The Gathering Vol. 10: Il Luogo delle Ombre

cover-0Il 19 Giugno di quest’anno, una Domenica piena di sole, come tutte le altre in quel periodo a Studio City, il quartiere di Los Angeles nato attorno agli studi cinematografici fondati da Mack Sennett (oggi sede della CBS), il corpo del giovane attore Anton Yelchin venne ritrovato incastrato tra un pilastro di mattoni ed una recinzione di sicurezza, in piedi, con gli occhi sbarrati ed i polmoni schiacciati dalla sua stessa Jeep, mentre il fumo caldo del radiatore della sua auto ancora aleggiava attorno al suo cadavere, nell’aria frizzante del primo mattino (qui l’articolo della CNN online sulla vicenda).

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Nessun incidente stradale, ma lo stesso fuoristrada di Yelchin, che da solo, senza nessuno alla guida, verso l’una di notte, aveva sganciato il freno a mano e scivolando indietro nel vialetto di casa aveva schiacciato il giovane divo, uccidendolo sul colpo. Una scena che sembra uscita dalla sceneggiatura telefonata di un film horror o spiritico di basso profilo, in cui un’indefinita entità malvagia causa incidenti muovendo oggetti inanimati.

Ovviamente, aldilà di qualche rotocalco scandalistico e giornaletto da quattro soldi (di quelli che spulcierebbe solo una massaia del Wisconsin o l’agente Kappa dei MIB), nessuno insistette più di tanto sulla stranezza di quella morte e dopo qualche ora prevalse nei media solo il ricordo commosso degli amici e dei collaboratori, ma negli uffici della SAG le cose andarono diversamente: dopo la scomparsa di Alan Rickman (avvenuta pochissimi mesi prima), questo era infatti il secondo agente di primo livello che veniva ucciso durante una missione e l’ombra del malvagio stratega Ezekiel si disegnava lugubre ed evidente sopra questo strano incidente.

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Io stesso non posso raccontare o aggiungere altri particolari a questo luttuoso avvenimento, ma seguendo le complesse ramificazioni del filo rosso che abbiamo assieme fin qui seguito nei vari capitoli del nostro Kasabake The Gathering, attraverso le inquietanti similitudini tra realtà e fantasia, voglio portare all’attenzione dei miei lettori il bizzarro talento di questa star hollywoodiana, nata in Russia da una famiglia di religione ebraica, trasferitasi in tenera età negli USA e subito divenuta attore di successo, dapprima con parti da bambino e poi via via da adolescente problematico, fino al successo planetario del suo ruolo nella saga reboot di Star Trek, con l’impeccabile ed estremamente convincente character di Pavel Checkov (alla cui caratterizzazione di ragazzo prodigio e geniale matematico, promosso sul campo dal comandante Kirk, Yelchin aggiunge una comica inflessione linguistica di etnia russa ed uno stupore stralunato per la realtà che lo circonda).

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Non voglio soffermarmi sulla filmografia di questo giovane attore scomparso (dopo il suo ruolo in “Alpha Dog“, il thriller di Nick Cassavetes, basterebbe anche solo citare tra i tanti quello splendido di Bobby Garfield in “Hearts in Atlantis“, l’adattamento dell’omonimo romanzo di King, scritto da William Goldman e messo in scena da Scott Hicks), ma piuttosto concentrarmi soltanto su quello che, a mio modesto giudizio, fu il suo lavoro più importante e significativo (persino eroico, se dessimo retta ai secret files della SAG) e parimenti anche il più snobbato dalla critica tradizionale e bistrattato persino da buona parte del grande pubblico, ovvero la parte di Odd Thomas nell’omonimo film di Stephen Sommers del 2014.

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Sommers è un cineasta che ha sempre avuto le mie simpatie: sia come regista che come sceneggiatore, ha realizzato nella sua carriera artistica opere che mi hanno ogni volta divertito in modo spensierato e con oltretutto il grandissimo pregio, ai miei occhi, di essere caratterizzate da un’onestà comunicativa e concettuale senza paragoni; non mi pongo nemmeno il problema di capire se il nostro Stephen non sia proprio capace o piuttosto scelga appositamente di non scrivere e dirigere film di elevata qualità artistica, perché ciò che ho ammirato è la semplicità con cui concepisce il concetto stesso di entertainment cinematografico, mettendosi in scia dei grandi maestri hollywoodiani del passato, narrando opere leggere, piene di ritmo ed azione, per lo più ironiche, mai volgari (questo non è un pregio in senso assoluto, ma una scelta di coerenza stilistica, sia chiaro), spettacolari e coinvolgenti e quindi, infine, particolarmente soddisfacenti per lo spettatore.

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A differenza di altri campioni del divertimento filmico ipertrofico, Sommers non ha mai ostentato la cafoneria visiva di un Michael Bay, regista tecnicamente talentuosissimo, lo dico ad alta voce, ma per il quale l’azione è concepibile solo come somma di veicoli ammaccati o morti ammazzati o esplosioni colorate e rocambolesche (valga per tutte la curatissima ma disfunzionale sequenza di “Bad Boys II”, nella quale Mike e Marcus sono coinvolti in un folle inseguimento a Cuba attraverso un villaggio di baracche di legno, finendo, dopo un fiume di distruzione e salti, in un campo minato di fronte alla base militare americana di Guantanamo); né potremmo mai accusare il nostro autore di sfoggiare l’arrogante presunzione da culturista inzuppato di steroidi di un Roland Emmerich, altro egregio autore di cinema, che tuttavia quasi in ogni suo film (con l’eccezione dello straordinario “Stargate“, verosimilmente il suo capolavoro) ha sempre abusato della credibilità popolare, facendo un uso quasi pornografico del concetto di patriottismo (dal discorso del presidente del primo “Indipendence Day”, agli isterismi del Benjamin Martin di Mel Gibson in “The Patriot”).

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A questi due grandi registi citati, come a tantissimi altri autori statunitensi (la teutonicità di Emmerich giace infatti in un baule polveroso, nella sua soffitta, con la matrice espressionista ben sepolta sotto una tonnellata di verdoni), è sempre mancata quell’autenticità giocattolesca e fanciullesca che il nostro Sommers, ha invece profuso a piene mani, scrivendo sempre di persona il soggetto o la sceneggiatura di ogni film che ha diretto, senza eccezioni, dalla bambinesca voglia di avventura del suo “The Adventures of Huck Finn” del 1993, alla marea di scarabei digitalizzati che invadono il terreno ed alla paciocconeria disneyana di Brendan Fraser dei suoi due bellissimi “The Mummy” del 1999 e “The Mummy returns” del 2001, passando per il vampirismo meno orrorifico che esista del suo “Van Helsing” del 2004 (quanti hanno riso delle armi di cui è equipaggiato Hugh Jackman nel film, a metà tra un Navy Seal ed un esorcista, ma quanti le hanno copiate negli anni a seguire!) e finendo con quello che è a mio avviso il capolavoro insuperabile del nostro Stephen, ossia “G.I. Joe: Rise of Cobra“.

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Mai, in vita mia, ho visto una pellicola che fosse una così perfetta trasposizione in live-action di un giocattolo per bambini come Sommers è riuscito a fare con questo film, usando e reinventando i clichè, con la fisicità perfetta dei due eroi del film (Channing Tatum, nel prototipo di soldato perfetto e Sienna Miller, bellissima e cattivissima, ma anche innamoratissima e tenuta in scacco suo malgrado), la comicità della spalla di colore (Marlon Wayans), la geniale versatilità di un mostro di bravura come Joseph Gordon-Levitt (fratello, soldato e scienziato pazzo), la bellezza apparentemente fredda, ma che poi si riscalda al momento giusto, di una rossa Rachel Nichols (ancora molto giovane e prorompente) ed infine l’esotismo imperialista alla Kung Fu Panda ed alla Mulan dei personaggi dell’implacabile Storm Shadow (un grande Lee Byung-hun!) e dell’enigmatico Snake Eyes (ruolo giocato da un Ray Darth Maul Park, oramai specializzato a recitare dietro una maschera).

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Tralasciando tutti gli altri membri di un cast, comunque eccellente, una menzione speciale va all’attore che per la sua valenza e mimica facciale, nonché per la sua quasi caricaturale recitazione è a tutti gli effetti l’attore feticcio di Sommers, già presente nel ruolo di villain sovrannaturale e magico regalatogli come Mummia e che invece qui è Zartan, la pazzesca nemesi dei nostri G.I.Joe: Arnold Vosloo, interprete che ha incisa direttamente nella doppia elica del suo DNA la sua natura di attore di serie B ed al quale va il mio sempiterno ringraziamento.

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Perché questo lunghissimo pistolotto sulla filmografia di Sommers?
Intanto perché mi piaceva condividere con i miei lettori un mio personalissimo guilty pleasure di cui vado particolarmente fiero e poi, soprattutto, perché solo in questo modo potevo sperare di comunicare la straordinarietà di coincidenze che hanno portato il nostro uomo nel 2008 a decidere di adattare per il grande schermo il primo libro della saga di Odd Thomas, serie di romanzi di grande successo dello scrittore statunitense Dean Koontz.

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Sommers scrisse in modo autonomo lo script cinematografico ed ottenne subito i plausi dal romanziere, che approvò anche la scelta dell’attore protagonista, fortissimamente voluto dal nostro cineasta e che sin dall’inizio della produzione fu appunto il deceduto Anton Yelchin.
Da quel momento, tuttavia, una serie interminabile di controversie legali rallentarono la produzione, tanto che il film vedrà la luce solo cinque anni più tardi, nel 2013: chi ha ostacolato questo film? Realtà e fantasia si intrecciano in modo diabolico, di nuovo…

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Come dicevo all’inizio di questo post, la pellicola non ha ricevuta nessuna delle attenzioni che furono invece, a suo tempo e per anni, riservate dalla critica e dal pubblico ai romanzi della saga e questo malgrado lo stesso scrittore originale avesse in più occasioni provato a sensibilizzare il gradimento verso un film che aveva avuto la sua approvazione.

Tuttavia, malgrado questa pessima fama, io invito tutti voi a guardare questa pellicola, assolutamente stralunata, con personaggi che si muovono sullo schermo in modo bislacco (il personaggio del detective Wyatt Porter è condotto da un Willem Dafoe inedito, con battute e scene che sembrano scritte da un autore sotto acido), una trama che si muove a tratti come una parodia ed in altri come in un giallo classico e sulla quale svetta il nostro Yelchin, grandioso demiurgo di una teologia e una cosmogonia magica, nella quale irrompono sulla scena e nei nostri cuori le figure argentee e gelatinose dei Bodach, i veri protagonisti di questa storia eccezionale, un po’ ectoplasmi, un po’ trickster ed un po’ bogeyman, verosimilmente psicopompi (di kinghiana memoria), ma in fondo anche obbedienti soldati di un esercito demoniaco.

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Quando nel film osserviamo il personaggio di Odd guardare Stormy Llewellyn (con le sembianze della ragguardevole Addison Timlin), l’amore della sua vita, venire circondata dagli schifosi Bodachs senza che lei o nessun altro possa a sua volta vederli o sentirli, percepiamo in modo sottile e vibrante il mettersi in gioco di Sommers e la sua maestria di creare un mondo di alterità alla luce del sole, una diversità che ha il gusto dello zucchero filato stregato di Halloween (la scena clou del film si svolge in una gelateria, dentro un centro commerciale: meravigliosa coincidenza).

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Quando vidi per la prima volta questo film, mi venne subito in mente l’aforisma 146 di “Al di là del bene e del male” di Nietzsche, quando dice “Se scruti a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te” e così mi piace pensare che sia accaduto anche al nostro fanciullesco Stephen, che per l’ultimo film (per ora) della sua carriera si è sporto troppo oltre il baratro, rimanendo affascinato dalla visione dell’orrido sotto di lui (o aldilà dello specchio), volendo poi testimoniare il tutto nelle immagini della sua pellicola, senza riuscire a parlare con il suo consueto linguaggio cinematografico rassicurante.

Così lo stesso Yelchin, che si è giocato qui una recitazione assai partecipe, forse anch’egli vedendo qualcosa di più di quanto scritto solo nel copione o forse ascoltando qualcosa sussurratagli all’orecchio, con il respiro di un altro mondo.

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Senza tutte queste mie elucubrazioni, oggi “Odd Thomas” (in Italia distribuito come “Il luogo delle Ombre“) resterebbe solo un film quasi sconosciuto, sottovalutato, maltrattato e che vi chiedo invece di salvare dall’oblio oppure, se mai lo aveste già condannato dopo una prima affrettata visione, di perdonarlo e dargli ora la gratificazione di un’assoluzione salvifica.

Adesso, però, è arrivato il momento per il quale fremevo da settimane, temporeggiando con grande fatica in attesa del momento esatto in cui la storia del Gathering avesse potuto accogliere i seguenti meravigliosi frammenti narrativi: è con grande orgoglio e soddisfazione, infatti, che in rapida successione vi presento i primissimi Chronicle dei due valorosi eroi blogger Zack e Liza!!
Buona lettura a tutti voi… e non lesinate i commenti!!


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Questa storia del Gathering non mi piace affatto. Sento puzza di guai grossi. L’ultima adunanza non è stata piacevole, ma questa volta la situazione sembra essere anche peggiore. Che cavolo, non avrebbero mandato Sylvester Stallone a chiamarmi se non fosse una cosa seria. Ma soprattutto lo stesso Sly non l’ho mai visto così preoccupato. Glielo si legge in faccia, anche se cerca di nasconderlo. Siamo in viaggio da più di due ore, sul suo pick-up, nel bel mezzo di questo dannato deserto, e non ha ancora toccato mezzo sigaro. È sudatissimo e concentratissimo, come poche volte l’ho visto prima.

Che diavolo sta succedendo?

Huh, fa un caldo bestiale e ho lo stomaco che piange. Ho troppa paura di assaggiare una di queste barrette iperproteiche di Sly. Dio solo sa che merda ci mettono qua dentro. Spero di arrivare presto alla base e che lo chef non sia di qui. No offense, Ohio.

Aaah. Perché non riesco a togliermi questo senso di inquietudine di dosso? Perché non riesco a pensare ad altro che al Gathering? C’è sicuro qualche pazzo demoniaco dietro tutto questo. Date le circostanze è probabile che il piano di questo pazzo sia già in fase avanzata, che i fattori in gioco siano già parecchi-
Allora Zack, che ne pensi?
-e che la posto in gioco sia incalcolabile. Una cosa è certa: avrò bisogno di tutte le armi e munizioni che riuscirò a portare. Spero solo che questo rifugio dove siamo diretti abbia qualche giocattolino simpatico in armeria. War is coming. Ahhh magari questa è la volta buona! Ma devo aspettare il momento giusto. WAR IS COMING! Uhhh! No, meglio se la dico a bassa voce con un espressione controllata, che fa ancora più figo. Un po’ con quella vocina rauca-
Huh, Zack? Tutto bene?
-come la direbbe Bruce Willis ma senza il sorrisetto. Serissimo. War is coming… BANG! PHEW! PHEW! Ddddio! Non vedo l’ora di far saltare in aria qualco-
HEY! Sveglia ragazzo!!
Heeh?” Merda… Da quanto Sly cercava di parlarmi?
A che stavi pensando? Ti ho chiesto che ne pensi di questa storia dell’adunanza.
Eh? Ah, niente… ehm… War is coming!” Lo sapevo. Sono un idiota. “Voglio dire… credo che presto ci sarà da combattere al massimo delle nostre capacità.” Certe volte mi domando come faccio a continuare ad essere credibile per il mestiere che faccio quando sparo certe cazzate.
Sono d’accordo. Ti confesso che sono anch’io un po’ preoccupato.
Mmh, la mia battuta ridicola non lo ha per nulla smosso.
Devi stare attento, Zack. Questa volta più che mai. C’è molta agitazione ai piani alti della SAG, sono tutti preoccupati. Persino il Gathering… Non dovrei dirti certe cose, ma…” Quando vuole, Rocky sa essere un tipetto alquanto creepy. Non mi piace l’occhiataccia che mi ha appena lanciato.
…È già tardi. Il nemico ha già fatto da tempo la sua prima mossa senza che noi ce ne accorgessimo. In poche parole: siamo già nella merda più profonda. Rimettere le cose a posto non sarà facile e dubito ne usciremo tutti incolumi.
Ok, tutto ciò è mooolto inquietante. Una cosa è pensare che la situazione sia brutta. Un’altra cosa è sentirselo dire da un turbato SYLVESTER STALLONE in persona…
C’è da dire che Sly è sempre un bello spettacolo. È preoccupato, ma al tempo stesso riesce a mantenere una compostezza di spirito e una sicurezza di sé quasi palpabili. È preoccupato, ma non ha paura. Quando arriva il momento di agire, lui è sempre pronto. Spera soltanto che quel momento non arrivi mai, perché non è mai un bel momento per lui.
Eppure non sono sicuro mi abbia detto tutto. Forse perché per il momento non ho bisogno di sapere altro. Ma va bene così. Di lui mi fido.
È come temevo. D’altronde il Gathering sta radunando i migliori di noi, no? Non li conosco tutti, ma ho sentito certe storie estremamente affascinanti
Sì, infatti è tutto in mano vos… Ehi, aspetta un momento. Come fai a sapere che ci sono anche gli altri?
Ma per chi mi ha preso? ELEMENTARE. Dillo Zack! ELEMENTARE, SIGNOR STALLONE. Dillo subito!
Oh, andiamo, Sly. Era ovv…
ZZZZ-ZZZZ-ZZZZ
Uh.” Il telefono vibra. Mi sta chiamando qualcuno. “Pronto.
Pronto Zack? Sei proprio tu? Sono Fed, il fotografo…
Cazzo, è Fed! O si è messo nei casini o si è improvvisamente ricordato che gli devo un mucchio di soldi per quella storia di Vegas. O magari entrambe le cose.
Cosa accade? Sono in viaggio e non ho tempo…
E’ morto un blogger ed abbiamo bisogno di te adesso… io ho bisogno di te, qui, a New York”. E io ho bisogno di una bistecca cotta al sangue sulla piastra. Dov’è la mia bistecca, eh?
Non posso…
Zack, tu non capisci. Non parlo di lavoro o di amicizia, parlo di morte e tragedia e di qualcosa di terribile e demoniaco che non riesco a comprendere e sono certo che se contatterai il Gathering ti confermeranno tutto quello che ti sto dicendo”.
Cominciamo malissimo. Non sta scherzando. Se Fed ha bisogno di me e se il Gathering ne è al corrente vuol dire che è tutto collegato. Il blogger morto deve avere a che fare con l’adunanza e con i motivi per cui è stata organizzata. Deve per forza avere a che fare con l’uomo dietro tutto questo. E io devo per forza trovargli un nome o capirne almeno l’entità prima che sia troppo tardi. Il primo sangue è già stato versato. Inoltre Fed non è uno stupido, ha dei poteri incredibili e un semplice omicidio lo risolve con mezzo bicchiere di caffè e scattando tre fotografie. Ma questo qui non è un semplice omicidio. Ho bisogno di altre informazioni.
Hey Sly, era Fed. Dice che c’è stato un incidente a New York…
… e devi andare a controllare. Sono stato contattato anche io dalla SAG che mi ha detto tutto. Ti aspetta Favino all’aeroporto di Phoenix. Ti aggiornerà e ti accompagnerà lui fino a New York.
YESSS! Ho sempre desiderato conoscere il grande Favino!
Ok.” Non è il caso di mostrare troppa felicità.
Fa’ attenzione, Zack. Resta sempre concentrato… e assicurati di chi ti puoi fidare.
La bomba finale. Alla fine l’ha sganciata. Data la gravità della situazione, la possibilità di infiltrazioni nemiche all’interno della SAG o del Gathering non è da escludere, anzi è piuttosto scontata. Non devo farmi sfuggire niente. Non devo sottovalutare nessuno. Non posso permettermi di sbagliare. Non importa quali saranno le conseguenze, devo sapere la verità.

Ringraziando il cielo, almeno Fed non si è ricordato dei soldi.


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Il Royal Hills Mystical Jewish Reclamation Center… Stephanie Butnick… il rabbino Zalman Schachter… Ryūichi Sakamoto… la Hisa-Me…
Era passato un tempo indefinibile, secondi, minuti, ore, non saprei dirlo ed io ero ancora là, in mezzo a tutti i meli ornamentali, ai ciliegi e alle azalee con cui l’architetto giapponese Takeo Shiota, nel lontano 1915 aveva disegnato e creato quell’angolo di Giappone dentro il cuore di New York, quasi fosse una custodia dell’animo per un mondo senza tempo.
Il mio terzo occhio si oscurò per un momento… Quindi si riaprì ed ecco come uno squarcio nel velo delle altre realtà, come un gancio potentissimo in pieno mento, vidi la Firehandler Blackgrrl…
Stava correndo dietro a qualcuno o a qualcosa… non era negli States, sembrava il Regno Unito e… Cazzo! Stava per catapultarsi dentro un’inferno caldo e terribile… Fuoco e lava ovunque… No, no, noooooo!!!
Un dolore lancinante mi trafisse le tempie…
Stavo percependo il Grande Male, di cui mi aveva parlato Ryūichi, propagarsi ovunque…
Sentivo le emozioni degli “Altri” come pezzi di vetro conficcatisi d’improvviso nel mio cervello… Con gli occhi della mente cercai di localizzarli tutti…
Vedevo il Liehunter arrivare su un pick up (Che cazzo ci fa’ Stallone con lui???), vedevo il Timestopper su un treno e poi su un aereo (Dio, quanta confusione e indecisione in quella testa… però gran bella maglietta di Bruce!)…
Devo riprendere fiato… Le visioni sono sempre più improvvise e dolorose…
Un lampo improvviso… Il Louvre… Parigi e delle… suore??? (Per tutte le anime dell’inferno che diavolo hanno a che fare ora delle suore!)…
Poi intravidi l’Oneironaut, stranamente sempre avvolto da una nebbia fittissima, come se si proteggesse da tutto e tutti… ecco infine il Revenant… (Minchia! Ha usato il veleno! Il suo preferito… ma sono sicura che lo ritroverò)…
Per gli Dei, Gianni! Che modo di merda ti sei scelto di morire… E’ dolorosissimo!!”, bisbigliai furiosa, come se fosse davvero possibile che potesse sentirmi…
Troppe informazioni tutte assieme…
Mi si fonderà il cervello…“, pensai massaggiandomi le tempie…

Stavo cercando di raggiungere l’uscita, camminando lentamente con passo incerto, lasciandomi alle spalle il piccolo tempio shintoista eretto al centro di quel giardino, teatro del terribile scontro con il demone che avevo ucciso ed anch’esso, come me, testimone silenzioso di una cultura e di una teologia millenaria.
Ero ormai vicinissima e potevo scorgere dietro gli alberi le porte a vetri che davano sull’esterno, ma il dolore si era fatto davvero troppo forte, come se quel luogo amplificasse ogni mia sensazione… Una cazzo di antenna parabolica che ti fotteva l’anima… “Questa me la paghi, Sakamoto…”, borbottai con un grugnito.
Decisi di fermarmi per un po’, sperando che il rumore delle piccole cascate mi calmasse il tumulto che avevo dentro.
Posai con cura davanti a me la Katana degli Spiriti, dono anni prima dell’ultimo discendente del forgiatore Masumune Okazaki, portatrice di pace e serenità ed essenza divina della giustizia eterna, quindi m’inginocchiai a terra e chiusi gli occhi. Cercai nella mente l’immagine di mia nonna e m’infilai lì dentro, come in un sacco a pelo, in quell’unico immenso ricordo. Fui di nuovo adolescente, ai 36 Apogei di Anghelu Ruju (l’Angelo Rosso), davanti alle Domus de Janas (le Case delle Fate), nel giorno in cui conobbi la verità sulle donne del mio ramo materno, il giorno in cui si scatenarono i primi Kami.

Avevo 13 anni ed ero affascinata da mia nonna.
Lei parlava strane lingue, curava le persone, conosceva tutti i segreti delle piante ed a volte, quando eravamo sole, faceva danzare il fiume, muoveva il fuoco nel camino e faceva cantare il vento.
Mia madre invece era diversa: lei non voleva sapere e fingeva di non vedere e mi ripeteva sempre lo stesso rimprovero, “la tua grande immaginazione prima o poi ti metterà nei guai!
Così, da brava bambina obbediente, smisi di raccontare ciò che vedevo davvero e fu così per anni, ma poi arrivò il Giorno delle Janas e tutto si fece più chiaro, spaventoso e incredibilmente magico!
Mia nonna mi prese per mano ed entrammo assieme in quella strana costruzione nella roccia. Ci sedemmo una di fronte all’altra, poi lei mi prese le mani nelle sue e guardandomi negli occhi mi chiese: “Sei spaventata?
Feci cenno di sì con la testa.
Questo è buono”, sorrise, “Ora ascoltami bene e non dimenticare nulla, perché non ho molto tempo e devo darti una cosa molto importante
In quel momento mi accorsi di colpo di come quella donna dolcissima, che durante l’infanzia mi aveva ricoperto di tutte quelle stranezze affettuose, era in realtà uno sciamano, essenza stessa di una società matriarcale dai lineamenti primordiali, in cui la donna era l’unica a poter generare o distruggere l’equilibrio naturale della vita stessa.
Tutto quello che sta’ per succedere non è che l’inizio del tuo cammino, Lisa
Parlava in modo solenne, come un oracolo: “Qualunque cosa accada, prometti di non fermarmi e di accettare il Dono!
Ancora una volta annuii in silenzio.
Ora,concentrati e non lasciare mai i miei occhi” e tutto ebbe inizio.
Una luce abbagliante mi avvolse: mia nonna rovesciò gli occhi all’indietro e spalancò la bocca in un urlo silenzioso e mi parlò nella sua mente: “Passerò il mio potere a te, perché verrà il giorno della Grande Adunanza dei Prodigi, che salveranno il mondo dal Grande Male e ci sarà bisogno di te!
Ebbi l’impressione di alzarmi in volo e dall’alto vidi una donna minuta, con alle spalle un enorme lupo bianco e poi una bambina, protetta da un mastodontico ippogrifo blu. Mia nonna stava parlando velocemente e lo faceva usando un’antica lingua ed io potevo finalmente vedere! Vedevo con gli occhi della mente mia nonna contemporaneamente bambina, donna ed anziana, intenta a guarire e combattere i Kami del dolore con la sua piccola balestra d’argento… Ogni cosa divenne chiara e la paura svanì.
Spossata, mia nonna sorrise stancamente e mentre la sua luce si affievoliva, il lupo e l’ippogrifo si fusero insieme e poi, di colpo, con enorme potenza e fragore, entrarono in me, investendomi come un tornado e lasciandomi semi-svenuta. L’ultima cosa che ricordo di aver udito prima di perdere i sensi, fu la voce dolce di mia nonna che mi sussurrava: “Sei l’ultima e la più potente delle Janas… Intraprendi il viaggio… Studia per dominare i demoni… Sarai sola e verrai fraintesa, ma dovrai essere Forte!!

La Katana degli spiriti vibrò, producendo quell’enigmatico ronzio metallico e vitale assieme che mi fece uscire dalla trance e mi riportò bruscamente alla realtà.
Dalle grandi vetrate sul soffitto, potevo vedere che il cielo era divenuto ancora plumbeo e si era di certo anche alzato un gran vento freddo.
Un Grande Male sta arrivando!, ha detto Ryūichi… Sarà vero, ma anch’io non scherzo!”, ringhiai verso le porte girevoli dell’uscita, mentre mi alzavo in piedi.
Preparatevi, fottute bestie infernali, sto arrivando!


Mentre state leggendo queste righe, avvenimenti clamorosi stanno avendo luogo, di cui cercherò di rendervi testimonianza nella prossima puntata del nostro Kasabake The Gathering, l’atteso Season Finale di questa prima stagione. Lo farò attraverso un mio resoconto personale, ma anche grazie ad alcuni dei vostri diari di viaggio più drammatici che io abbia mai letto, appena giunti nella redazione dello staff e sui quali stiamo già lavorando…
Tenetevi forte: anime imprigionate, golem, ectoplasmi parlanti, incubi ad occhi aperti e sopra ogni cosa, il vero terribile e temibile potere…


I see a red door and I want it painted black
No colours anymore, I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes…


In questo post, abbiamo parlato dei seguenti film e fiction:

G.I. Joe: The Rise of Cobra”, USA, 2009
Scritto da Stephen Sommers e S. Beattie, D. Elliot, P. Lovett, M. Gordon
Diretto da Stephen Sommers

Odd Thomas”, USA, 2013
Sceneggiato da Stephen Sommers, dal romanzo omonimo di Dean Koontz
Diretto da Stephen Sommers


38 pensieri su “The Gathering Vol. 10: Il Luogo delle Ombre

  1. Ma parlando un attimo del compianto Anton Yelchin, tu lo hai visto Green Room?
    Io sì, qualche giorno fa, e lo trovo un filmone in cui tra l’altro lui ci fa proprio un gran bel figurone (anche se purtroppo o per fortuna c’è anche Imogen Poots che ruba la scena a tutto e tutti).

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        • Minchia… ho scritto “rain” invece di “ruin”, così il racconto (bellissimo) di aberrazione umana era diventato bagnato.. sob! Comunque Green Room è tra le mie primissime cose da vedere e quest’anno sto viaggiando alla grande tra Tv e Film…

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          • Io quest’anno ho fatto scorpacciata di film in generale, ne ho visti e ne sto vedendo più del solito. Però così facendo mi sto trovando sempre più sommerso da serie tv che non riesco a vedere. Tipo Westworld… ho visto l’altro giorno la quinta puntata che mi ha lasciato completamente sconvolto! Ma intanto la sesta è ancora lì che mi aspetta…
            Sono riuscito a finire The Young Pope che contro ogni aspettativa mi ha sorpreso in positivo. Tu che ne pensi? Lo hai visto?

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        • Ma lo sai che scrivi davvero bene, Zack?
          Ok, non dovrei dirlo io, ma… oh, l’ho appena fatto! E si che lo avevo già fatto anche nel commento al tuo post sul film di Potter Ford ed i suoi digimon notturni… Hai una scrittura così “moderna” (uh uh che aggettivo da zitella che ho usato… neanche Muciaccia lo userebbe… forse con la colla vinilica però…), che mi circonda di sensazioni… Ora taccio, se no sembra che tu mi abbia pagato… (a proposito, la fattura? Dove la mando?)

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  2. Come al solito, il tuo post mi ha fatto scoprire qualcosa che non conoscevo. O meglio, in questo caso qualcuno: infatti confesso che Anton Yelchin mi era totalmente ignoto, e lo stesso vale per Rachel Nichols. Ho cercato informazioni su entrambi: del primo voglio assolutamente recuperare “Like Crazy”, che a quanto ho letto sembra essere un film perfetto per me; della seconda mi sono bastate le foto su Google Immagini per capire che non fa la ritrosa quando si tratta di mostrare la mercanzia, e quindi aspetto con ansia l’uscita di un suo prossimo film. Che potrebbe anche non arrivare mai: la sua pagina imdb rivela che negli ultimi 2 anni ha trovato lavoro soltanto in televisione. La sua carriera mi ricorda quella di AnnaLynne McCord: non paga di aver trovato il suo posto al sole in televisione, tentò di fare il grande salto nel mondo del cinema, ma dopo essere finita a fare la donna – oggetto nei film d’azione si rassegnò a tornare all’ovile del piccolo schermo. E adesso non è più una star neanche lì. Chi troppo vuole nulla stringe…
    A proposito di televisione, ricordi di quanto parlammo di Shades of Blue, la serie tv in cui Jennifer Lopez faceva la poliziotta? Ebbene, è semplicemente FANTASTICA. La sto seguendo insieme a Westworld, e davvero non saprei dire quale delle due è più bella. Che peccato che siano entrambe a una puntata dalla fine…
    Tornando al tuo post, a renderlo perfettamente “kasabakkiano” non c’è soltanto la volontà di mettere sotto i riflettori degli attori meno famosi di quel che meritano (una missione molto simile a quella del mio blog), ma anche i deliziosi riferimenti alla cultura pop: le citazioni di Men in Black e di Stephen King mi hanno fatto sciogliere. E non soltanto per l’affetto che nutro nei confronti di questi due pilastri della fantascienza (genere che peraltro bazzico poco), ma anche perché entrambi appartengono ad un passato che per me non tornerà più: la saga di Men in Black ha chiuso in modo perfetto con il terzo capitolo, e Stephen King ho smesso di leggerlo da tempo, perché dopo Doctor Sleep (il rischiosissimo ma riuscito sequel di Shining) si è messo a scrivere libri la cui trama proprio non mi attira. Magari in futuro, chissà…
    Colgo l’occasione per segnalarti che ho pubblicato un nuovo post: https://wwayne.wordpress.com/2016/12/11/una-ragazza-adorabile/.

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    • Sai cos’è davvero kasabakiano (aggettivo che ho adorato e che diventerà parte delle mie prossime digressioni), anzi ermenàutico? la tua capacità di trascendere il concetto di commento e farlo diventare una sublimazione dell’OT!
      Infatti, anche in questo tuo discettare sulle figure di Yelchin e della Nichols, passando per le citazioni kinghiane, riesci sempre a fornire parti del tuo mondo di divertimento e cultura… ma in fondo, non è questo che vogliamo da chi ci legge? Io si, per lo meno!

      In particolare mi soffermo sull’affermazione velocissima che hai fatto sul buon Stephen, perché in fondo, hai espresso la stessa cosa che anch’io espressi tempo fa (do you remember?) in un commento ad un post dell’amico Lapinsu… salvando proprio il romanzo che hai citato tu, quel Dottor Sleeep che si proponeva un obiettivo praticamente impossibile ovvero eguagliare Shining, ma alla fine, tutto sommato, la prova è stata positiva, non memorabile, chiaro, ma assai positiva per me…

      Ora, però, sono curiosi di sapere due cose: cosa ne pensi della filmografia di Sommers (e sappi che non spaventerebbe, in caso, un tuo disprezzo, sul serio!) ed anche il tuo giudizio sui Chronicle dei tuoi due colleghi di squadra… Non essere avaro di giudizi, perché mi piace ascoltarti, lo sai!

      A proposito del tuo post… ti ho appena commentato!!

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      • Entrambi i Chronicle sono ben scritti, ma quello di zack mi è piaciuto di più. E’ riuscito a cogliere perfettamente l’essenza del personaggio – tipo di Stallone (e probabilmente di Stallone stesso), capace di mantenere una tranquillità imperturbabile anche nelle situazioni più critiche. E quando questa calma si rompe, è perché un’ingiustizia ha scatenato la sua furia indomita, e Sly sente bruciare dentro di sé il bisogno di fare giustizia. Naturalmente senza lesinare troppo sui proiettili. 🙂
        Su Sommers posso dire veramente poco: ho visto solo La Mummia, e pensa che quando lo vidi andavo addirittura alle scuole medie. Ricordo comunque un film ben fatto, anche se con troppe morti: le continue uccisioni distoglievano l’attenzione dal vero punto della storia. Ad ogni modo, ad avercene di horror così. Corro a risponderti sul mio blog! 🙂

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  3. Mentre il giorno inizia a scaldarsi con raggi di superficialità a mezza luce, di un sole lunare, che si affaccia e subito si nasconde, il mio cervello si scioglie dal ghiaccio, e mentre abbraccio i miei peluches a naso freddo, leggo queste splendide Chronicle, a partire dalle foto. Un intro anche se lungo è di lettura veloce, mi sono sentita come collegata sulla nuca alla Matrix, magico crescendo ibrido e condido e come sempre, promettente. Buona domenica caro amico.

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  4. kasabake, ormai sei maligno come il dinamico due “Moffat e Gatiss”: pubblichi i nuovi post del Gathering col contagocce mentre noi si rimane qua col fiato in gola per sapere come si dipanerà la vicenda, come evolveranno i personaggi, cosa accadrà e soprattutto COME accadrà.
    La sete di Gathering è tale che,in meno di 2 ore ho già scaricato Odd Thomas e l’ho trasferito sul hdd esterno collegato al televisore, pronto per la visione.
    Aaahhhh, non si può vivere così 😦

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      • senza saperlo, si.
        praticamente ho visto tutti i suoi film (le mummie, ovviamente, ma pure il re scorpione, van helsing finanche la fetecchia di G I Joe
        E MI SONO PIACIUTI TUTTI
        Dato che mi manca solo odd thomas, vado a botta sicura
        Effettivamente la descrione che ne dai è perfetta: Sommers fa cinema di disimpegno, però lo fa bene perchè sa intrattenere con leggerezza, prerogativa sempre più rara

        PS: non mi toccare Emmerich, però, lo sai che stravedo per lui ❤

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        • Come ho detto nel post, Emmerich è un grande regista ma per me non ha la sincerità di Sommers e tu sai a cosa mi riferisco… poi, ovviamente, de gustibus… attento, in ogni cosa, che con Odd Thomas ha davvero girato tutto in modo diverso dal suo solito stile rassicurante… Realtà e Finzione si mescolano e mi piace pensare che anche il nostro fanciullone si sia preoccupato…

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  5. Maestro, senza nulla togliere al compianto Yelchin [che devo ammettere conoscere solo per i reboot di Star Trek] tutta la mia attenzione si è focalizzata sul Sommo Sommers, uno dei miei Guilty Directors preferiti!
    Ad eccezione di Odd Tomas [ma quando cazzo è uscito qua in Italia o.O ] ho amato alla follia ogni suo film, in particolare Van Helsing e G.I.Joe [ma ci pensi che c’è gente che li reputa filmacci? Sacrilegio!!!].
    Sono perfettamente consapevole che non stiamo a parlà di capolavoroni d’essai, ma se si parla di giocattoloni questi due film [ma pure la Mummia con il grandissimo Fraser] sono in cima alla mia lista!

    Sommers a parte, mi unisco all’amico Lapinsu quando dice che qui siamo tutti affamati di Gahtering! Personalmente sono troppo emozionato ogni volta che esce un nuovo capitolo e fremo dalla voglia di sapere come si evolverà la storia, o meglio, come gli altri blogger decideranno di farla evolvere [quante teste siamo a dar un contributo al Gathering? una decina?].

    Ma veniamo a questi ultimi capitoli:
    Applausi, inchini e tanto di cappello al compare Zack che ci regala un viaggio on the road carico di umorismo e ironico machismo [il modo in cui cerca di darsi un tono di fronte al potente Sly è geniale]. Ho amato veramente la sua parte di racconto, trovo che oltre ad essere scritto bene sia anche molto appassionato. Si capisce che si è divertito a scrivere 😀
    Bellissimo anche il pezzo di Liza, il modo in cui il suo “terzo occhio” percepisce gli altri blogger dell’adunanza, Lapinsu, Zack, Gianni…mi è sembrato quasi di vederli, ognuno impegnato nella propria parte di avventura!
    Continuerò a ripetertelo all’infinito Kasa, sono gasatissimo per questo tuo progetto, ogni tuo post mi lascia caricato a mille! 😀
    Daje che il finale di stagione spaccherà qualsiasi cosa mai letta su WordPress!!!

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    • Che bello averti di nuovo nei commenti PD… che bello davvero!

      Quando a suo tempo cominciai ad immaginare il nostro Kasabake The Gathering, pur avendo un plot di base ben preciso (con personaggi, significati ed evoluzioni della storia ben specifici), avevo sin dall’inizio uno scopo ben preciso: coinvolgere direttamente nel processo creativo i colleghi blogger che non solo stimavo, ma che speravo anche (per la loro predisposizione emozionale) si sarebbero prestati generosamente ad interpretare dei personaggi, superando il concetto del Gioco di Ruolo (in cui ci smuove dentro l’ambito fissato dal Master) ma arrivando persino ad intaccare il nucleo creativo della storia stessa.

      Così è stato, ma un simile processo aveva un grande nemico: la lunghezza temporale dello sviluppo degli accadimenti, dovuto alla necessità che ogni blogger producesse i suoi chronicle ed il tempo, tu lo sai bene, è tiranno!

      Così concepii la storia divisa in Capitoli (in cui scrivevo io) ed i Chronicle (in cui scrivevano i miei colleghi), ma anche così i tempi erano lunghissimi, soprattutto perché non volevo rinunciare alla bellezza di quella prosa spontanea e genuina che tutti hanno potuto ammirare nelle cose scritte da ognuno di voi: la libertà creativa ha in sè il costo di non poterle porre dei limiti temporale  come tale.

      Ho dovuto, perciò, ogni tanto ricorrere a degli scossoni, dando delle virate brusche alla narrazione, che hanno confluito nel triplo target narrativo: la morte di Blackgrrrl ed il segreto di Ezekiel nascosto nella sua anima (oggetto del prossimo Chroncile di Liza), la vera natura del potere di Ezekiel nascosto nel dopo discorso tenuto al Palace (che sarà oggetto del prossimo Chronicle di Gianni) ed infine il Grande Inganno di cui nulla verrà svelato fino al Season Finale (ma qualche acccenno lungo la strada è stato lasciato, grazie a Zack e che vedrà dipanarsi con i Chronicle di Butcher e Shiki).

      Sono già da tempo andati online, inoltre, le pagine FaceBook di Ezekiel ed il suo profilo Vimeo e solo per via della censura (una vicenda rocambolesca che sfiora il delirio…) mi è stato cassato il filmato dell’anno passato (orribile e con pochissime modifiche possibili) preparato in automatico dagli algoritmi di FaceBook proprio sulla pagina del nostro stratega (ho dovuto cancellare contenuti all’ultimo minuto, per correre ai ripari e sperare di salvare la situazione, ma nulla è valso… a qualcuno non era passato il concetto di gioco e di ironia e mi aveva segnalato la pagina, bloccandola e… pazienza… ho altre idee…).

      Io sono ultra-felice del risultato che, sappi, è già uscito dallo stretto ambito del mio blog e che altri (non utenti di WordPress) stanno seguendo.

      Una cosa è certa: non ha importanza cosa io possa scrivere o inventarmi, perché la vera potenza di tutto il progetto è nella coralità degli interventi.

      Un piccolo teaser della seconda stagione sarà diffuso a Natale e sarà la volta della Cina…

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  6. Prima di tutto faccio i complimenti a Liza e a Zack per l’ottimo lavoro che hanno fatto. Complimenti ragazzi!
    Secondo la tua discussione su Sommers mi ha interessato. Quando ero piccolo andavo pazzo per i due film su La Mummia da lui diretti. Posso dire che in parte fu grazie a quei lavori che approfondii le mie conoscenze sull’antico Egitto (argomento che nelle scuole viene sempre trattato con noncuranza oppure tralasciato). Ancora oggi li considero come degli ottimi film di intrattenimento e apprezzo anche il suo Van Helsing, nonostante non lo consideri agli stessi livelli.
    Purtroppo non ho avuto modo di vedere Odd Thomas, ma sai come far incuriosire le persone e ti assicuro che lo recupererò.

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  7. Pingback: The Gathering vol.10 Il Luogo delle Ombre. | Chezliza

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