The Good Wife: perfect drama

Michael-J.-Fox-as-Louis-CanningThe Good Wife” è una delle serie Tv più belle e meglio realizzate che siano mai state prodotte.
Non è modaiola, nè sorprendente, nè rivoluzionaria, nè controcorrente e nemmeno particolarmente innovativa; non tratta di scandali incredibili, complotti pazzeschi, spie internazionali ed infine al suo interno non troviamo mai killer spietati, nudità provocatorie, inseguimenti mozzafiato, sequenze con memorabili movimenti di macchina e prodigi registici, tutte cose queste appena elencate che in genere rendono una fiction certamente interessantissima o bellissima e che io personalmente non rifuggo ed anzi apprezzo e ricerco, sia chiaro, ma che non debbono essere considerati gli unici ingredienti possibili per creare una serie perfetta; c’è infatti anche un altro modo per raggiungere l’eccellenza ed è senza dubbio uno script eccellente.

The-Good-Wife-premiereQuesta serie di cui parlo è infatti una perla rara, quasi unica nel panorama televisivo mondiale, perché esempio mirabile di una produzione drammatica televisiva scritta in modo superbo ed incredibilmente accurato, con un’evidente volontà di garantire sempre, ad ogni stagione e ad ogni puntata, una continua e costante coerenza stilistica, sia nel trattamento degli archi narrativi più ampi (quelli che coinvolgono un’intera serie o comunque un molteplicità di episodi), sia nella narrazione della quotidianità, comune o sorprendente, dei singoli personaggi.

Kalinda-e-RobynEffettivamente la chiave di volta per comprendere l’importanza e la grandiosità di questa fiction è proprio nel gruppo dei suoi personaggi e non perché essi siano delle figure speciali (alieni infiltratisi tra noi umani, poliziotti corrotti che ogni tanto salvano la città, detective dall’intuito quasi miracolistico, esseri immortali che decidono di condurre indagini poliziesche, donne dallo sguardo d’acciaio che fustigano i criminali ed i colleghi come regine sadomaso in divisa, improbabili pompieri che sembrano usciti non già da una caserma dei vigili del fuoco ma da una spa dove fanno spettacoli di spogliarello per sole donne, supereroi dotati di un qualche potere a vostra scelta, etc.) o figure indecifrabili o anche soltanto anomali, no, i personaggi che si muovono dentro il nostro serial sono tutte persone perfettamente identificabili, ritratti sia nella loro attività lavorativa, sia nella loro sfera affettiva (personale e familiare), raccontati quindi nel loro essere single o coniugi o genitori e così di seguito.

Jess-Weixler-as-Robyn-BurdineTutto ciò potrebbe apparirvi molto banale e persino noioso, ma vi assicuro che non è così nel modo più categorico ed anzi posso affermare, senza timore alcuno di essere smentito, che “The Good Wife” è una delle serie più avvincenti, emozionati, intriganti e commoventi che possiate mai trovare in circolazione e tutto questo per il semplice strattagemma dell’obiettività selettiva.

Mary-Beth-Peil-as-Jackie-FlorrickLe cose che accadono nella vita quotidiana e lavorativa di chiunque sono effettivamente per lo più scontate e ripetitive, ma non sempre, poiché ogni tanto anche nella vita reale accadono imprevisti, come incidenti stradali, lutti improvvisi, fortune inaspettate o tragedie impensabili e se a questo fatto aggiungiamo, nel particolare caso della nostra fiction, la variegata umanità dei clienti di uno grande studio legale e l’incredibile casistica che solo una mente fervida può contenere, abbiamo un campionario di “ordinarie straordinarietà” da cui pescare, raccontando storie interessanti ed emozionanti senza quasi bisogno di dire falsità.

Alicia-e-PeterTradotto alle lettera, questo serial si chiamerebbe da noi “La Buona Moglie”, ma avrebbe potuto anche chiamarsi “Alicia Florrick”, perché di fatto narra in terza persona le vicissitudini di una donna avvocato (non una teen-ager, state bene attenti, ma proprio una “donna”), moglie di un uomo politico (il procuratore distrettuale Peter Florrick della contea di Cook, nello stato dell’Illinois) coinvolto in uno scandalo sessuale di grande eco mediatica (con un evidente parallelismo, mutatis mutandis, con Hillary Clinton, anch’ella avvocato) e nelle relative complicazioni giudiziarie che lo porteranno in carcere (la fiction è espressamente ispirata alle vicende di cronaca di Eliot Spitzer, ex-governatore dello stato di New York, dimessosi a seguito del suo coinvolgimento in un giro di prostituzione).

Alicia-e-DianeLa protagonista assoluta della serie Tv è appunto la signora Florrick (interpretata dall’attrice statunitense Julianna Margulies, molto tempo e molta strada dopo dagli anni in cui era solo l’infermiera Carol Hathaway, di cui si era infatuato il bel dottorino tenebroso Doug Ross, ai tempi in cui George Clooney recitava in “E.R.”), che sin dalle primissime puntate seguiamo nei suoi sforzi di rimettere ordine e regolarità in una vita familiare devastata da quanto accaduto: benefit provenienti dall’essere moglie di un ricco e potente politico scomparsi di colpo, amicizie superficiali in frantumi, legittimità sociale al minimo storico, impossibilità dei figli minorenni di gestire l’impatto mediatico dello scandalo sulla loro vita scolastica.

Peter-Florrick-governorOgni personaggio che vediamo di volta in volta comparire nella narrazione (partendo chiaramente dal marito della Florrick, interpretato da quel Cris Noth, che tutti i telespettatori ricordano, non tanto come il detective Mike Logan in “Law & Order”, quanto purtroppo come Mr. Big, in quella disgrazia per l’umanità che è stato “Sex and the city”), è tratteggiato nei suoi tratti caratteriali “in progress”, modificando il suo agire, puntata dopo puntata, come un’intelligenza artificiale super evoluta, che in un avveniristico gioco di ruolo elettronico sia in grado di trasformarsi da sola in base alle interazioni con gli altri personaggi.

Graham-Phillips-as-Zachary-and-Makenzie-Vega-as-GraceA livello cronologico, ciò che dapprima vediamo raccontati sono ovviamente gli sviluppi delle vicende giudiziarie e familiari del marito e dei figli di Alicia (i bravissimi Graham Phillips, nei panni del figlio maschio Zack e Makenzie Vega, in quelli della figlia femmina Grace), ma anche contemporaneamente gli incontri/scontri con i nuovi colleghi di lavoro di Alicia.

Alicia-Will-e-DianeDopo aver girato vari studi legali della città alla ricerca di un lavoro basato sulla sua laurea in Giurisprudenza, la nostra buona moglie finirà per essere assunta come avvocato associato nello studio “Stern, Lockhart & Gardner”, grazie all’intercessione di uno dei soci titolari, Will Gardner, amico ed ex-spasimante di Alicia e presenza fortissima nella serie, grazie anche alla riuscitissima caratterizzazione di Josh Charles, interprete che tutti ricordano come Knox Overstreet, uno dei membri più appassionati della “Dead Poets Society” nell’omonimo film di Peter Weir del 1989.

Christine-Baranski-as-Diane-LockhartPer creare un maggiore coinvolgimento emotivo, gli sceneggiatori della fiction, i magnifici timonieri Robert e Michelle King (creatori dei plot fondamentali della serie e scrittori della stragrande maggioranza degli episodi), hanno raccontato ad ogni stagione anche le vicende professionali dello studio legale dove lavora Alicia, usando le stesse meccaniche che si usano per parlare di una famiglia reale, con i suoi dissapori, i timori, i tradimenti, gli scoppi di ira o di gioia, i successi ed i fallimenti dei propri membri e financo le laceranti separazioni ed i lutti devastanti, di cui preferisco non dire o accennare nulla, ovviamente per non togliere il gusto della scoperta che si prova assaporando ogni puntata di questa serie.

Archie-Panjabi-as-Kalinda-SharmaOltre ai characters principali (giusto in questo senso citare sia la socia di Will Gardner nel suo studio ed ossia Diane Lockhart, ruolo che appartiene all’attrice di solida esperienza teatrale Christine Baranski, ma anche il controverso personaggio della detective privata in uso esclusivo dello studio Kalinda Sharma, caratterizzazione che ha reso celeberrima la già famosa attrice inglese, ma di discendenza indiana, Archie Panjabi), la serie presenta un vero esercito di personaggi secondari, descritti e seguiti con talmente tanta attenzione da dare per un attimo la sensazione erronea che si tratti di un’opera corale.

Matt-Czuchry-as-Cary-AgosDifatti non è così, perché ogni cosa nella fiction segue tassativamente le vicende di Alicia: piuttosto, si assiste ad un gradevolissimo avvincendamento di varie comparse, più o meno  importanti, che ad intervalli irregolari si presentano sul palco della nostra commedia umana, declamando in primo piano un monologo che le vede coinvolte, con i riflettori puntati e condendo il tutto con la abituale verosimile eccezionalità di accadimenti.

Alan-Cumming-as-Eli-Gold-2E’ proprio questa grandiosa sensazione di realtà ed assieme di imprevedibilità che tiene letteralmente incollato lo spettatore alla poltrona, poiché la grande lezione di vita che i coniugi King hanno trasformato in regola nello scrivere le sceneggiature di ogni puntata è proprio quella secondo la quale “nulla è per sempre”: ogni amore può rompersi, ogni legame spezzarsi, ogni alleanza disfarsi e ciò che è rotto forse potrà anche essere riparato in qualche modo, ma solo diventando a sua volta qualcos’altro, creando ossia un nuovo rapporto, una nuova unione, magari anche più affascinante della precedente, ma comunque differente.

Alicia-e-CaryThe Good Wife” è un legal-procedural che teoricamente dovrebbe quindi, in quanto tale, presentare un nuovo caso giudiziario a settimana, ma avrete compreso, da quanto detto fino ad ora, che l’elemento stand-alone legato ai singoli casi affrontati dagli avvocati, è solo una porzione (nemmeno maggioritaria) della narrazione del singolo episodio, mentre tutto il resto è generato dalle interazioni dei personaggi tra di loro e dall’evoluzione dei loro caratteri.

The-Good-Wife-a-good-teamUn’ultima notazione importante: non ci si trova mai in questa serie Tv di fronte alle metodiche delle soap, presenti in quasi tutti i procedural degli ultimi decenni, in cui anche i rapporti sessuali e sentimentali dei protagonisti seguono il banale meccanismo della rotazione (in base al quale, ogni personaggio di sesso maschile deve prima o poi avere una relazione con ciascuno dei personaggi femminili del cast e viceversa), no, nella nostra fiction tutti i personaggi agiscono sempre condizionati dal loro specifico carattere e così anche le modifiche del loro comportamento (i cambiamenti di idee, i gusti e persino gli hobby) seguono la verosimile evoluzione psicologica tratteggiata con cura: se certe volte veniamo sorpresi da un colpo di scena, possiamo stare sereni che la preparazione di tale evento era iniziata dietro le quinte già da svariati episodi, con movimenti non illuminati dalle luci in primo piano ma con una sua logica cronologia che presuppone un evidente lavoro a tavolino da parte degli scrittori.

Alan-Cumming-as-Eli-GoldPensate che io stia esagerando? Provate per credere: con pochissime eccezioni (date da puntate sceneggiate da altri autori, non sempre all’altezza degli scrittori leader), ogni episodio è un piccolo grande film drammatico, con un pizzico di commedia sentimentale ed un buon condimento di strategia politica.

Eh, si, perché la politica è l’altro ingrediente sempre presente nella vita di Alicia e dei suoi familiari e gli squarci di campagna elettorale, di sotterfugi ed intrighi di corte in salsa Washington che compaiono nella fiction non fanno mai rimpiangere gli script di serie più blasonate come “House of Cards” o più specialistiche come la serie danese “Borgen”.

Alicia-e-Peter-FlorrickParlavamo all’inizio degli aspetti tecnici non sorprendenti, di una serie nella quale non troviamo quasi mai sequenze mozzafiato, ma questo solo perché lo stile produttivo di riferimento è quello dei grandi drammi hollywoodiani, dove il regista era ed è soprattutto uno splendido direttore del traffico, la fiugura che costruisce una meccanica dei movimenti dei personaggi sul set simile a quella di un regista teatrale, scandendo le giuste entrate in scena, lo spostamento da un set all’altro,  realizzando ossia una messa in scena più congeniale alla recitazione che non al coinvolgimento adrenalinico dell’azione pura o dell’introspezione solipsistica di singoli personaggi conturbanti; altresì, quando in “The Good Wife” il plot lo richiede, tutto il cast si muove come un perfetto meccanismo di un cronografo di precisione, nel raggiungimento del giusto climax emotivo.

Zach-Grenier-as-David-LeePer meglio illustrare quest’ultimo aspetto, mi piace quindi concludere questa lunga recensione con un mio atto personale atto d’amore verso uno dei set più usati nella fiction, quello degli studi “Stern, Lockhart & Gardner”, una teoria di uffici, corridoi e sale riunione, dove in tutte queste 7 stagioni e questi 135 episodi hanno avuto luogo drammi e conflitti, confessioni inimmaginabili e strazianti divorzi.

E’ un omaggio che faccio proponendovi qui di seguito una lunga ed articolata sequenza di montaggio, piena di carrellate, long-shot, primi piani, scorrimenti laterali, campi e contro-campi, estratta dal 5° episodio della 5° Stagione, dove gli attori si muovono come roteando in una danza drammatica, il tutto accompagnato dalla splendida e trascinante musica del compositore inglese David Buckley.

Buona visione.


In questo post abbiamo parlato di

The Good Wife“, USA, 2009 – presente
Creata e scritta da Robert e Michelle King
Prodotta da Ridley Scott, Tony Scott e David W.Zucker

Interpreti principali:

Julianna Margulies (Alicia Florrick)
Chris Noth (Peter Florrick)
Mary Beth Peil (Jackie Florrick)
Graham Phillips (Zachary Florrick)
Makenzie Vega (Grace Florrick)
Alan Cumming (Eli Gold)
Josh Charles (Will Gardner)
Christine Baranski (Diane Lockhart)
Archie Panjabi (Kalinda Sharma)
Zach Grenier (David Lee)
Matt Czuchry (Cary Agos)
Matthew Goode (Finley Polmar)
Michael Boatman (Julius Cain)
Michael J. Fox (Louis Canning)
Carrie Preston (Elsbeth Tascioni)
Jess Weixler (Robyn Burdine)
Vanessa Lynn Williams (Courtney Boal)

44 pensieri su “The Good Wife: perfect drama

  1. Una serie tv che basa tutta la sua bellezza sulla sceneggiatura e sui personaggi. Posso dire che queste sono caratteristiche che ricerco nei film e nelle serie tv dell’ultimo periodo. Davvero un bell’articolo!

    P.S. Chris Noth invece me lo ricordo solo per Law & Order, neanche immaginavo che fosse finito in Sex and the city (probabilmente non l’ho notato o la mia mente non l’ha voluto notare).

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  2. Kasabake, io ti odio. Con tutto il cuore.
    E lo sai perchè, non stare fermo a lì a guardarti le unghie delle mani con noncuranza… ehi, sto parlando con te, farabutto che non sei altro.

    Ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Hai la minima idea del pasticcio gigantesco in cui mi hai ficcato?
    Ma cosa ti passa per la testa? Come ti viene in mente di scrivere questa recensione?
    E soprattutto: come ti permetti di scrivere c’è infatti anche un altro modo per raggiungere l’eccellenza ed è senza dubbio uno script eccellente ?

    E secondo te io adesso che dovrei fare? Far finta di niente? Ignorare questa cosa? Impossibile. E tu lo sai.
    Sono anni che evito “The Good Wife” come la peste. “Gianni non hai tempo”, mi ripeteva la vocina nella testa, e così trovavo sempre una scusa, ignoravo le belle impressioni destavate dai giudizi raccolti tra amici e web, mi concentravo su altro.

    Poi arrivi tu e scrivi sta recensione: è come mettere una pistola in mano a Martin Riggs, offrire da bere a Jack Torrance, dare del fifone a Marty McFly, dare una penna e una spilla per capelli a McGiver.

    Ora mi tocca guardare The Good Wife. Per colpa tua.

    Mannaggia a te.

    Ti costringerei a vedere “Il profondo mare azzurro” come punizione, guarda…

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    • Anzitutto, onore al merito per le similitudini che hai usato per manifestare la tua situazione di ineluttabilità… una carrellata di cinema e tv stupenda, che ho apprezzato moltissimo!

      Poi, ovviamente, il mio compiacimento per la tua decisione di cedere alle sirene che già volevano attirarti da tempo sugli scogli di questa fiction, perché avrò egoisticamente il piacere con te in futuro di discettare sulle sceneggiature di queste stagioni che hanno già vinto un delirio di premi, ma che soprattutto hanno il merito di quella coerenza stilistica che ha fatto crescere la serie anziché calare con gli anni…

      Infine, il piacere, tutto personale, del regalo che farai al tuo immaginario di rivederti sullo schermo un grandissimo Michael J. Fox, che è anche uno dei due motivi per i quali è obbligatorio guardare questa serie per persone come te e me, aldilà di tutti meriti: il primo motivo è la trovata geniale di far lavorare l’attore canadese di “Back to the Future”, dopo che il Parkinson giovanile lo aveva costretto al ritiro definitivo dalle scene, proprio nel ruolo di un avvocato affetto nella finzione da “discinesia tardiva”, condizione simile a quella in cui l’attore eè vissuto per anni nella vita reale, come conseguenza degli stessi farmaci che predne per il suo male: un miracolo recitativo, un’ironia cruda e geniale per un personaggio intelligentissimo ed infine un doppio miracolo ancora, perché durante più di tre anni di partecipazione a “The Good Wife” le medicine hanno davvero cominciato a fare effetto; il secondo motivo è nascosto in uno spoiler immenso che non posso rivelarti, ma che tratta una situazione ricorrente nei cast di lunga durata in un modo talmente innovativo da togliere il fiato!

      In originale è stato trasmesso negli USA in Full HD, mentre da noi avevamo la Rai che lo trasmetteva in Low Res e Sky che lo riproponeva l’anno successivo in 1280×720 (il classico HD Ready), perciò in bocca al lupo su quello che riesci a trovare… anzi, se ti capita una 6° serie di alta qualità te la rubo anch’io, perché io ne ho una versione schifosa…

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      • Recuperare le puntate di The good wife non è semplice come credevo.
        Evidentemente la serie è più bella che seguita, almeno in italia.
        Non uso i torrent e gli streaming online, solo siti di hoster abbinati ad un cazzutissimo download manager. Ho fonti solide, selezionate nel tempo, che mi offrono sempre un ventaglio valido sia di materiale che di mirror (fattore quest’ultimo non trascurabile se si evitano gli abbonamenti premium agli hoster più diffusi e ci si interstardisce con il “free download”.
        Comunque la faccio breve: dopo 2giorni di penose ricerche ho quasi chiuso il cerchio. Stagioni 1-2-3-6 già in download (ci vorrà qualche giorno). La ricerca dei link per le stagioni 4-5 è al 80/85%.
        Tutto sto pippone solo farti sentire ancora più in colpa per avermi dato il colpo di grazia convincendomi a seguire 😀

        PS: forse ho trovato qualcosa per te. Ti farò sapere a breve.

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        • Mi permetto di aggiungere che “The Good Wife“, oltre ad essere la meravigliosa serie legal-drama che è, ti fa sempre acquistare, quando la vedi in coppia, un sacco di punti-moglie o punti-fidanzata, a seconda delle situazioni…
          Pensaci all’ipotesi di condividere la visione con la tua good wife…

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          • Con mia moglie vanto già un credito pressochè illimitato.
            Negli anni l’ho introdotto a tali e tanti prelibatezze seriali che se il posto in Paradiso fosse attribuito in base a quanto piacere telefilmico si è stati in grado di assicurare al proprio partner, io siederei alla destra del Padre, gomito a gomito veramente.
            Prima di me, l’unica freccia al suo arco era E.R., peccato però che il bene di questa serie (per altro notevolmente ingobbita negli anni) fosse affogato da tanta merda: Distretti di polizia vari, squadre antimafie, preti in bicicletta e rivombrose penose.
            Poi sono arrivato e l’ho introdotta nel magico mondo di:
            – Dexter
            – The Mentalist
            – Sherlock
            – Elementary
            – Psych (se non la conosci, guardala, ci sto scrivendo su pure un post)
            – Lost

            E qui mi fermo.

            Quando le farò vedere The Good Wife, se è bella la metà di quel che dici, il giorno in cui salirò in paradiso, il padreterno mi nominerà direttamente vicepresidente esecutivo 😀

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            • Un commento epocale, stigmatizzato in 2 punti, a cui DEBBO rispondere (ne va della mia vita. del mio ego, del mio vattelapesca, perché quando leggo certe cose sono come Roger Rabbit che non riesce a trattenersi dal terminare la rima del jingle pubblicitario)…

              1. Il gioco di metafore e similitudini che hai creato per descrivere il tuo apporto al livello qualitativo delle fiction visionate nella Lapinsù Family è sublime e te lo dico subito VALE COME UNO DEI TUOI POST MIGLIORI, scritto così, tutto capsato da bimbominkia, perché l’ho adorato mentre lo leggevo.

              2. Buon Uomo, ehi, dico a Voi! Chiedermi se conosco “Psych” è un insulto (detto d’impeto, alzandomi in piedi come uno di quegli avvocati inglesi dell’età vittoriana, dalle gote rubizze per il buon vino, anzi per lo cherry) e non solo perché io stesso l’ho citata spesso (ad esempio qui ed anche qui, con anche corredo di foto dei due geni dell’agenzia) come fulgido esempio di crime-comedy ed “[…] una delle serie più creative e geniali mai realizzate […]”, ma perché per anni ho vissuto nello sconforto di vivere in mezzo a persone che non la conoscevano (gravissimo!) o se la conoscevano la snobbavano (molto più grave di gravissimo!) e vivevo nella fiera grandezza di chi combatte da solo per il suo ideale, abbandonato da tutti ma con fede incrollabile (come il templare che Indy trova a difesa del Sacro Graal e che pensa sia infine arrivato un altro cavaliere a sostituirlo nel suo eremitaggio da sentinella indomita), ripetendo a memoria (complici i miei familiari, che con me hanno adorato le 8 stagioni della fiction ed anche cercato di spargere il verbo, persino attraverso la proiezioni ad amici del musical in due puntate)la maggioranza delle battute, sia in italiano che in lingua originale…
              Ah, Quousque tandem abutere, Ioannes, patientia nostra?
              Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet?
              Quem ad finem sese effrenato iactabit blog?
              Quando nel tuo commento ho letto queste tristi parole riferite a “Psych”,“se non la conosci, guardala”, il mio cuore ha avuto un sussulto, una fitta al torace ed alla bocca dello stomaco per il colpo inferto e persino le foglie del mio bonsai (ovviamente non ne ho e non ho nemmeno intenzione di averne uno, in questa vita o nell’altra…) sono cadute a terra prive di vita e con esse i petali della rosa che la Bestia teneva sotto la teca di vetro, nella speranza di fare attempo a trovare una damigella che di esso s’innamorasse ed anche i ghiacciai eterni hanno cominciato a sciogliersi (ok, ok, il riscaldamento globale ci mette del suo…) e persino Scrat ha lasciato cadere la sua ghianda…
              Quindi?
              Quindi ti attendo al varco con il tuo post…

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              • Chiedo venia e umilmente mi cospargo il capo di cenere.
                Sacrificherò un agnello all’altare di Steve Franks (c’era anche una vergine, ma sai come vanno certe cose… ho preferito tenerla per me…) e solo quando il fumo del rudimentale rogo avrà disegnato la scritta Psych in cielo riprenderò la parola.

                Confesso di aver completamente dimenticato i tuoi riferimenti a questa serie nei post sulla trama oriz o vert. Me culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Il parallelo con Catilina me lo merito tutto.

                Per quando riguarda il post, in realtà non parlerà “solo di psych” ma “anche di psych” in un discorso più ampio. Tieni conto che il titolo (provvisorio) del post è “Elementare, Lapinsù”, il che ti dà già un’idea di cosa tratterà. Anche se, ti confesso, sono un po’ spaventato da quel che sta venendo fuori: sono già fuori lunghezza standard (circa 1500 parole) e verosimilmente non me ne basteranno 2000 prima di terminare.

                Il problema di fondo è che faccio sempre fatica a scrivere post sulle serie tv. Come ripeto fino allo sfinimento, io i film li guardo con la pancia e li recensisco coi piedi, il mio obiettivo solitamente è quello di cristallizzare un’emozione o un pensiero per poi tradurla in uno spunto di rilfessione. Il gioco mi viene facile coi film: il più delle volte nasce spontaneo proprio durante la visione.
                Ma con le serie tv è tutto più difficile: a meno che non siano brevi o immediate (penso a Sherlock, Luther, House of Cards), le emozioni su cui si gioca una serie tv sono molto diverse da quelle dei film in quanto fanno leva più sulla profondità che sulla potenza generando quindi sussulti meno vibranti, più sottili, parimenti belli, ma per ovvie ragioni più complicati sia da capire, sia da spiegare, sia da tradurre.
                Sapessi quante volte ho provato a scrivere un post su Lost o su Dexter o su Psych (per l’appunto) arenandomi ben presto perchè mi rendevo conto che stavo scrivendo qualcosa non solo troppo diverso dal mio stile di blogging (dopo 3 anni e quasi 300 post penso di poter scrivere questa frase senza risultare troppo borioso) ma anche e soprattutto privo di qualla vitalità e di quella lievità che mi piace abbiano tutti i miei post.

                Quindi, se si tratta di lodare Psych e fare opera di conversione su qualche sprovveduto, nessuno meglio di te potrebbe scriverne 🙂

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                • Se ho intuito anche solo la metà di quello che intendi fare nel tuo futuro post, hai tutto il mio appoggio!
                  Per un cultore ed amante delle speculazioni alla Sherlock Holmes, per un amante dell’intelligenza con cui un giallo o un intrigo viene scritto, per un analista decisamente non sprovveduto di script altrui e per uno scrittore quale tu sei (la pubblicazione o meno determina solo lo status di “professionista”), ogni fiction a crime-drama o detective-drama sono sempre sotto osservazione e nello specifico, che tu voglia o meno, viene sempre da te quasi inconsciamente effettuata la “prova Doyle”, con cui sottoponi ogni trama ed ogni sceneggiatura al test di confrontabilità con il Maestro.
                  E’ incredibile quanti procedural, quanti polizieschi e quanti gialli possano cadere in trabocchetti logici perché i loro script sono volti solo ad esaltare altro (gli attori/divi, le scene di azione, la morbosità del soggetto, etc.) e quanti altri, invece, pur avendo altro obiettivo che non che non quello di far concentrare lo spettatore sulla risoluzione dell’enigma, sono accurati ed intelligenti nella costruzione del crimine e nella soluzione dell’enigma.
                  Sono convinto che questo parametro sarà in qualche modo presente nel tuo post, che a questo punto incornicerò.

                  Mi avvicinai a PSYCH agli albori della serie, su consiglio di un mio amico sceneggiatore di professione, che me ne parlò proprio per l’intelligenza delle trame, abbinata alle battute scoppiettanti che trasudavano “nerditudine” da ogni puro, con continue citazioni di film e fiction in ogni puntata (persino visive nelle ultime due stagioni).
                  Confessioni:

                  1. Psych è stata per anni al top delle mie preferenze di visione, sopra a tutto e tutti;
                  2. A differenza di un milione di altre cose (per le quali non riesco mai a fare classifiche) ho un mio episodio preferito, il capolavoro di tutte e 8 le stagioni ed è “Last Night Gus” (da noi distribuito come “Vuoto di Memoria”), il secondo della 6° stagione, scritto e diretto da Andy Berman, in cui Shawn, Gus, Lassiter e Woody si risvegliano senza ricordarsi nulla dell’accaduto la sera prima, quando avevano festeggiato assieme il pensionamento dell’anziano detective Jim Dubois (adoro ogni volta che lo vedo la faccia del coroner Woody/Kurt Fuller quando dapprima ssrisce che il DNA fornirà con certezza tracce dell’indiziato e poi, dopo una serie di sguardi d’intesa con Shawn, si rimangerà l’affermazione appena fatta negando l’attendibilità del DNA come prova!);
                  3. Adoro ogni personaggio ma il voto top va appunto al personaggio del coroner
                  4. Amo il capo della Polizia, l’unico possibile, ossia Karen Vick, interpretata da Kirsten Nelson, grande donna!

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                  • Mi innamorai di Psych quando erano già state prodotte 3 stagioni.
                    Galetto fu l’incipit del post di un forum dove recuperavo i link per il digital download. Shawn Spencer veniva definito come un “brillante detective che camuffa le sue deduzioni alla Sherlock Holmes spacciandole per intuizioni da sensitivo”.
                    Ecco, quel “deduzioni alla Sherlock Holmes” mi fregò subito e iniziai a guardare Psych senza avere la minima idea del paradiso in cui mi andavo a ficcare.

                    Non so dirti un episodio che preferisco. Forse quelli che più mi sono rimasti impressi sono quelli (in tutto credo siano 4) in cui compare il formidabile ladro Desperaux: si raggiungono vette di ilarità sovrumane e la conclusione della parabola di Desperaux nell’ottava stagione è qualcosa di memorabile.

                    L’ottava serie in realtà mi ha un filino deluso. Non tanto per la brillantezza della sceneggiatura (il penultimo episodio con gli incubi di Gus è tra i più belli dell’intera serie come script) quanto per la repentina penombra che cade su troppi personaggi: July, il capitano Vick e Spencer Sr. . Anche Woody compare molto meno. Solo Lassy resta imperterrito al suo posto. Lo Shan-Gus-Centrismo di questi ultimi episodi – seppur sempre esilarante – mi è sembrato un po’ piatto. Ma poi è bastata la scena finale – con la proposta di matrimonio a 3 con Gus a fare da arbitro tra July e Shawn – a ripagarmi di tutto.

                    Ti dirò una cosa: non ho mai capito come sia possibile che Steve Franks – a modo di vedere un genio – non abbia scritto null’altro che Psych. Lo vedrei benissimo a scrivere un copione per Guy Ritchie o Tarantino, o fare da showrunner a una serie tv per una major come ABC o Fox. Non mi spiegherò mai perchè sia così sistematicamente ignorato.

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  3. Che altro aggiungere alla tua perfetta recensione?
    Solamente tre recurring davvero brillanti e mai scontati come Mary Beth Peil (adorabile anche da suocera rompiballe), Alan Cumming (se non ci fosse lui a smorzare ogni tanto l’atmosfera con la sua ironia non sarebbe la stessa cosa) ed il mitico Michael J. Fox (il quale hai però nominato in un commento).
    Devo ammettere che devo ancora vedere le ultime due stagioni, causa orario impossibile di messa in onda di Rai2 (ma perché mandano le prime tv in seconda serata e poi le repliche delle prime stagioni al pomeriggio non arrivando mai a quella che mi sono persa, tra l’altro?), ma ho letto che comunque la qualità è la stessa delle prime per cui attenderò…
    Mchan

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    • Grazie delle belle parole mchan e ti stupirò…
      data la particolare struttura compositiva della fiction (in cui sembra che i coniugi King quasi assecondino gli stessi personaggi nel loro sviluppo, come se fossero persone reali), la seria va in crescendo ed ha toccato con le puntate della seconda metà della 5° stagione delle vette di bellezza e drammaticità incredibili! Rimarrai sbalordita… e quando penserai che questo livello sia insuperabile, beh, parte la 6° stagione, quella che ha in assoluto ottenuto più riconoscimenti… ed è pazzesco… sembra di essere su una giostra da cui non riesci a fermarti… i colpo di scena sembrano seguire l’istinto degli spettatori più affezionati ed ogni volta ti ritrovi a pensare “ma, si, è giusto, non poteva che andare in questo modo…”.
      La potenza di aver voluto cocciutamente mantenere l’integrità caratteriale dei personaggi ha fatto si che ogni loro scelta negli episodi fosse il frutto di ragionamenti e svolte di pensiero che sono nati e si sono evoluti con gli spettatori stessi, puntata dopo puntata…

      Io sinceramente ho smesso di seguirli da tempo in Rai… me li sto scaricando da Mega (lo so, non si può, ma cavoli, come si fa? La Rai ha degli orari pazzeschi e Sky, insomma, lo trasmetteva dopo un anno!!

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      • Don’t worry! A volte anch’io recupero serie tv e film in rete, shhh!!! :-p
        Soprattutto quando mi scoccio di fare la caccia al tesoro con la programmazione rai che è davvero pessima, specialmente con le serie in seconda serata.
        Mi sa che la quinta stagione l’ho vista, mi sono fermata alle prime puntate di quella che hanno mandato in onda questa estate, ma non ricordo quale sia…
        Infatti il punto di forza maggiore è proprio quello del non aver mai stravolto i personaggi per creare nuovi spunti alla trama. Sono sempre coerenti con sé stessi, nel bene e nel male. Tipo: a me non è che piaccia molto il modo di ragionare di Alicia riguardo al matrimonio, io a Peter lo avrei mollato già all’inizio della prima stagione, altro che matrimonio di facciata, però il suo personaggio la pensava a quel modo ed ha continuato a farlo. Era nel suo carattere e come avviene nella vita reale il carattere non si cambia facilmente, se non per eventi straordinari (lei ad un certo punto ci pensa al divorzio, ma solo perché vorrebbe iniziare una cosa seria con Will).
        Altra cosa che mi piace molto della serie è leggermente più superficiale, ovvero il fatto che indossino gli outfit più volte , mi pare anche nell’arco delle varie stagioni. Lo rende più reale. Io adoro la moda, ma non sopporto quando in una serie che parla di persone normali i protagonisti non indossano mai lo stesso outfit per più di una sequenza temporale, e poi abiti che le persone normali si possono solo sognare.
        Ora mi fermo che ho scritto un romanzo altro che commento 😉
        Mchan

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        • Splendido e gustosissimo commento: concordo su tutto quello che hai detto e sottoscrivo l’apprezzamento per quel discorso di coerenza caratteriale… in fondo ci capita tutti i giorni di parlare con amici o amiche che prendono scelte su cui noi potremmo anche non essere d’accordo, ma sono le loro scelte e non le nostre, come hai giustamente detto tu!
          A proposito di outfit, la tua non è una notazione superficiale, perché si sposa con il discorso generale che abbiamo fatto e la massima cura nel dettaglio…
          Amo questi commenti, davvero! Non c’è limite alla lunghezza quando si parla così amabilmente…

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      • Bhè, sì, quando posso cerco di leggere i commenti. È sempre piacevole sapere anche l’opinione di altre persone, specialmente quando la si esprime in maniera educata e cordiale. 🙂
        E poi si possono fare delle scoperte. Con te è un po’ impossibile dato che sei sempre molto esaustivo nei tuoi post, però può capitare 😉
        Mchan

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        • Eh, eh, eh! Lo prendo per un complimento, ma in realtà c’è sempre qualcosa da dire… ed il mio problema questa volta con “The Good Wife” è che gli accadimenti delle stagioni dalla quarta in poi sono talmente clamorosi da non poterne parlare davvero per non spoilerare!

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    • Grande Lupo, sembra gentile con me, anche quando non navighiamo nelle stesse acque… sei davvero un gran signore… mi onorano le tue parole e la tua stima… perché è facile assecondare chi ci da ragione, ma è da veri nobili parlare bene di chi si è amico anche quando dice cose che non ci interessano… mi inchino!

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  4. Eeeeeeh lo sapevo che The Good Wife era una grande serie, ma ormai lo sanno tutti, non ho sentito neanche mezzo giudizio negativo. Ora però so anche il perché, grazie a questa grandissima recensione. Sono sempre stato curioso di darle un’occhiata, ma questa volta non posso fare promesse che so di non poter mantenere, difficilmente infatti troverò il tempo e la voglia di dedicarmi a questa serie. Ho troppe altre serie e film che devo recuperare prima di questa, ma voglio che tu sappia che è difficile dire di no a una recensione tanto convincente come questa. Quindi sono triste.
    Sarà che ho anche ripreso a studiare T_T

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  5. E’ quasi impossibile parlare di moltissimi accadimenti di questa fiction senza incappare nello spoiler e questo impedisce anche di spiegare con quale maestria e abilità alcuni eventi sconvolgenti siano stati trattati, a livello di sceneggiatura, ma anche di condivisione con il cast e la troupe (e si, perché persino la scelta del regista, in alcuni episodi chiave, è stata basata sugli argomenti trattati e sull’effetto che questi avrebbero avuto sulla grande famiglia del cast artistico e tecnico).
    Voglio, tuttavia, condividere questa perla di pochi secondi, con questo delicato campo e contro-campo tra un magistrale Alan Cumming (nella parte di Eli Gold) ed ovviamente la statuaria Julianna Margulies, ossia la nostra “santa” Alicia (come viene chiamata scherzosamente dallo stesso personaggio di Gold):

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  6. Quando guardo un film, ogni tanto mi capita di assistere a quello che gli americani chiamano “slice of life”: la narrazione si interrompe e viene dato spazio ad uno “spaccato di vita”, ad una scena di routine quotidiana che non c’entra nulla con la trama, ma serve solo a far “riprendere fiato” allo spettatore. Esempio classico: in un thriller serratissimo, fatto di omicidi e scene cruente, il regista smorza la tensione inserendo una scena in cui il detective si beve una birra con un amico, o cena a lume di candela con la sua donna.
    Ebbene, io gli slice of life li adoro. Ad esempio, uno dei tanti motivi per cui amai così tanto “Di nuovo in gioco” è proprio il fatto che alternava continuamente i momenti ricchi di pathos con le scene tranquille di vita quotidiana: Clint Eastwood e Justin Timberlake che si bevono una birra, Amy Adams che gioca a biliardo eccetera. Ecco, quel film è un esempio perfetto di come vanno girati gli slice of life.
    A quanto ho capito, anche The Good Wife sa gestire magistralmente questo tipo di scene: di conseguenza, nonostante la mia avversione per le serie tv, potrei dargli una chance.
    Chiudo il mio commento con un video musicale in pieno stile Sin City:

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  7. Wwayne!

    Per l’occasione ti chiamo con il tuo nickname reale, perché solitamente lo storpio appositamente in segno di affetto ed amicizia…
    L’occasione non è ringraziarti per il commento (sempre gradito) o per le notazioni da cinefilo sul concetto ed uso dell’effetto “slice of life” nel cinema action statunitense (sempre acute), ma per condividere con te la gioia che l’immenso scenografo Dante Ferretti (a mio avviso il miglior scenografo di cinema al mondo, a cui si devono gli interni di tutti i film più importanti ed elaborati di Scorsese) farà parte del cast tecnico della serie Tv di Sky dedicata a Diabolik!!
    Le riprese inizieranno nei primi mesi del 2016 (siamo a tiro!) e già si annuncia una produzione enorme!

    Ti lascio con il trailer che certamente già conosci ma che ogni volta mi emoziona (tra l’altro da notare il ritorno del pugnale, dopo la cancellazione della mitica arma nel film di Mario Bava! Quello con il pugnale e le tantissime maschere è il vero Diabolik!!).

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    • FAVOLOSO. Non sapevo che stessero preparando una serie tv su Diabolik, e senza la tua segnalazione ne sarei rimasto all’oscuro per chissà quanti mesi ancora.
      Ma passiamo a commentare il trailer. Innanzitutto, azzeccatissima la scelta di non mostrare i volti di Diabolik ed Eva Kant: probabilmente anche i nomi degli attori sono ancora ignoti, perché c’è la volontà di mantenere fino all’ultimo un alone di mistero attorno alla serie. Un’ottima strategia di marketing per aumentare il senso di attesa, e quindi gli ascolti.
      Inoltre, mi pare che l’impostazione sarà molto fedele al fumetto, perché già dal trailer possiamo riconoscere alcuni tratti caratteristici: non solo il mitico pugnale, ma anche le altrettanto leggendarie maschere.
      Infine, mi fa molto piacere il fatto che la serie voglia strizzare l’occhio anche agli amanti del genere action: il protagonista che sfonda la finestra e si butta giù da un edificio in fiamme è una classica scena dei film d’azione, e io davvero non posso chiedere di meglio.
      L’unica cosa che mi angustia è leggere che inizieranno a girare a fine 2016 – inizio 2017 (fonte: http://www.secoloditalia.it/2015/06/diabolik-approda-in-tv-grazie-ferretti-come-leroe-noir-dei-fumetti/): queste lungaggini non le ho mai capite. O meglio, capisco che possano esserci dei tempi burocratici e organizzativi, ma dal trailer è evidente che è già tutto pronto, quindi non vedo il motivo di perdere un anno prima di iniziare. Ad ogni modo, ringrazio SKY per aver finanziato il progetto, Diabolik per le emozioni che mi regala tutti i mesi, e kasabake per il solo fatto di esistere. 🙂

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      • Grazie Duca, quando ho letto la notizia del grande Ferretti ho pensato immediatamente a te, senza un attimo di esitazione… quando ho visto il trailer, poi, sembrava poi che ci fosse il tuo nome scritto sopra…
        Ci sono i presupposti perché possa essere davvero la NOSTRA serie, Wwayne… in fondo, perché non sognare, giusto?

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  8. Hai ultra-ragione! Non sono degno, maestro, non son degno…
    Shame on me, shame on me… una dimenticanza atroce per una serie meravigliosa e fondamentale!!!
    Inoltre un tassello stupendo… infermiera, avvocato, E.R., Scrubs, una sinfonia di rimandi e citazioni che suonano da soli…
    Grazie, grazie grazie!!

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  9. The good wife… credo di aver visto di sfuggita un paio di puntate, seguendo superficialmente la trama, assonnato sul divano, probabilmente nel pieno della P.P.P. (papagna-post-pranzo). Non ho mai pensato di recuperarla, non mi sono mai interessato più di tanto alla vita della nostra buona moglie. Poi arrivi tu, con una recensione entusiasta ed inizi ad elogiare questa serie per ogni minimo dettaglio.
    Insomma mi costringi a vederla!

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  10. Scopro ora con grande orgoglio che anche la rivista “Wired” ha pubblicato un articolo in cui, come me, cantano le lodi della nostra fiction della Buona Moglie…
    Ovviamente né il redattore della blasonata rivista (ah, ah, ah,ah!, Sarebbe comico…), né io ci siamo accorti l’uno dell’altro, se non dopo qualche giorno, ma la coincidenza è intrigante… finalmente anche in Italia qualcuno cerca di evangelizzare un pubblico un po’ riottoso a seguire questa perla televisiva!!

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  11. Da qualche parte in un’area inaccessibile della mia memoria c’era e c’è The Good Wife, incredibile quasi che la RAI l’abbia trasmesso. Direi che sono d’accordo con te nel dire che prevale la trama, come spesso in questo tipo di seriale, ma qui in particolare. Ammetto di avere visto a sprazzi, come ormai tutto quanto vedo in TV, e avere quindi capito poco di ciò che c’era, e quindi di nuovo ti ringrazio per averla tolta da suddetta zona.

    Riguardo poi le squadre di poliziotte uscite dalla SPA bellissime e pettinatissime, in alcuni casi avrei voluto essere arrestato. Avrei gridato: si si dai ora ammanettatemi!! SI si mostratemi il distintivo! 😀

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  12. Sei un mito, Gianni…

    Io sono già in macchina, seduto dietro, in attesa della sessione di interrogatorio… Le cose cambiano, però, se ad essere usciti dlla Spa sono i pompieri… ecco, quelli magari lascio che bruci la casa… con calma…

    Sulle poliziotte o sui federali in gonnella, però, il mio top è filmico ed è la Jessica Alba del primo Machete…

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  13. Dal profondo del cuore, grazie.
    La Rai non ha mai portato in prima serata questa chicca, e tra i miei conoscenti non ce n’è uno che la segua.
    Sono praticamente sola dinnanzi a tanto splendore, e avevo proprio bisogno che qualcuno questo splendore lo riconoscesse.

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    • Ho letto la tua risposta, appassionata e solidale, con cui mi hai dato man forte nel suggerire all’amico e collega Lapinsu a non smettere di fare narrativa e questo mi ha spinto a recarmi sul tuo blog, altrettanto appassionato anch’esso, anzi di più, direi versatile e ricco di spunti critici poi il nulla… il trasloco, la mia malattia infettiva alla gamba destra ed un periodo davvero stressante che ha condito la calura estiva con un senso di disagio.
      Ad aggiungersi al genocidio del mio tempo libero, si abbatte sopra la già pesante mucchia di stracci anche l’ingombrante struttura del mio gioco estivo, quello che sto portando avanti (divertendomi, in realtà, non poco!) con costanza… Insomma, se aggiungo come scusa anche le cavallette (giusto per citare i Blues Brothers del primo ed unico film), direi che ho dato un quadro penso completo delle scuse che ho per non aver ancora commentato i tuoi post.
      Fa niente, si potrebbe dire: facciamo spallucce e tiriamo avanti ed invece, perso nei miei solipsismi, mi ti ritrovo a sorridermi e ringraziarmi persino per un post, un mio post, che scrissi proprio nella speranza allora di trovare proseliti per una serie che è davvero, come dici anche tu, uno splendore!
      Non siamo più soli, perché almeno in due ne comprendiamo il valore!
      Grazie del commento, grazie degli altri apprezzamenti ed arrivederci sul tuo blog: è una promessa a cui non mancherò, ma purtroppo non con tempi velocissimi, giacché sono un signor nessuno, ma terribilmente a scarso di tempo, sob!

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  14. Io in media ho molto tempo da usare a mio piacimento ma, come dire, la mia gestazione del pensiero è assai lenta e laboriosa.
    Invidio anzi chi sa pubblicare contenuti sempre di una certa validità e per di più con frequenza.
    Questo per dire che, anche se o di scrivere bene e avere qualche idea decente qua e là, il tuo apprezzamento mi fa veramente onore.
    E ora mi sento un po’ meno “intrusa” a passeggiare nel tuo blog… quando vuoi, passa pure, sempre senza impegno 🙂

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