Kasa Shots – Tenebre: murders with ax

Murders-with-AxL’autobiografia di Dario Argento, “Paura”, pubblicata da Einaudi, oltre ad essere una lettura godibilissima, leggera e scorrevole come un romanzo, è di fatto un libro “for fans only”, perché, come questo post, contiene spoilers a tutto spiano ed usa i finali dei film come argomento di discussione con il lettore, come farò anch’io tra un po’.

Dario-Argento-PAURA-copertinaDa questo libro scopriamo tante cose, aneddoti interessanti, particolari curiosi ma soprattutto riceviamo la conferma di quello che abbiamo sempre pensato: tutta la carriera cinematografica del maestro italiano del brivido è stata caratterizzata dalla spasmodica ed ossessiva ricerca della perfezione, che, dopo i folgoranti inizi della sua vita artistica, lo ha portato con gli anni a ripetere più volte gli stessi stili, ritoccando, abbellendo, impreziosendo la messa in scena, ma lentamente svuotando anche i film dei loro significati primitivi, togliendogli ossia quel fuoco deviante e disturbante che aveva arso con luminosa ferocia nel panorama del thriller e dell’horror, sia italiano che americano.

Normalmente, quando si parla di Argento regista, si parla di un primo e di un secondo Argento, dividendo anche qualitativamente la sua carriera in un periodo illustre ed in uno di declino, ma questa divisione non rende davvero giustizia al percorso fatto e ricercato.
Io personalmente divido l’opera del sublime Dario in almeno quattro segmenti, consecutivi cronologicamente, ma anche con zone di intersezione tra un segmento e l’altro:

L'uccello-dalle-piume-di-cristalloil primo periodo, quello primitivo dei thriller, dei primi grandi capolavori immortali, il periodo della cosiddetta trilogia animalesca (“L’uccello dalle piume di cristallo” del 1970, “Il gatto a nove code” e “4 mosche di velluto grigio” del 1971) e di “Profondo rosso” del 1975;

Suspiriail secondo periodo, la fase horror fantastica, con l’inizio della trilogia delle tre madri (che si concluderà solo molto più tardi, con “La terza madre” del 2007) iniziata da “Suspiria” del 1977, proseguita poi con “Inferno” del 1980 e conclusa con “Phenomena” del 1985;

Operail terzo periodo, la rivisitazione del giallo con “Opera” del 1987, “Trauma” del 1993 e “La sindrome di Stendhal” del 1996;

Il-cartaioil quarto ed ultimo periodo, la fase decadente, in cui il continuo rimaneggiamento di uno stile ed il ripetersi di temi cari al regista ha prodotto opere tecnicamente impeccabili, ma anche vuote e sterili e talora perfino imbarazzanti, alternando pellicole comunque salvabili (come “Non ho sonno” del 2001 o “Il cartaio” del 2004) ad altre davvero dimenticabili, in cui anche la brusca sterzata con il torture porn, quale estremo tentativo di rivitalizzazione, non ha prodotto il risultato sperato.

Tenebre-02Esattamente a metà del secondo periodo, mentre Dario Argento stava esplorando il campo dell’horror puro, complice anche la collaborazione con il padre fondatore della fenomenologia zombie, George Romero (ricordiamoci che nel 1978 Argento lavorò al montaggio di “Dawn of the Dead – Zombi”, insieme allo stesso Romero), nasce quello che a mio modesto giudizio è uno dei capolavori assoluti nel suo genere, nonché forse il film più significativo (non il più bello, perché questo primato spetta probabilmente a “Profondo Rosso”) di tutta la sua carriera: “Tenebre”, dal quale abbiamo tratto le due sequenze protagoniste di questa puntata dei Kasa Shots.

Tenebre-03Girato per lo più di giorno e con il bianco accecante quale colore primario, “Tenebre” è una sinfonia torbida di sangue rosso chiaro dedicata all’assassinio, una celebrazione non dell’istante stesso della morte (come nell’estetica dei film di Fulci) ma dello specifico atto dell’omicidio quale atto violento con cui si tronca una vita.
Al servizio di questa ricercata e manieristicamente elegante composizione sullo schermo cinematografico, viene scritta dallo stesso Argento (non dimentichiamoci che l’autoralità del nostro Dario sta anche nell’identità costante dei suoi ruoli di soggettista, sceneggiatore, regista e talvolta anche montatore delle sue pellicole) una storia gialla con doppio “whodunit”, doppio assassino, doppio movente e doppio modus operandi.

Tenebre-04Siamo nel cuore del cuore del giallo, dentro quei meccanismi del thriller, già esplorati con i primi grandi capolavori ed ora, dopo anni, rivisitati con una tecnica sopraffina. Tra gli addetti ai lavori, è diventato subito celebre l’incredibile long-take (non un vero piano-sequenza) che il maestro realizza per questo film avvalendosi della Louma (telecamera con controllo a distanza, montata su un giunto completamente snodato e posto sul braccio telescopico di una gru, che rende possibili riprese con traiettorie incredibili e panoramiche mozzafiato), con cui immortala l’elegante architettura di questa villetta, sita nel quartiere romano dell’EUR.

Tenebre-05E’ una ripresa finita sui libri di storia del cinema, apparentemente senza un vero significato (poichè parte come una oggettiva e finisce come una soggettiva) e superficialmente ritenuta, dai più distratti, una forma di manierismo fine a se stesso: la cinepresa compie un elaborato percorso aereo attorno alla casa (dove stanno le due future vittime), tale che nessun essere umano avrebbe potuto fisicamente fare, volteggiando sul tetto, sorvolando le tegole ed infine scendendo lungo il muro esterno e fermandosi vicino ad una finestra chiusa; a quel punto affiorano sullo schermo le mani guantate del killer e la ripresa diventa una soggettiva pura ed incomincia il vero omicidio.

Tenebre-06Cosa abbiamo dunque visto in quella scena? Era forse il punto di vista di un dio del male, di un demone, che penetra nei cuori delle persone e le costringe ad azioni terribili o era piuttosto lo sguardo del narratore, del regista stesso che non distingue più, nel dolore inflitto, la malvagità che viene da un uomo, un killer in carne ed ossa, da quello che viene da uno spirito o da un’entità sovrannaturale maligna?

Tenebre-07E’ proprio per questa ambiguità formale, che corrisponde ad un’ambiguità concettuale, che “Tenebre” assurge, da semplice thriller a capolavoro, raccontando un giallo nel giallo, una storia intricata fatta di colpi di scena, indagini poliziesche, deduzioni alla Ellery Queen, ma rigettando al contempo l’atmosfera tetra e buia dei noir e degli horror, prediligendo le scene diurne e solari o gli interni illuminatissimi e scandendo le morti (tante, più degli altri film dello stesso regista) con immagini efferate e lucidamente barbare.

Tenebre-09Con questo spirito totalitario ed assoluto, visioniamo l’eccezionale sequenza della morte del personaggio di Jane McKerrow, interpretata dall’allora moglie di Silvio Berlusconi Veronica Lario, brava attrice di teatro, che qui si presta ad una delle scene più violente del cinema italiano, verniciando letteralmente di sangue il muro candido, di fianco a lei, con il suo moncherino, tale dopo l’accettata ricevuta dal killer.

La lirica dell’omicidio parte dalla lama dell’ascia ma si avviluppa nei colpi sulla schiena ripresi in close-up e nella loro spinta fisica, per poi evolversi nelle ultime accettate inferte sul corpo oramai esangue, non più urlante o gemente, ma solo barcollante sotto la violenza degli urti, che fanno dondolare la testa inerme della vittima.

Tenebre-10Eccoci, dunque, giunti infine al punto di arrivo del percorso estetico e cinematografico di Dario Argento: l’omicidio ed il procurare dolore visti nella loro estetica aldilà della logica e questo in “Tenebre” è raccontato parimenti con una sceneggiatura rigorosissima (con dei dialoghi oggi considerabili malconci e terribilmente teatrali, ma dobbiamo necessariamente storicizzare), ma anche falsa, una storia da romanzo, come quella letta dallo stesso regista con voce fuori campo all’inizio del film, per l’appunto una storia gialla ed horror.

Tenebre-11Alla fine del film scopriamo il volto ed il nome dell’assassino ed è assolutamente un colpo di scena, splendidamente congegnato ed ottimanente costruito, scena dopo scena, come in un giallo tradizionale e lo scopriamo in una sequenza inzuppata davvero di sangue.
Sembra incredibile che qualcuno ancora non conosca questa storia, ma se così fosse e volesse scoprire da solo la vicenda guradandosi il film, allora eviti di vedere l’ultimo filmato proposto, perché è la conclusione del giallo, con la scoperta di tutti i retroscena e questo quasi senza dialogo, ma solo con le urla disperate delle vittime e dei testimoni.

Tenebre-12In questa scena finale, la voglia di cinema di Argento, come già fu per il Raimi di “Evil Dead”, diventa talmente evidente da chiedere complicità allo stesso spettatore, che già era stato fin qui trasportato dal regista nell’agnizione del colpevole ed ora riceve il dono del prestigio rivelato, del trucco del sangue finto e del rasoio che spruzza come un attrezzo di scena, anzi proprio perché è un attrezzo di scena anche dentro la storia.

Giuliano-Gemma-nel-ruolo-del-Capitano-GermaniUna sequenza lunga, di quasi tre minuti, che si conclude con una morte atroce, come una tragedia greca, e con le urla della Daria Nicolodi (qui ad interpretare il personaggio di Anne), che non solo chiudono la scena sfumando nel nero, ma continuano nei titoli di coda, che cominciano senza musica a scorrere sullo schermo.

Poi finalmente arriva il silenzio e parte la musica ipnotica dei tre ex-Goblin (Massimo Morante, Fabio Pignatelli, Claudio Simonetti, i tre componenti del gruppo che si era sciolto e che il maestro ha riunito solo per questo suo film), mentre davanti ai nostri occhi, dopo i nomi degli attori, vediamo per pochi secondi, tra aiuto-regista ed assistente, passare il gota del cinema horror italiano: Lamberto Bava, Michele Soavi…
Buona visione!


In questo post abbiamo presentato due estratti dal film:

Kasa-Shots-Logo-Web-ColoreTenebre”, ITALIA, 1982
soggetto, sceneggiatura e regia di Dario Argento
aiuto regista Lamberto Bava
Kasa-Shots-Logo-Web-Coloreassistente regia Michele Soavi
Murder of Jane with axe sequence
Ending Sequence


Abbiamo inoltrato parlato del seguente libro:

Paura copertina 100x100Dario Argento, “Paura”, 2014, Supercoralli
354 pagine, € 19.50 – Giulio Einaudi Editore
ISBN 9788806218256


Logo-WikiPediaPer chi volesse approfondire il discorso sulla cinepresa Louma e sulle relative tecniche di ripresa rese possbili con questo mezzo, segnaliamo l’approfondita pagine WikiPedia, ma soprattutto il seguente video Rettangolo-100x25dimostrativo, nel quale i più esperti potranno riconoscere alcune famose Rettangolo-100x25pellicole, viste “behind the scenes”.


21 pensieri su “Kasa Shots – Tenebre: murders with ax

  1. mI èvidentemente partito un improvvido invio…
    vabbè riprendo:

    Caspita, questa è la scena che citasti in un commento qualche tempo fa.
    Lo sai che questo film mi manca? Come quasi tutta la filmografia di Dario Argento in verità.
    L’horror lo mastico proprio poco in verità, è questo il punto…E Dario dovrà sopportare la mia disattenzione nei suoi confronti ancora per un po’, temo…

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  2. Oggi il mio ipad e’ rimbecillito… E non mi carica i ” mi piace” quindi fai finta che abbia messo mi piace… Ripassero’ per spingere il bottoncino. Mitico kasa. Io credo seriamente che il prossimo libro, su dario o su chi vuoi tu dovresti pubblicarlo tu. Sto post e’ lo stato dell’arte. Ecco. Su tenebre non me dilungo piu di tanto, non perché non mi piaccia ( lo sai che adoro darione… Almeno quanto adoro bava e deodato) ma perché nella filmografia e’ uno di quelli che non vedo da più tempo e ho i ricordi un poco annebbiati. Sul fatto cge profondo rosso sia il top dell’argento- prodotto siamo d accordo. Ti piazzo anche il mio personalissimo secondo posto: suspiria, senza ombra di dubbio. Il terzo lo terrei per opera (più per simpatia che per effettivi meriti, tecnicamente sicuramente meglio l’uccello dalle piume di cristallo, o un quattro mosche)…ma sicuramente anche il tuo tenebre e’ da rivedere!!! Bravissimo kasa, come sempre, ogni post ormai è una garanzia

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    • Quando tante altre volte ho ricevuto dei complimenti da te su altri miei post, ho chiaramente avuto un grande piacere, perché ti stimo come commentatore e recensore e perché mi diverto tantissimo a leggere il tuo blog, ma quando i tuoi complimenti arrivano su un post come questo, praticamente nel tuo “terreno di caccia”, allora per me valgono il triplo ed è una grande soddisfazione!

      Avrai capito dalle mie parole che ho una grande passione per Argento, perché con la sua maniacale ricerca di perfezione sposa tutto quello che amo nel cinema, che come sai, è soprattutto la messa in scena…

      Avevo qualche timore nel fare questo post su di lui, perché l’horror è sempre visto in modo malevolo (nel migliore dei casi, ti senti dire “si, si, bello, ma poi saprà fare anche bei film?”) dagli altri ed alla fine ci si ritrova a parlarne tra quattro gatti (di velluto grigio a nove code, così l’ho messi insieme tutti :)).
      Inizialmente avevo scelto di scrivere sulla mitica scena di “Profondo Rosso” con tutti quei close-up dei denti che si spaccano contro l’angolo del caminetto ed in giro per la stanza, ma era troppo forte, poi ho comprato il Blu-Ray di “Tenebre” (non è colpa tua, ero già malato di supporti plasticosi, come li chaimi tu…) ed è stata una fologorazione… quelle strade dell’EUR. di giorno, sotto un sole acceccante… un genio!
      Quando vidi a suo tempo al cinema “Tenebre“, ebbi la stessa folgorazione di quando al cinema avevo visto quella scena di “The Texas Chain Saw Massacre” (altro film ultra-mitico) in cui, sempre di giorno, Leatherface spalanca la porta di colpo, prende il tizio e lo aggancia come un capotto al muro… Ero impietrito…
      Insomma, alla fine ho pensato, perché non posso mostrare quando mozzano il braccio di Veronica? E’ troppo fatta bene la scena… chi ama il cinema capirà…

      Scusa le chiacchiere, ma se non le faccio con te, che mi capisci e non mi prendi in giro per le mie passioni, con chi altro?

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      • effettivamente i denti di profondo rossi sono tostini…. mai come il pupazzetto… il pupazzetto di profondo rosso mi ha sempre fatto una caga pazzesca 🙂 su leatherface, la scena dell’appendino credo sia quella per cui tutti abbiamo amato il film, oltretutto immagine copiata dai posteri almeno un milione di volte… spettacolo… dario lo adoro anche io, anche se come hai giustamente già detto tu, tutti sappiamo com’è andata a finire….dopo giallo e dracula inizio a perdere le speranze… ma non lo ringrazieremo mai comunque abbastanza per averci regalato le mosche, i gatti , gli…. le piume, (eheheh era facile la battutaccia qui…vi ho fregato) profondo rosso opera tenebre inferno e naturalmente il mio preferito…suspiria. phenomena erà già sgenale di qualcosa che non andava piu’ nel verso giusto e quindi non lo metterei tra i top…tutto il resto, purtoppo, è eveitabile.

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  3. Toh il grande horror all’italiana. Scrissi già in un commento di non essere un grande conoscitore del genere, ma non perché non lo apprezzi, anzi, ma solo per “opportunità”. Comunque riconosco, senza ombra di dubbio, Tenebre (non è voluto il gioco di parole “ombra…tenebre”…o forse si..) come un cult assoltuto del cinema mondiale, indipendentemente dal genere di appartenenza. Grande post e scene spettacolari come sempre, Kasa!

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  4. E no ma io Tenebre non l’ho ancora visto. E quindi vabbeh mi siedo e applaudo in silenzio il maestro Kasabake. Perché questo qui è un lavoro da professionisti e io sono ancora una capra. Meglio che torno a studiare (nel senso cinematografico del termine, OVVIAMENTE) e a recuperare quello che mi manca di Argento.
    Grande.

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      • Ho chiuso con la sessione estiva e adesso sono in vacanzaaaaaa!!! Che bello.
        Anche se non lo sarò a lungo e c’ho comunque dei lavoretti da fare per il tirocinio (per lo più, devo sbobinare interviste, sai che spasso), ma almeno posso godermi un po’ di relax e recuperare un po’ di film e serie tv. Mi sono anche comprato finalmente il libro su Woody Allen e le conversazioni con Eric Lax che volevo leggere da una vita!
        E a te come va la vita?

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        • Pausa di riflessione estiva…
          Forse sono ad un giro di boa professionalmente parlando e sto facendo tutte le mie valutazioni… Settembre sarà un mese importante per le decisioni che dovrò prendere… penso che durante l’estate mi dedicherò a questo blog (ho anche un altro progetto mediatico che sto curando con il massimo riservo con alcune persone che collaborano ad altri siti informativi abbastanza grossi…) per puro divertimento e perché su “Kasabake” ho conosciuto persone davvero meravigliose come te.
          Poi ovviamente una parentesi marittima in Liguria in Agosto ed una sportiva-culinaria in Germania (mio figlio gioca nella nazionale di Frisbee ed io mangio e bevo birra).

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          • Complimenti per tuo figlio! Tra l’altro, sono anche io un fan del mangiare e del bere birra e non posso che invidiare il tuo viaggetto in Germania. Ma non mi lamento perché anche una settimana in Grecia con gli amici mi sta più che bene!
            Sono curiosissimo di sapere di che progetto si tratta, ma se è ancora segreto un motivo ci sarà e quindi non faccio domande. 😉

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  5. Se i profiler avessero ascoltato questo giovane e promettente del cinema, l’avrebbero fatto rinchiudere da qualche parte e avrebbero buttato via la chiave.
    Meno male che ancora i profiler non sono attendibili nemmeno per un po’! 😀

    Li ho visti tutti dottore, che faccio? Mi curo? 😀
    Però non li ho mai visti con l’occhio critico di chi non guarda solo alla trama e alla recitazione ma anche a cosa vuol dire seguire una scena. Mi toccherà rivederli.

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