Godzilla torna a casa!

Gojira-2016Dopo le devastazioni provocate in terra americana, il capostipite di tutti i kaijū sta finalmente per ritornare nella sua terra di origine, il Giappone.
Come gli appassionati ben sanno, infatti, lo studio cinematografico Toho ha da pochi giorni iniziato le riprese di un nuovissimo film, dedicato proprio a lui, al nostro caro Gojira, Godzilla per noi occidentali!
Il titolo provvisorio di lavorazione è il semplicissimo “Shin Gojira” (“Nuovo Godzilla”) e la distribuzione nelle sale cinematografiche giapponesi è prevista per l’estate del 2016.

kaijuSenza addentrarci troppo sull’etimo della parola, va detto che con il termine “kaijū” (letteralmente “bestia strana”) si intendono al cinema sia i giganteschi mostri, che si aggirano devastando tutto quello che incontrano, sia gli stessi film con protagonisti i kaijū, sempre rigorosamente di genere “tokusatsu” (letteralmente “riprese con effetti speciali” e termine usato in Giappone per indicare tutti quei film che hanno il loro punto di forza proprio nell’uso esasperato dell’effetto speciale).

Neon-Genesis-EvangelionLa sceneggiatura di questo trentesimo film (tanti ne hanno fatti!) dedicato al nostro King of the Monsters è stata affidata dalla Toho niente meno che all’autore di culto Hideaki Anno, creatore del celeberrimo “Neon Genesis Evangelion” (molto brevemente, uno degli anime più rivoluzionari ed epocali mai realizzati ed entrati di diritto nella storia dell’animazione, con un complesso franchise composto da una primigenia fiction televisiva e due serie di film, sia di completamento della saga, sia di reboot della stessa e tutt’ora continuamente saccheggiato dal cinema fantascientifico di tutto il mondo, a livello di idee narrative e di visual concept ).

Gamera-Daikaiju-Kuchu-KessenLa regia e la direzione tecnica degli effetti speciali sarà invece nelle mani di un uomo più che esperto del mondo kaijū, ossia quello Shinji Higuchi che curò da cima a fondo gli effetti di “Gamera Daikaijū Kūchū Kessen” (letteralmente “La Gigantesca Battaglia Aerea di Gamera” e distribuito in occidente come “Gamera: Guardian of the Universe”), “Gamera Tsū: Region Shūrai” (letteralmente “Gamera 2: La Legione dell’Invasione” e distribuito come ”Gamera 2: Advent of Legion”) e “Gamera Surī Jyashin Irisu Kakusei” (letteralmente “Gamera 3: il Risveglio del malvagio dio Iris” e distribuito in occidente come “Gamera 3: Awakening of Irys”), ovvero la cosiddetta e famosissima “Gamera Trilogy” (per la cui recensione completa rimando all’ottimo articolo del mio guru in materia Lupo Cattivo del sito Cinemanometro), contenente appunto i capitoli 9, 10 e 11 della serie dedicata al celebre kaijū a forma di Tartaruga.

Gamera-Suri-Jyashin-Irisu-KakuseiQuelli della trilogia di Gamera sono anche i primi tre film della serie ad essere stati prodotti dalla stessa Toho di Godzilla, dopo l’acquisizione dei diritti dello specifico franchise.
Quindi, dopo averlo già fatto con il kaiju testuggine, la Toho si appresta a ridare nuovo lustro anche a Gojira/Godzilla, facendo ripartire tutto proprio da dove tutto è iniziato: il Paese del Sol Levante, che ha vissuto proprio di recente a Fukushima la più tragica ed infausta catastrofe nucleare mondiale, dopo Černobyl’.

FukushimaNon è casuale la mia citazione del pericolo nucleare, perché non dobbiamo dimenticare che Godzilla fu concepito in origine come una rappresentazione metaforica del pericolo delle armi nucleari e del grande rischio in un loro possibile utilizzo per le guerre successive alla Seconda Guerra Mondiale (che si concluse proprio con i bombardamenti nucleari americani su Hiroshima e Nagasaki).

Godzilla-1954Facendo un salto indietro di circa 60 anni e tornando quindi agli inizi degli anni ’50, troviamo due film di sci-fi che hanno creato la storia di questo genere kaijū: “The Beast from 20,000 Fathoms”, film americano del 1953, diretto da Eugène Lourié (su uno script solo in parte estratto da un racconto dello scrittore Ray Bradbury) e “Godzilla”, film giapponese del 1954, diretto dal mitico Ishirō Honda, con protagonista il kaiju creato dallo stesso Honda, da Tomoyuki Tanaka e Eiji Tsubaraya.

The Beast from 20,000 FathomsEntrambi i film sono gli antesignani ed i pionieri nel loro genere: quello americano vantava, tra le altre cose, gli effetti speciali (con animazione in stop-motion) del celeberrimo Ray Harryhausen (se non lo conoscete, davvero non posso parlarvi oltre di lui, perché ci sono centinaia di monografie al riguardo, sia cartacee sia nel web di certo più esaustive di quanto potrei dire io) ed ha segnato negli USA l’inizio del genere di film catastrofista con mostri giganti, mentre quello giapponese è ufficialmente indicato come il capostipite di tutti i film di mostri nipponici.

ThemCiò che però va subito fatto notare (e che viene spesso dimenticato o equivocato) è che, mentre tutti i successivi film americani di mostri (già a partire dal notissimo e bellissimo “Them!”, del 1954, di Gordon Douglas, con le sue formiche giganti) descrivono i kaijū come degli esseri mostruosi frutto di una mutazione genetica causata dalle radiazioni nucleari, sia “The Beast from 20,000 Fathoms”, sia il “Godzilla” di Honda hanno come soggetto un essere gigantesco e mostruoso risvegliato (non mutato) dalle esplosioni nucleari: un’entità animalesca e naturale, un leviatano  rimasto nascosto in letargo nelle profondità della Terra, un potere enorme che giaceva nei meandri del sottosuolo e che viene appunto risvegliato (non generato, quindi) dal comportamento suicida del genere umano.

Ghidorah,-the-Three-Headed-MonsterMentre in Occidente, questo tema del “risveglio” (awakening) venne subito soppiantato da quello della trasformazione (mutation) e dell’incidente di laboratorio (più affine alla nostra cultura), in Giappone ed in Asia in generale, l’idea iconica di una mostruosa creatura vivente che, di fatto, si alza come un sentinella  a difesa della natura stessa (e quindi dello stesso Giappone) contro le devianze, frutto dell’uso azzardato e spericolato delle scienza da parte degli uomini, incontrò felicemente gli archetipi presenti in quella cultura e la figura di questo rettile preistorico, che spara contro i nemici un potentissimo soffio “atomico” dalla sua bocca, divenne con gli anni persino un difensore della nazione da altri esseri mostruosi che volevano distruggere il Giappone.

Godzilla-vs.-the-Sea-MonsterIn più di 60 anni di storia, Godzilla è divenuto anche un simbolo della cultura popolare giapponese all’estero: dal “The Guardian” del 9 Aprile di quest’anno, apprendiamo, ad esempio, che in quello stesso mese il nostro mostro tanto amato e papà di tutti i successivi kaijū è stato dichiarato persino ambasciatore culturale della nazione, dal responsabile governativo del distretto amministrativo Shinjuku della città di Tokyo, il signor Kenichi Yoshizumi , il quale, in occasione dell’inaugurazione di uno speciale busto dedicato a questo character, ha anche dichiarato “Il personaggio di Godzilla è motivo di orgoglio per tutto il Giappone”.

Godzilla,-King-of-the-MonstersOvviamente un simile fenomeno cinematografico non poteva lasciare indifferente il grande moloch dell’industria cinematografica americana, che più volte, nel corso dei decenni, provò ad esportare la pianta di Gojira nell’immaginario collettivo statunitense, partendo da ciò che gli USA hanno sempre saputo fare con la cultura dei paesi esteri: copiare ed adattare.

Godzilla, King of the Monsters movie posterNel 1956, quindi, con una collaborazione che ha sempre avuto i toni della resa da parte dell’orgoglioso paese nipponico, il film originale di Honda del 1954 venne smontato, ridoppiato, tagliato pesantemente (tolte tutte le parti con scomodi riferimenti alla pericolosità degli esperimenti nucleari), rimontato di nuovo (con l’aggiunta del personaggio del giornalista americano, interpretato dall’attore Raymond “Ironside” Burr, che racconta in flashback tutto l’accaduto) e quindi distribuito negli USA ed in Europa con il titolo “Godzilla, King of the Monsters!”.
Quella fu la pellicola con cui tutto il resto del mondo, fuori del Giappone, conobbe davvero il nostro kaijū.

The-Return-of-GodzillaCon una modalità tutta nipponica di concepire il concetto di reboot, i giapponesi della Toho, dopo 14 sequel prodotti senza sosta tra il 1955 ed il 1975 e soprattutto dopo la successiva lunghissima assenza dagli schermi (di quasi un decennio!) del character di Godzilla, produssero nel 1984 il film “The Return of Godzilla”, presentandolo di fatto come il sequel diretto del primissimo Godzilla di Honda e quindi fingendo che non fossero mai usciti tutti gli altri film prodotti nel periodo precedente: la cosa affascinante di questo modo di procedere è il rispetto portato dai giapponesi per il primissimo film della serie, che fu mantenuto come tale ed il reboot, quindi, riguardò solo i sequel.

Godzilla 1985L’anno successivo al reboot nipponico, nel 1985, gli americani ampliano l’operazione di rimontaggio ed adattamento del franchise (iniziata per l’appunto con il precedente “Godzilla, King of the Monsters!”) e ne producono un sequel, usando ovviamente tutto il materiale filmico girato dai giapponesi con il “The Return of Godzilla” del 1984, rimontandolo, ridoppiandolo ed aggiungendoci delle sequenze fatte ex-novo negli USA.
Ne nacque “Godzilla 1985”, una rara nefandezza, di cui, voglio precisare, stiamo parlando (come già per la precedente co-produzione USA-Giappone) solo perché esemplificativo di quella modalità mortificante, con cui i nord-americani un tempo usavano le cinematografie estere, come pezzi di carne da assemblare in moderni mostri di Frankenstein, creando dei cadaveri ambulanti a cui erano state rimosse tutte le parti non soddisfacenti la loro visione del mondo.

Godzilla-EmmerichVerso la fine degli anni ’90, sulla scia del successo planetario dei primi due capitoli della serie di Jurassic Park (“Jurassic Park” del 1993 e “The Lost World: Jurassic Park” del 1997, ossia quelli davvero belli, quelli entrambi sceneggiati da David Koepp ed entrambi diretti da sua maestà Steven Spielberg e che fissarono nella mente degli spettatori di tutte le età la straordinaria bellezza e l’incredibile fascino dei rettili giganteschi), il creatore di blockbuster “all fruits”, il bravissimo mestierante del catastrofismo e del patriottismo zuccherato e plasticoso, il tedescone naturalizzato negli USA Roland Emmerich riesce a scontentare i fan di Godzilla di tutto il mondo, scrivendo e dirigendo un film che, personalmente, non mi è dispiaciuto e che ogni tanto riguardo anche volentieri, ma che non fa davvero parte della tradizione del nostro kaijū.

Godzilla-Emmerich-02Il “Godzilla” di Emmerich, infatti, è solo un grosso rettilone preistorico, trasformato in mostro dalle radiazioni provenienti dai test nucleari effettuati al largo della Polinesia francese, un dinosauro in vacanza dal parco di Spielberg e che si aggira per New York, spaccando tutto e cercando di seminare le sue uova in un luogo culto per la sportività cittadina dei newyorkesi.

Godzilla-Emmerich-03L’evidente tentativo di emulare il successo di “Jurassic Park” e la palese mancanza di rispetto per il plot ed il personaggio originale di Godzilla da parte degli autori, anche ammessa anni dopo pubblicamente (Adam B. Vary, redattore della rivista on-line “Entertainment Weekly”, nel numero del 27 luglio del 2012 ha riportato un frammento dell’intervista fatta a Dean Devlin, co-sceneggiatore del “Godzilla” del 1998, in cui lo sceneggiatore statunitense ammetteva “I know I screwed up my Godzilla – so di aver fatto un casino con il mio Godzilla […]”) ha portato alla creazione di un film catastrofista che andrebbe senz’altro recuperato per l’ottima fattura ma che, onestamente, non va nel modo più categorico inserito nel novero della serie di film su Godzilla.

Pacific-Rim-01Paradossalmente (ma non troppo), risulta molto più in linea con il mood stilistico e la filosofia del franchise di Gojira, il capolavoro di Guilermo del Toro “Pacific Rim”, vera e propria sinfonia kaijū, trabordante omaggi alla cultura fantastica nipponica, non solo nelle creature mostruose che governano la scena (sulla cui ideazione e progettazione da parte dello stesso Del Toro sono giustamente stati scritti fiumi di elogi), ma ovviamente anche per i giganteschi robot, pilotati da equipaggi umani, in connessione neurale (come i piloti degli Evangelion dell’anime di Anno e Sadamoto).

Pacific-Rim-02E’ strano il mondo del cinema americano: da una parte abbiamo un film che si propone di essere il reboot ufficiale del vecchio Godzilla ed il primo prestigioso capitolo di una nuova serie di pellicole dedicate al vecchio franchise (idea fortunatamente abortita e ringraziamo per questo tutte le divinità possibili ed immaginabili), che invece si rivelerà il più grosso tradimento del concetto stesso della serie e dall’altra parte un film a sé stante, con una sua storia ed una sua mitologia, completamente slegato dal franchise di Godzilla e che invece è diventato forse il film più rispettoso del fantastico mondo dei kaijū e della cultura fantastica nipponica!

Godzilla-2014A risollevare le sorti delle versioni statunitensi del nostro Re dei Mostri, arrivò fortunatamente nel 2014 il britannico Gareth Edwards, già scrittore e regista nel 2010 del suo pregevole “Monsters”: su uno soggetto dello sceneggiatore nerd purosangue David Callaham (l’uomo che ha scritto per Stallone “The Expendables 1 e 2”, non so se ho reso l’idea!), Edwards fa scrivere una vigorosa sceneggiatura all’amico Borenstein, ma con cotributi anche pesanti di specialisti quali David Goyer (come testimoniato dall’intervista di Adam Chitwood per il numero di Aprile 2013 della testata on-line “Collider”) ed il tutto allo scopo di recuperare presso i fan di tutto il mondo, la credibilità persa con il film di Emmerich.

Godzilla-2014 02L’operazione riesce perfettamente e sugli schermi esce l’oscuro e vibrante “Godzilla”, a tutti gli effetti una sorta di aggiornamento del vecchio Godzilla di Honda, un elegantissima rivisitazione di tutti suoi attributi, con in più l’associazione empatica, suggerita dagli autori di questo blockbuster, di come, alla fin dei conti, Godzilla sia in realtà un fenomeno naturale di allerta del malessere del pianeta, come il riscaldamento globale, gli tsunami e tutti cataclismi che sono oramai da anni sotto gli occhi di tutti.

Godzilla-2014-MUTOIndipendentemente dalle considerazioni ecologiste o para-ecologiste che ognuno di noi può fare, vale il concetto fondamentale che con il film di Edwards è stata restituita la dignità al nostro lucertolone tanto amato e quando lo vediamo combattere contro i due MUTO (Massive Unidentified Terrestrial Organism) per la nostra salvezza, beh, gli ho voluto proprio bene!

Lunga vita e prosperità a Godzilla!


Godzilla-franchise-WikiPediaPer  un elenco ragionato di tutti i film del franchise di “Godzilla”, distinto nelle tre ere temporali e stilistiche, catalogate dagli appassionati (Showa, dal 1954 al 1975; Heisei, dal 1984 al 1995; Millenium, dal 1999 al 2004), consultate direttamente la semplice e didascalica pagina di WikiPedia qui linkata: Godzilla Franchise


Ray-Harryhausen-WebSitePer conoscere meglio la filmografia (più che l’uomo) di Ray Harryhausen, preferisco rimandare invece gli interessati alla completissima pagina web a lui dedicata: una vera goduria, perché vi troverete tutte le sue creature in ordine alfabetico oppure ricercabili anche film per film. Il sito è molto “grezzo” dal punto di vista del codice con cui è stato compilato e pesante nel caricamento della relativa visualizzazione, ma anche davvero appasionante!


In questo post abbiamo parlato dei seguenti film:

Logo-WikiPediaThe Beast from 20,000 Fathoms”, USA, 1953
prodotto da Jack Dietz ed Hal E. Chester
diretto da Eugène Lourié

Logo-WikiPediaGodzilla”, JAP, 1954
prodotto dalla Toho e diretto da Ishirō Honda
direzione effetti speciali di Eiji Tsuburaya

Logo-WikiPediaGodzilla, King of the Monsters!”, USA, 1956
diretto da Terry O. Morse e Ishirō Honda
direzione effetti speciali di Eiji Tsuburaya

Logo-WikiPediaThe Return of Godzilla”, JAP, 1984
prodotto dalla Toho e diretto da Koji Hashimoto
direzione effetti speciali di Teruyoshi Nakano

Logo-WikiPediaGodzilla 1985”, USA, 1985
diretto da R. J. Kizer e Koji Hashimoto
direzione effetti speciali di Teruyoshi Nakano

Logo-WikiPediaGodzilla”, USA, 1998
scritto da Roland Emmerich e Dean Devlin
diretto da Roland Emmerich

Logo-WikiPediaPacific Rim”, USA, 2013
scritto da Travis Beacham e Guillermo del Toro
diretto da Guillermo del Toro

Logo-WikiPediaGodzilla”, USA 2014
scritto da David Callaham e Max Borenstein
diretto da Gareth Edwards


46 pensieri su “Godzilla torna a casa!

  1. Sono senza parole, me lo sono letto tutto d un fiato e adesso che di fiato non ne ho piu, scrivo, innanzitutto i complimenti come mai te ne ho fatti, ti sei davvero superato, poi i ringraziamenti, per la citazione e le troppo belle parole, poi …poi ho giusto finito di leggere il libro godzilla king of monsters, e ti dirò, che ho apprezzato molto di più questo tuo post che il libro dedicato. E adesso finalmente gojira: gli vogliamo tutti bene, e sono felicissimo di imparare che la toho ha messo in cantiere il nuovo film, lo imparo da te, non lo sapevo, ma contentissimo e curiosissimo di vederlo. Circa i commenti a emmerich, condivido appieno, il suo godzilla non e’ disprezzabile come pellicola, ma non doveva chiamarsi godzilla ( non dimentichiamo una colonna sonora da paura) condivido appieno anche su del toro ed il suo pacific, che sicuramente ha colto molto di più il kaiju spirit, e condivido assolutamente le belle parole spese per l ultimo godzilla del cinema, decisamente il migliore visto finora. Lunga vita a gojira e al nostro kasa. E anche a gamera che mi fa sempre sbellicare

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  2. I miei complimenti per l’articolo! Hai spiegato alla grande la storia di Godzilla. E, come se non bastasse, mi hai fatto conoscere anche certi eventi o particolari di cui non ero a conoscenza. Devo informarmi meglio sull’argomento.

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  3. Tanta roba! Bella Kasa! Grande come sempre!
    Non c’è molto da aggiungere, però sono curioso di sapere cosa ne pensi di Kong: Skull Island e del futuro crossover “King Kong vs Godzilla” che la Warner ha confermato proprio ieri sera e che arriverà comunque dopo il sequel di Godzilla in solitaria. O almeno questo è quello che c’ho capito io.

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    • Anzitutto grazie Zack, per le belle parole.
      Adesso invece un bel pippone dal itolo “hai voluto la bicicletta, ora pedala!”…

      Hai sollevato con il tuo commento su King Kong un argomento molto interessante, perché King Kong e Godzilla sono accomunati dalla medesima origine preistorica, ma mentre Kong ha vissuto indisturbato, alla luce del sole, insieme agli altri dinosauri sulla “Skull Island” fino all’arrivo dei rompicoglioni neo-colonialisti americani, Godzilla è invece riemerso dalle profondità della terra solo a causa delle esplosioni nucleari: il primo, Kong, è diventato un’attrazione da circo (un freak gigantesco, un elephant man, una donna barbuta, etc.) da esibire e da abbattere se sfugge di mano (oppure un arma forse in mano ai contractor del penatgono), sia nell’originale del 1933 (compreso il film di mixaggio dello stesso anno, con il presunto “figlio” di Kong), sia in tutti e 3 i remake e reboot americani (i due di De Laurentis del 1976, con Jessica Lange e del 1986 con Linda Hamilton e quello della Universal, con la regia di Peter Jackson); il secondo, invece, ha avuto un franchise lunghissimo (30 film!!), in cui, come ho scritto, è divenuto praticamente un difensore della patria, una specie di gigantesco ed istintivo Power Ranger.

      Siccome per i giapponesi, King Kong era semplicemente un mostro (villain), lo fanno scontrare con Godzilla (hero) già nel terzo film della serie dedicata al nostro kaiju (“King Kong vs. Godzilla” del 1962).

      Dal punto di vista semantico e narrativo, quindi, Godzilla e King Kong fanno parte dello stesso universo.

      Inoltre aggiungiamo il fatto che il recentissimo reboot americano di Godzilla (quello prodotto dalla Legendary Pictures) ha introdotto l’elemento complottista della Monarch (l’organizzazione ultra segreta del governo USA per cui lavorano Ken Watanabe e Sally Hawkins), che potrebbe vedere King Kong come un’arma o comunque come un elemento biologico da sfruttare (una variazione elegante sul tema del freak).

      Quindi? Quindi, dopo Godzilla, rimettiamo in campo anche Kong, con un bel prequel sulla fucking island del teschio e poi ci mettiamo anche la Monarch a rompere le scatole (tanto è tutto roba Legendary, che gestirà i due film insieme alla Universal) e così prepariamo il terreno per lo scontro Godzilla e King Kong.

      Ultime considerazioni: lo scontro tra i due titani (tra l’altro Godzilla butta giù palazzi altissimi, Kong ci sale sopra, quindi è molto più piccolo del nostro kaiju… ma questo non fermerà gli sceneggiatori americani… troveranno una fucking solution per sistemare tutto…) non penso che sarà un filmone, ma certamente sarà un grande intrattenimento; i giapponesi, dal canto loro, se ne sciacquano ancora di più le palle, visto che loro sono anni che mettono i mostri grossissimi nei film, quindi uno più, uno meno chi se ne frega!

      Io aspetto comunque con ansia il sequel del reboot di Edwards, perché questa volta ci saranno dentro anche Mothra e Rodan e King Ghidorah… (quindi perché nel futuro non cacciarci dentro anche Kong?)

      Un abbraccio, Zack ed ora lasciamoci perché devo leggere la seconda parte de “Le serie tivù quelle proprio belle”, che ho in bocca ancora il sapore buonissimo della prima (lontanissima, bastardo!) puntata dedicata a “Better Call Saul”…

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      • Eh no eh, se mi tirate fuori i compagnoni, io devo aggiungerci Biollante che non se lo caga mai nessuno ma per me e’ il “cattivo” piu figo 🙂 si certo anche ghidorah c ha il suo perche’ 😀 sono nerdizzatissimo stasera kasa 😀 😀 😀 mi hai risvegliato istinti primordiali 😀

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        • Questo commento-risposta a Lupo Cattivo è una sorta di appendice al post, perché oramai si sono accese le luci, il film è finito e cominciano le chiacchiere da osteria…

          Tralasciando un attimo quei buontemponi della JSDF (Japanese Self Defence Force), che sono decenni che sbombardano senza successo il nostro kaiju… vogliamo parlare del suo parterre? In questi giorni mi sono goduto la faccia a pensare come sarebbero stati resi i villain di Godzilla nei nuovi film di Andrews…

          Vogliamo parlare di HEDORAH? Il mostro di fango?

          hedorah

          Oppure di GIGAN, quella specie di tacchino cyborg?

          Gigan2

          Veramente trash, da uno dei film più brutti di Godzilla, uno dei nemici migliori e più forti, cavoli è lui, SPACEGODZILLA!!!

          spacegodzilla

          Di DESTROYAH non voglio parlare perché uccide Godzilla…

          Parliamo invece della vera nemesi di Godzilla, il suo alter ego meccanico MECHAGODZILLA, una roba che oggi viene la pelle d’oca al solo pensarci e da lui ai Power Rangers il passo è corto!!

          mechagodzilla

          Poi c’è lei, MOTHRA, la calma, la misericordia, perché è un cattivo Zen che protegge anche lei la Terra dai malvagi sfruttattori…

          mothra

          Siamo arrivati al terribilissimo mostro a tre teste, all’arci nemico più perfido e più pericoloso senza se e senza ma… KING GHIDORA

          ghidorah

          Mi sono tenuto per ultimo il mito, BIOLLANTE, perché ha ragione il mio guru Bad Wolf: egli è forse il migliore dei villain di Godzilla e di certo quello che ha dato origine al film più bello di tutti e trenta quelli del nostro King of Kaiju: “Godzilla vs. Biollante”… ma poi, come si fa a sceglierne uno e scartare gli altri, dai, seriamente…

          biollante

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  4. Siccome sono il più truzzo e ignorante di tutti, io il Godzilla che ho preferito è quello di emmerich….
    e sicomme discettate di mostri giapponesi come linguisti eruditi in un consesso sull’esperanto, allora io mi defilo, vi leggo, me ne compiaccio, ma poi torno a fare il villano e mi riguardo il Godzilla di Emmerich…

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      • Pacific Rim visto e gradito: effetti speciali da paura, storia ganza e (a quanto ho letto in giro) omaggi a iosa alla mitologia Caijiu.
        L’ultimo Godzilla l’ho trovato brutto brutto invece: storia raffazonata con troppi ingredienti e poca amalgama. Anche il casting è stato abbastanza discutibile, secondo me: benchè apprezzi tutti i protagonisti (soprattutto Brian “Walter White” Cranston) qui mi sono sembrati tutti inadeguati.

        Ma, lo ripeto, io sono un truzzo, certe cose non le capisco… Figurati che stamattina mi son rivisto Cop Land, meraviglioso film di Mangold, perchè a me Stallone sordo e con la panza mi ha fatto impazzire. Gli ho ridato 8 su imdb, e son stato tentato fino all’ultimo di dargli 9… figurati se potevo apprezzare l’ultimo Godzilla… Roland tutta la vita 😀

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        • Che ne pensi invece del casino che stanno per mettere in piedi gli americani della Legendary (quelli del reboot di Godzilla, quello che non ti è piaciuto) che stanno per produrre sia il sequel di Godzilla 2014, sia il prequel del King Kong di quel tronfio borione di Jackson, sia lo scontro Kong vs. Godzilla?

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          • Non sapevo niente di tutto questo guazzabuglio.
            Come facilmente immaginerai, ho massimamente schifato il King Kong di Jackson: 201 minuti, quasi 3 ore e mezza diomio…, ma come si fa…. ha sprecato più pellicola lui dei Fratelli Vanzina…
            Ecco, pensare che facciano un PREQUEL di quella tortura mi fa venire la nausea come una donna incinta al terzo mese.
            E sto King Kong Vs Godzilla mi puzza tanto di Alien contro Predator che non ti dico…

            Probabilmente non ne vedrò nemmeno uno. A meno che non diano la parte della gnocca a una delle mie preferite, ovviamente. Come sai, in quel caso non potrei esimermi.

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            • Non so se hai notato, Lapinsù, ma in tutto il mio blog non c’è una riga dedicata a Jackson ed il rischio è stato forte, perché adoro l’attore Jack Black, protagonista del terribilmente noioso ed inutile King Kong del 2005 ed adoro a dismisura anche Saoirse Ronan, protagonista dell’unica pellicola che ho apprezzato (un po’) del borioso e visivamente logorroico regista neozelandese .
              Tuttavia qui parliamo non di Jackson, ma della Legendary Pictures ed i suoi “casini” in campo mediatico sono davvero mitici! Essi mescolano i sogni di Nolan (“Inception” ed “Interstellar”) con quelli dei videogame di Tomb Raider (tra l’altro, all’epoca dei due film la Jolie era una topa di dimensioni extra-galattiche…), con “Godzilla”, “Warcraft”, “Man of Steel” e tanto altro…
              Insomma, lasciamo stare il Signore degli Anelli di Cipolla e pensiamo al genere fracassone tenebroso che ha dato tante soddisfazioni…

              tombraiderreboot

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  5. Illustre Kasa sei davvero uno dei migliori blogger in circolazione 🙂
    Questo post è fantastico, completo, accurato e trasuda Passione [con la P maiuscola] da ogni singola parola! È davvero in piacere poterti leggere.
    Detto questo, ammetto di essere un po ignorante in materia Kaiju nonostante ami alla follia i monsters movies. Di film su Godzi ne ho visti anche alcuni [quando su internet ti ritrovi immagini di dinosauri robot, creature a tre teste e mostri impossibili non puoi non lanciarti a recuperare il film] ma non mi definisco proprio un esperto 😀
    Detto questo [che sa anche un po di paraculata] devo ammettere che il film di Roland Emmerich lo amai alla follia quando lo vidi [avevo anche 8 anni eh] e lo ricordo tutt’ora con affetto [perché è più un attaccamento affettivo che culturale]. Al contrario ti devo dire [con un po di timore dato che il giudizio di un esperto e appassionato quale sei tu conta molto per me] che il film di Edwards non mi è piaciuto. Ma proprio per niente! Era pesante e prolisso, carico di argomentazione mai veramente approfondite e che [dalla mia visione] mal si collega con il mostro che da il titolo al film [e che tra l’altro non si vede praticamente mai. MAI!]. Capisco che, già in origine, Godzilla fosse rappresentato come metafora e come mezzo per parlare dei problemi che affliggevano davvero il Giappone e/o il mondo, ma per me il film del 2015 non riesce nell’intento.
    Detto questo spero che tu possa essere clemente con me e con la mia ignoranza in materia, ma sappi che ho davvero apprezzato questo post, uno dei miei preferiti in assoluto nell’intero internet! So che anche questo sa di paraculo ma non lo è, lo penso veramente 🙂

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    • Come sai, sommo Flying Kiwi, il mio precedente lavoro mi ha spinto ad una vicinanza con i settori sia anime sia live-action provenienti dal Giappone, cristallizzando in arte e passione, ciò che magari sarebbe rimasta solo semplice infatuazione; quindi ti ringrazio tantissimo di aver apprezzato il mio post, perché l’unica cosa vera è che sono molto sincero quando scrivo, ma di certo non sono più esperto né di te né di altri blogger che ho accuratamente selezionato su WP… il mio è solo strabordante passione!

      Poco sopra al tuo commento, infatti, troverai quello dell’altro blogger che ammiro a dismisura, Lapinsù, il quale ha commentato i due Godzilla americani più recenti in modo esattamente identico al tuo, quindi dov’è la verità?

      Come spesso capita e come diciamo spesso io e Lapinsù (citando per scherzo una delle frasi più sfruttate dai dialoghisti statunitensi), “è complicato…”.

      Infatti, malgrado anch’io (come te, come Lapinsù, come lo stesso guru del settore kaiju Lupo Cattivo di Cinemanometro) mi sia divertito tantissimo a vedere il Godzilla di Emmerich, non si può fingere che non sia stata un’operazione assai discutibile sul franchise di Godzilla… parliamo di fan e parlaimo di un seguito impressionante di adoratori di un mostro che è diventato un simbolo ed il film di Emmerich (pur godibilissimo) lo aveva infangato, scatenando talmente tanta protesta nel mondo da costringere la produzione a bloccare i sequel…

      Ti ricordi quando tu stesso, in alcuni cortesissimi commenti, facevi notare che, pur riconoscendone l’altissimo valore filmico, trovavi comunque la trilogia nolaniana sul Dark Knight, non eccelsa? Non solo, ma argomentavi che questa tua sospensione di giudizio era basata sul fatto che, malgrado tutta la bellezza delle storie dei tre film, veniva, a tuo avviso, tradito un po’ l’aspetto action del character.

      Eccoci dunque al succo del discorso: siamo una grande major americana e siamo abituati a fottercene allegramente della fedeltà, della ricostruzione e di tutto il resto… quidni quando facciamo un film dobbiamo fare cassetta. Punto. Questo è il Godzilla di Emmerich…
      Oppure, vogliamo fare cassetta, ma dobbiamo anche recuperare il fandom perduto e così affidiamo il tutto a degli autori che possano dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, come Goyer e come Snyder (con il suo rapporto con i fan del Comicon di San Diego e come ha fatto con “300” o con “Watchmen”).

      Da qui nasce il lungo progetto della Legendary pictures di recupero dell’asset di Godzilla (film che ha deluso i non fan, ma che ha catturato per sempre i fan, creando uno zoccolo duro che sosterrà economicamente i prossimi progetti), creando la Monarch e mettendoci dentro anche King Kong, dal prequel del film di quel pallone gonfiato di Jackson fino allo scontro previsto tra i due mostroni.

      Insomma, da un lato solo spettacolo ed arroganza (Emmerich) con fondamenta però così deboli da non reggere i sequel, dall’altro meno spettacolo all’inizio, maggiore verbosità, più rispetto, ma la creazione di una mitologia su cui costruiranno un impero miliardario nei prossimi cinque anni.

      P.S. Quando ho letto che mi hai definito uno dei migliori blogger in circolazione, pensavo di flagellarmi (in stile “Da Vinci’s Code”) per espiare il peccato di presunzione, perché stavo godendo come un adolescente di fronte al sedere di Zatanna o Black Canary…

      zatanna_canary

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      • Sono venuto a conoscenza solo anni più tardi di come il film di Emmerich si sia bellamente [e volutamente] fregato del materiale originale, dei fan e più grave della grande cultura e passione sviluppatasi in seguito al primo film del 1954. Ammetto di essermi sentito un po in colpa per il gusto che avevo provato io guardandolo perché come hai perfettamente “parallelizzato” [esiste sta parola?] con il mio commento sulla trilogia dell’Uomo Pipistrello di Nolan, ognuno ha i propri gusti e le proprie passioni e ciò che funziona per un non-appassionato non funziona necessariamente per un appassionato [e viceversa].
        Alla fine credo che il giudizio più azzeccato sia quello che ha dato l’amico canide Lupocattivo: “non è disprezzabile come pellicola, ma non doveva chiamarsi Godzilla”.
        Riguardo al cross over sono eccitatissimo da quando ho letto la news, anche se non mi è ancora chiaro quale sarà il cammino che prenderanno dato che ci sono ancora in ballo il sequel di Edwards, Skull Island e il nuovo Shin Gojira, comunque ho decisamente l’hype a 1000!
        PS: la vera goduria è per chi ti legge! Altro che “sedere di Zatanna”, qua siamo ai livelli di “decoltè di Power Woman” XD

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  6. Mi è venuta voglia di rivederli tutti e ci metterei anche Megalo(ro?)man! E vi dico pure che anche io leggendo questo post, la lacrimuccia l’ho versata…
    Come dico sempre a Lupokatttivo mi stupisco tutte le volte che trovo altri (molti) che queste opere se le sono viste, magari di nascosto 30 anni fa o più, magari con il timore di beccarsi il soprannome di “quello strano che guarda le cazzateintivvù”! Fate coming out filosofico, ditelo che vi siete allegratemente recati al cinema per vedere Pacific Rim, è il momento di venire alla luce! 😀

    Ovviamente parlo per quelli che “lurcano” e si leggono ogni singola riga di questi completissimi post.

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    • Ti ho già risposto prima, forse non si capiva, ma era così e questa non è un’altra risposta ma la prosecuzione della chiacchiera di prima, perché questa chat di commenti sta diventando il set di “Scott Pilgrim vs. the World” e questo è bello ed è giusto e non è da tutti scambiarsi opinioni sui mostri gommosi ed io ero in prima fila a vedere Pacific Rim e godevo come un fagiano (sempre loro, sempre quelli di LupoCattivo) quando Ramin Djawadi faceva partire nelle musiche la tromba della nave POOOOOO! ed arriva il robottone che le menava al kaijū…

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  7. Pingback: Shin Godzilla – Review by The Butcher | kasabake

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