | kasabake

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